La seconda serata di Sanremo 2021 comincia con una certezza granitica: nessun Achille Lauro potrà mai eguagliare Orietta Berti. Prima big in gara a calcare il palcoscenico dopo l’esibizione dei giovani, Oriettona nostra si presenta in total black, con due conchiglie di paillettes disegnate sulle tette ed è subito amore folle. Con il piglio di chi è cresciuta a latte e tortellini, non fa in tempo ad arrivare sul palco che, come prima cosa, come fosse il nipote poco sveglio, cazzia “Amedeo” che sbaglia il conteggio degli anni passati dal suo ultimo Festival. Poi canta e scopriamo pure che è lei la più intonata di questo Sanremo.
Da qui in poi la serata scorre senza troppa enfasi, a parte qualche intervento di Fiorello, che apre il Festival vestito da Jon Snow e l’arrivo della figaggine di Elodie, che regala al pubblico un’esibizione da vero Golden Globe, un po’ quello che ci saremmo aspettati da una che il Golden Globe lo ha vinto davvero – la super ospite Laura Pausini – e che invece ha riservato al Festival un’esibizione tiepida in cui spicca un’incomprensibile difficoltà nel gestire l’emozione, cosa che risulta davvero strana per una che è abituata a ben altri palchi. Il risultato è piuttosto deludente. Soprattutto se paragonato alle esibizioni degli altri tre ospiti che arrivano dopo di lei, un mix vintage che manco Techetechetè: Fausto Leali, Gigliola Cinquetti e Marcella Bella.
A parte la stecca di Fausto Leali che mi ha fatto temere per le sue corde vocali, sono stati impeccabili, come fossero stati scongelati con pazienza per conservare tutta la fragranza. Insomma, il Festival dei giovani che vengono oscurati dai vecchi.
Achille Lauro Raperonzolo non sciocca nemmeno stavolta, ma porta comunque sul palco una bella esibizione con Claudio Santamaria e Francesca Barra che ballano il twist sulle note del suo pezzo Bam Bam Twist. Menzione a parte per Gigi D’Alessio from the block, ospite anche lui di questa 71esima edizione del Festival. La sua svolta ghetto style è stata talmente estrema che Achille Lauro lo ha pregato di dargli lezioni di performance su Zoom. Vederlo nei panni dello zio di Eminem mi ha fatto rimpiangere persino “Non dirgli mai” cantata ai matrimoni il 10 di agosto.
La platea questa sera è fatta di centinaia di palloncini colorati: la fotografia ringrazia, l’ambiente un po’ meno. Confidiamo nel riciclo.
Intanto il Covid, com’era prevedibile, ha colpito il Festival molto da vicino: un collaboratore di Irama infatti è risulato positivo al tampone molecolare e per questo il cantante ha rischiato la sua partecipazione alla gara. Rischio sventato da Amadeus che ha proposto di usare la registrazione delle prove al posto dell’esibizione dal vivo, così Irama può rimanere in quarantena come previsto dal protocollo ma non subisce l’esclusione. Anzi, nella classifica generale è già sul podio.
La serata si conclude tardissimo, come al solito, ma anche benissimo. Elodie lascia tutti senza fiato con un monologo bellissimo, un racconto vero e profondo della sua difficile vita prima del successo. E’ emozionata, ma mai scontata, racconta la sofferenza con la semplicità di una bimba e l’orgoglio di una donna che ne è uscita più forte e per questo ringrazia il suo percorso fatto di ostacoli e onora se stessa per aver voluto abbattere i muri che la limitavano. Lo fa nella maniera più bella in assoluto: cantando circondata dalla prima band con la quale si esibiva in giro per i locali, la prima famiglia artistica che l’ha accolta e che l’ha aiutata a credere in se stessa. Questo Festival, per ora, lo vincono le donne. Finalmente.