Si chiamava Williams Mulahya Hassan Hussein ed era il magistrato a capo del tribunale militare di Rutshuru, nel Nord Kivu. Martedì 2 marzo stava rientrando in sede, dopo oltre una settimana a Goma. Route National 2, la medesima strada su cui otto giorni prima era stati uccisi l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo Baguma. Era sera, già buio, fra le 19 e le 20. La località delle 3 antennes e il villaggio di Kibumba erano state superate da parecchio. Il suo convoglio era quasi in prossimità di Rutshuru, quando è caduto in un’imboscata.
Secondo una fonte amministrativa del Tribunale militare di Rutshuru, interpellata da Actualité.cd, l’assalto è avvenuto a Katale, 30 chilometri prima di Rutshuru-centre. Con il magistrato viaggiava il colonnello Lumbu, comandante del 3409° reggimento delle Fardc (l’esercito regolare), di base a Kahunga, ingresso nord della cittadina di Kiwanja. Il colonnello è stato gravemente ferito, mentre il magistrato è morto sul colpo. Aveva il grado di maggiore. Anche uno degli assalitori sarebbe rimasto ucciso nello scontro a fuoco e la sua arma recuperata.
Secondo il Geopolitical Center, centro studi italiano, il magistrato ucciso stava indagando sull’uccisione dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Affermazione su cui non si trovano, finora, altri riscontri. Quel che pare certo è che Williams Mulahya Hassan Hussein si fosse recato a Goma più o meno in contemporanea con l’assalto di 3 antennes.
Il maggiore Mulahya si era occupato di diversi crimini e malversazioni nelle forze armate, fra i quali, ad esempio, lo scorso anno, il processo a un militare accusato di abusi su una ragazza, o ancora casi di crimini ambientali: nel 2020, aveva condannato il colonnello Liwenge Eboko e alcuni dei suoi uomini a 16 mesi di carcere ciascuno per bracconaggio nel Parco Virunga. In quell’occasione, Olivier Ndoole, coordinatore del Congolese Alert for the Environment and Human Rights (una ong locale che si batte per la tutela del parco) aveva dichiarato: “Questa è una condanna storica. Dimostra che la protezione della fauna selvatica riguarda anche i militari. Liwenge era il comandante del reggimento Kibumba, che ricopriva una posizione importante per impedire l’ingresso nel parco. I suoi uomini hanno commesso atti di bracconaggio e lui lo sapeva ma non ha fatto nulla per punirli”. E sempre in quell’occasione, il maggiore appena ucciso aveva dichiarato: “Quando gli ufficiali hanno visto alcuni dei loro colleghi perseguiti per non aver impedito ai loro uomini di uccidere animali selvatici, si sono impegnati a proteggere la fauna selvatica”.
Secondo una nota informativa dell’esercito, citata da MncTv Congo, gli autori dell’imboscata sarebbero stati i soldati del 3416° reggimento, che avevano eretto una barriera: “Stavano infastidendo la popolazione sulla strada e quando hanno visto direttamente la jeep militare hanno iniziato a sparare alla jeep. Sul posto il colonnello comandante del reggimento è stato ferito all’altezza della natica e il magistrato maggiore è morto”. Questa la ricostruzione dell’esercito congolese, sulle cui malversazioni indagava il magistrato militare.
(immagine d’archivio)