La decisione, ha spiegato la Regione, è stata presa visto "l’andamento della contagio sul territorio e le peculiarità del contesto sociale ed economico e considerato che la situazione epidemiologica presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani. Dobbiamo preservare i territori ancora meno colpiti"
La Lombardia passerà in arancione scuro dalla mezzanotte di oggi fino al 14 marzo, con la chiusura di tutte le scuole ad eccezione degli asili nido. L’ordinanza firmata in tempi strettissimi da Attilio Fontana prevede “interventi di mitigazione rinforzati per tutto il territorio regionale” con l’obiettivo, spiega il presidente regionale, “oltre che di contenere l’incremento di contagi, di preservare le aree non ancora interessate da una elevata incidenza”. La scelta è nata in seguito all’analisi dei dati della commissione indicatori della Regione, che “ha condiviso la necessità di superare la differenziazione tra aree”.
I dati in mano al Pirellonoe hanno insomma spinto Fontana a un nuovo giro di vite, estendo le misure prese già nel Bresciano e in decine di altri comuni nelle province di Cremona, Mantova, Como. La pressione sugli ospedali aumenta, con 4.735 persone ricoverate e 532 in terapia intensiva: stando ai dati Agenas, la percentuale di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti è del 42% e in terapia intensiva del 36%, entrambe oltre le soglie di criticità. I contagi stanno schizzando e serve uno ‘scudo’ per proteggere Milano, dove secondo l’Ats l’indice Rt al 25 febbraio era già a 1.36. Attorno alla città capoluogo, dove si registrano circa 400 casi a giorno sugli oltre 1.000 totali in provincia, sono diversi i comuni con tassi di incidenza ben oltre i limiti, da Vimodrone (483 ogni 100.000 abitanti) a Cologno Monzese e Cisinello Balsamo, entrambe a 250, fino a Sesto San Giovanni (230) e Cormano (228).
Da quanto spiega la Regione, insomma, è necessario stringere tutto per preservare la città evitando che la nuova ondata dilaghi nel centro più popoloso della regione, rischiando di amplificare i problemi. Giovedì sono stati individuati 5.174 nuovi positivi, con un’incidenza del 9,6%. E i numeri, sotto la spinta della variante inglese che rappresenta il 64% dei casi, sono destinati ancora a salire complicando ulteriormente la situazione nei reparti Covid.
La decisione, ha spiegato la Regione, è stata presa visto “l’andamento della situazione epidemiologica sul territorio e le peculiarità del contesto sociale ed economico e considerato che la situazione epidemiologica presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani”.
Oltre alla chiusura totale delle scuole, ad eccezione degli asili nido, l’ordinanza di Fontana prevede lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni, non è consentito recarsi presso le seconde case anche se in Regione fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate e gravi situazioni di necessità, non sono consentiti gli spostamenti verso le abitazioni private abitate ubicate nel territorio della Regione. È inoltre limitato l’accesso alle attività commerciali al dettaglio a un solo componente per nucleo familiare, fatta eccezione per la necessità di portare con sé minori, disabili o anziani e non è consentito l’utilizzo delle aree attrezzate per gioco e sport (aree attrezzate con scivoli ed altalene, campi di basket, aree skate etc.) all’interno di parchi, ville e giardini pubblici.