Monica Germani, la dietista e nutrizionista che ha inventato META Experience il protocollo di dimagrimento e rieducazione che ha seguito anche cantante, racconta a Ilfattoquotidiano.it tutti i segreti della «dieta» di Noemi
«Il messaggio di Noemi? Non arrendersi mai. Con costanza, determinazione e aiuto ogni obiettivo è raggiungibile». È questo il segreto che si nasconde dietro la metamorfosa fisica di Noemi: 15 chili persi, una forma clamorosa, quasi una rinascita raggiunta con costanza ed esercizio fisico. Dietro tutto questo c’è anche Monica Germani, la dietista e nutrizionista che ha inventato META Experience il protocollo di dimagrimento e rieducazione che ha seguito anche cantante e che racconta a Ilfattoquotidiano.it tutti i segreti della «dieta» di Noemi.
Domande secca: che cos’è META Experience, il protocollo di dimagrimento e rieducazione che ha seguito anche Noemi?
È un programma strettamente personalizzato e multifattoriale che permette di ritrovare sé stessi e di conseguenza la forma fisica. Si lavora principalmente sulle fragilità che hanno alterato il rapporto con il cibo e lo hanno reso purtroppo nemico. Si lavora quindi sia sulla componente emotiva che sull’educazione nutrizionale del paziente. Ovviamente non è un modello olistico, ma segue rigorosamente le linee guida scientifiche ufficiali e pertanto la componente clinica (svolta da specialisti) resta un punto fermo.
La cosa interessante del suo protocollo è che agisce per riequilibrare il peso corporeo anche attraverso il benessere interiore. Quali sono le fasi più importanti?
Il focus va sulla prima fase. Quando il paziente arriva da noi, viene inquadrato da un punto di vista clinico, psicologico e nutrizionale. Successivamente riguardo l’attività fisica. Questo è il vero punto di partenza. Il lavoro viene costruito dal team a partire dalle abitudini attuali che vengono modificate e modulate gradualmente nel rispetto affinché le nuove diventino definitive.
Quando ci si mette a dieta, si vogliono risultati evidenti in poco tempo.
È importante comprendere che il tempo è il nostro amico, la corsa contro il tempo è spesso deleteria. Insegniamo al paziente ad accettarsi con pregi e difetti, ad allontanarsi da figure stereotipate e a vivere serenamente il rapporto con il cibo senza tabù miti o sensi di colpa. La fase finale ovvero il mantenimento è un altro aspetto fondamentale, è il consolidamento e rafforzamento del risultato raggiunto. Fase meno impegnativa per il paziente, ma fondamentale.
Nelle tre fasi di azione è previsto il lavoro di tre gruppi di professionisti. Quanto dura questo percorso?
La fase intensiva del percorso ha una durata variabile da 3 a 8 mesi dipende dal punto di partenza globale. Possiamo generalizzare che tra fase intensiva e consolidamento una media di 10-12 mesi.
Uno dei claim di Meta Experience è: «la dieta è scritta nel Dna». In quello di Noemi che cosa c’era scritto?
Mi dispiace, per ragioni di privacy non posso rispondere a questa domanda.
Tra indiscrezioni e gossip, si è molto parlato dei chili persi dalla cantante nell’ultimo anno: quanti sono stati nel complesso?
I chili persi sono quelli dichiarati da Noemi (15, ndr). Nel corso dell’anno ci siamo prese delle piccole pause – mantenimento transitorio – per “respirare”. Non dimentichiamoci che siamo esseri umani.
La sua trasformazione è stata così clamorosa anche grazie al percorso di allenamento: lo avete concordato assieme?
La tipologia di allenamento si sceglie con il paziente e in relazione ai suoi desideri e propensione. Si sceglie il movimento che apporti benessere, non deve essere un peso o una costrizione. Lei si è appassionata a questo metodo.
