Cronaca
“L’emergenza continua, fatica e stanchezza di sentono. Non abbassare la guardia”: l’appello dell’equipe di Terapia intensiva di Piacenza
I 12 rianimatori, 18 anestesisti e 32 infermieri hanno lanciato un appello per rispettare, oggi più che mai, le regole per evitare la diffusione dei contagi: "Siamo tutti stanchi, vorremmo tornare a una vita normale. Ma la situazione potrebbe peggiorare. Ciascuno faccia la sua parte"
“L’emergenza continua. Noi siamo pronti, quanto accaduto ci ha reso una squadra ancora più coesa. Abbiamo imparato tanto. Possiamo dare il massimo ma anche i cittadini devono fare la loro parte. Non abbassiamo la guardia. Rispettate le regole”. È questo l’appello lanciato attraverso la pagina Facebook dell’Ausl di Piacenza dall’equipe del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale emiliano composta da 12 rianimatori, 18 anestesisti e 32 infermieri. “Da oltre un anno, medici, infermieri e personale del reparto affrontano ogni giorno una ‘malattia spietata’“, si legge nel post.
“‘Siamo l’ultima chance, quando di chance sembrano non essercene più’. Fatica e stanchezza si sentono, ma il messaggio che vogliono lanciare alla comunità non potrebbe essere più chiaro”, scrive il personale del reparto sottolineando che Sars-Cov-2 e le sue mutazioni continuano a mordere. “Un anno fa, all’inizio, paragonammo il Covid a un terremoto. Oggi ci sentiamo mortificati, quasi rassegnati a non vedere una fine a breve termine”, scrivono spiegando che la malattia ha “cambiato il nostro approccio alla professione”. Dopo la fase dell’emergenza acuta, spiegano, “abbiamo riorganizzato tutto. Siamo pronti, funzioniamo come un orologio, come una squadra, abbiamo affinato le nostre capacità, siamo cresciuti e ci siamo amalgamati di più, proprio grazie alle difficoltà. Oggi siamo orgogliosi di dire che, con tutte le dovute misure protettive, riusciamo anche a far entrare i familiari in reparto”.
In questi giorni, sottolinea la Ausl, il reparto di Rianimazione di Piacenza ha accolto due pazienti provenienti da Bologna, dove come documentato da Ilfattoquotidiano.it la situazione si è complicata in poco tempo con un aumento dei ricoverati e un abbassamento dell’età media dei pazienti che richiedono assistenza: “Siamo a disposizione dei colleghi. Vogliamo ricambiare quello che abbiamo ricevuto un anno fa. Gli altri ospedali hanno accolto i nostri pazienti per darci una mano. Oggi possiamo essere noi a farlo, se necessario”. La malattia, specifica l’equipe di terapia intensiva, “non è cambiata” ed “è sempre grave”.
“Non colpisce solo gli anziani e le persone con più patologie. Basta pensare alla ragazzina di 11 anni ricoverata a Bologna: nessuno si senta al riparo”, scrivono ancora. “Per questo – è il loro accorato appello – chiediamo ai nostri concittadini di non allentare la presa. Siamo tutti stanchi, vorremmo tornare a una vita normale, i pochi casi registrati nella nostra città sembrano suggerire un certo ottimismo. Ma la situazione potrebbe cambiare rapidamente. Noi siamo pronti e vi chiediamo: ciascuno faccia la sua parte. Mascherina, igiene delle mani, evitare gli assembramenti. Adulti e giovani. Non è il momento di mollare”.