La via Calogero Montante a Caltanissetta cambia nome. Da oggi la strada che era stata intestata al nonno dell’ex presidente di Confidustria Sicilia si chiamerà via Adriano Olivetti. La Prefettura ha autorizzato con un provvedimento la ridenominazione del tratto stradale compreso dall’innesto dello svincolo San Cataldo del vecchio tratto SS640 fino ad arrivare al successivo incrocio della SP 40 direzione San Cataldo-Serradifalco. La decisione era stata presa a settembre dalla Giunta guidata dal sindaco Roberto Gambino del Movimento 5 stelle.

“Abbiamo voluto rimettere le cose ciascuna al proprio posto – aveva detto il primo cittadino – anche i nomi delle strade. Una delle vie principali della zona industriale nissena non sarà più via Calogero Montante inopinatamente intestata al nonno dell’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante condannato a 14 anni in primo grado. Io e la mia giunta abbiamo scelto un atto politico quello di intitolare ad Adriano Olivetti esempio di imprenditoria sana ed illuminata, proprio quella strada. Un atto che racconta un progetto di trasparenza e mi permetto di dire anche di coraggio, da parte di questa amministrazione. Lo avevo dichiarato all’inizio mandato e l’ho fatto, lo dovevo alla città, lo dovevo a tutti quelli che hanno subito in questi anni, vessazioni ed emarginazione sormontati da una cappa oscura che teneva tutto artatamente fermo, immobile. Stiamo con fatica ricominciando a muoverci, partendo anche da qui”.

Nel decreto della prefettura si legge che “il sindaco di Caltanissetta è incaricato dell’esecuzione del presente provvedimento”. In questi mesi sono arrivati i pareri positivi della Sopraintendenza dei Beni culturali e ambientali e della Società nissena di Storia Patria di Caltanissetta del 31 gennaio scorso. Già potentissimo presidente di Confindustria Sicilia e delegato per la legalità dall’associazione degli imprenditori a livello nazionale, Montante è stato per un decennio osannato paladino dell’antimafia. Una posizione di facciata, secondo le indagini: Montante, infatti, nel maggio del 2019 è stato condannato a 14 anni per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Era stato arrestato un anno prima. In rapporti con politici di altissimo livello, imprenditori e magistrati, l’inchiesta ha raccontato come l’imprenditore di Serradifalco – paesino in provincia di Caltanissetta – fosse il destinatario di decine di richieste di raccomandazione: gli investigatori ne hanno trovate almeno una novantina, arrivate tra il 2007 e il 2015, e altre 40 di soggetti che erano stati “certamente” segnalati. L’elenco con nomi e cognomi venne recuperato nel corso delle indagini:

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