Da professionista del settore, che impressione le hanno fatto i commenti – positivi ma purtroppo con qualche eccezione negativa – che Noemi ha ricevuto sui social?
Noemi ha lanciato un messaggio positivo anti-stigma, che alcuni invece hanno travisato. Non “bisogna essere magri per avere successo“. Il corpo nelle sue forme racconta la storia di ognuno di noi, non è un contenitore di calorie. Il suo corpo precedente rivelava la sua vita, il suo vissuto. È una donna nuova e lo comunica, come ognuno di noi con il corpo. Il corpo attuale è il “vestito” conforme al suo nuovo essere. È il suo corpo (normopeso), non uno stereotipo.
Qual è la fascia di normopeso?
La fascia del normopeso è molto ampia, una donna alta 1,65 m può pesare da 50 kg a 68 kg. Nel rispetto delle corrette percentuali di massa magra e massa grassa e del rapporto vita fianchi, il peso e le forme si scelgono sul paziente in base allo stile di vita, corporatura, rapporto con lo specchio (purché sano, per questo lavoriamo sull’accettazione). Il curvy non è una giusta soluzione. Ad ognuno il proprio peso.
C’è poi un problema legato all’obesità: solo in Italia, riguarda circa 6 milioni di persone e bel 25 milioni per il sovrappeso.
Questi numeri c’impongono d’informare, sensibilizzare ed educare l’opinione pubblica su una malattia che riguarda larghe fette di popolazione, ancora oggi troppo ignorate e ingiustamente stigmatizzate. L’obesità è una patologia che paga il prezzo di pregiudizi e falsi miti sulla forma fisica, risultato di una vecchia cultura e di linguaggi inappropriati che è giunto il momento di cambiare. Per farlo c’è bisogno di un impegno sinergico di istituzioni, società scientifiche, associazioni, media ma soprattutto di ciascuno di noi.
Il 4 marzo è anche la Giornata mondiale dell’obesità, il cui messaggio di quest’anno è: Everybody Needs Everybody/Tutti hanno bisogno di qualcuno. Quanto è lunga la battaglia di educazione alla bodypositivity e all’educazione alimentare?
METAExperience si unisce al messaggio lanciato dall’OMS per la Giornata Mondiale dell’Obesità di quest’anno. Credo che la strada da fare sia ancora molta, lo stigma sociale è difficile da debellare e di conseguenza il disagio di chi purtroppo si trova a fare i conti con l’obesità. Bisognerebbe comprendere che è una malattia ed è anche complessa. È una patologia che tra l’altro paga il prezzo di pregiudizi e falsi miti sulla forma fisica, risultato di una vecchia cultura e di linguaggi inappropriati che è giunto il momento di cambiare. Non si arriva a pesi così elevati per gola, quel modo smanioso di mangiare e la dipendenza da cibo celano un malessere e un disagio consistente. Nella concezione comune ancora si crede che una persona sia affetta da obesità perché mangia troppo e non ha la volontà di mangiare meno. Riduttivo direi, se consideriamo il disagio nello svolgere le attività quotidiane e di conseguenza la qualità della vita. Non è una questione di volontà, chi non vorrebbe vivere bene? Finché non si considera la “psiche” anche a livello sociale, la strada rimarrà invasa di ostacoli.
Qual è secondo lei il messaggio più importante che lancia Noemi con il suo cambio radicale di immagine?
Di non arrendersi mai. Con costanza, determinazione e aiuto ogni obiettivo è raggiungibile. Lei si è lasciata prendere per mano su tre fronti: artistico, ha scelto una nuova “guida” (manager) così ha “imparato a vivere la musica in modo più profondo e intimo e a farsi trasportare”. Vita, si è rimessa in discussione ed ha ripristinato prima il rapporto con sé stessa e poi con il mondo esterno – cibo. Ha compreso che il rapporto con il cibo era diventato non sano e forse anche “morboso”. Farsi aiutare quando si è in difficoltà è l’arma vincente.