Irama è già entrato nella storia del Festival di Sanremo. L’artista è tutt’ora in gara, ma non salirà mai sul palco del teatro Ariston durante le serate ufficiali della kermesse: le esibizioni che vedrà il pubblico sono quelle registrate durante le prove generali. Questo perché due collaboratori del suo staff sono risultati positivi al tampone, e quindi il cantante è stato messo in quarantena preventiva (pur essendo negativo).
Ma cosa succederebbe se dovesse realmente vincere il Festival? Allo stato attuale delle cose, non sembra neppure un’ipotesi così remota. Al momento Irama risulta terzo per la classifica generale della giuria demoscopica, mentre “La genesi del tuo colore” è il quarto brano sanremese più trasmesso dalle radio (dietro Gaia, Colapesce e Dimartino, Fedez e Michielin). Amadeus ha commentato così la vicenda: “La sua vittoria non sarebbe un problema: è regolarmente in gara. Se dovesse vincere ci collegheremo con lui in video per complimentarci e faremo rivedere il video delle prove. Questo è un Festival anomalo anche per questo”. Claudio Fasulo, il vicedirettore di Rai1, ha offerto una chiave di lettura interessante: “Sarebbe il primo vincitore in Dad“.
Eppure, la vittoria in smart-working di Irama non sarebbe un unicum della storia della kermesse. Esiste già un precedente illustre. Correva l’anno 1955 quando Claudio Villa, a causa da un’improvvisa faringite, fu costretto a disertare la finalissima della manifestazione (la prima trasmessa in televisione). La sua esibizione venne trasmessa con un fotogramma, e il cantante riuscì comunque a vincere con il brano “Buongiorno tristezza”.