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Umberto Tozzi, l’attacco del figlio: “Dice falsità su mia madre, lei non rubò i suoi soldi. Per anni lui non si è fatto vedere”

L'intervista nella quale il figlio del cantautore ripose alle accuse del padre nei confronti della madre nei confronti della madre nonché ex fidanzata Serafina, trovata morta in casa a 63 anni il 17 gennaio scorso

di Andrea Conti

Una vicenda familiare delicata, piena di punti ancora da chiarire e che ha visto al centro Nicola Armando Tozzi, il figlio che il cantante Umberto ha avuto dall’ex compagna Serafina Scialò (i due sono fidanzati dal 1979 fino al 1985) e per la quale aveva scritto brani come “Gloria” e “Stella stai“. In una intervista a Il Corriere della Sera Umberto Tozzi ha raccontato, che è stata proprio Serafina – trovata morta in casa a 63 anni il 17 gennaio scorso a Udine – a impedirgli di vedere il figlio e a creargli non pochi problemi economici. Su questi ultimi due punti il 36enne Nicola ha risposto sempre al Corriere.

“Avrei preferito che mio padre non parlasse ai giornali di questioni di famiglia. Ha detto cose false e mia madre non può più difendersi. Non cerco notorietà, altrimenti avrei parlato prima: da quando ho cinque anni ho memoria di cose che o ti fanno o finire male o crescere in fretta”, ha premesso il figlio dell’artista. Poi ha chiarito la vicenda che ha raccontato Umberto Tozzi sostenendo che la donna gli avrebbe rubato 450 milioni di lire. “A suo tempo le avevo firmato due assegni in bianco per pagare i fornitori. – ha detto l’artista – Lei li mandò all’incasso: uno era di 100 milioni, l’altro di 350 milioni di lire. Il giudice Mastrota, ricordo ancora il suo nome, era pronto a spedirla in galera con tre capi di imputazione (…) io rinunciai all’azione penale: era la madre di mio figlio”.

“Loro non erano sposati, lei era incinta, lui viaggiava tanto, perciò le diede due assegni in bianco per ogni evenienza. – ha dichiarato Nicola – Quando mamma lo lasciò, cercava una casa in affitto, lui non si faceva trovare. Allora, esasperata, lei portò un assegno in banca, però poi non lo riscosse. L’altro assegno è stato una vita in casa. Lei non incassò mai niente”. Umberto stesso ritirò la querela: “Lamentava la falsificazione della firma, – ha aggiunto Nicola – ma sapeva che la perizia calligrafica gli avrebbe dato torto. Comunque a me non interessano i soldi, mi sono fatto da solo e, se fossi in difficoltà, non vado a cercare il gettone di presenza in tv, vado alla Caritas”.

Una vicenda complicata che ha visto i due protagonisti della storia, padre e figlio, in un rapporto tra alti e bassi, tra assenze e cose non dette. Nicola sostiene di aver cercato più volte di instaurare un rapporto col padre. Poi con lucidità ha detto la sua su come i genitori hanno gestito la vicenda: “Non avevano l’equilibrio per focalizzarsi sul mio bene senza farsi fuorviare dalla rabbia. Mia madre avrebbe dovuto mordersi la lingua, lui a volte avrebbe dovuto ingoiare (…) io ho sempre cercato di capire i miei, ma loro non hanno mai cercato di capire me”. Poi si è augurato augura di poter incontrare di nuovo papà Umberto per riallacciare un rapporto sincero, senza doppi fini (“non cerco notorietà, altrimenti avrei parlato prima”). I due non si vedono dal 2011. Umberto Tozzi è sposato con Monica Michelotto dal 1995, dalla quale ha avuto due figli: Gianluca (che si occupa della gestione artistica del padre) e Natasha.

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