COME È ANDATO SANREMO? – L’edizione del Festival 2021 si è conclusa. Sono in grado di far sapere cosa era stato preparato da un commentatore del Festival, prima di conoscere i risultati Auditel della prima serata. Il mio amico, di cui dopo rivelerò il nome, aveva diviso i giudizi su due colonne, una dove immaginava buoni risultati d’ascolto e l’altra dove i risultati d’ascolto calavano rispetto all’anno precedente. Qui di seguito, qualcosa in ordine sparso, più qualche nota aggiunta nei giorni seguenti.

LA SALA CON LE POLTRONE VUOTE
ASCOLTO ALTO: È stato giusto andare in onda anche se con le poltrone vuote. Il pubblico a casa ha apprezzato il coraggio di regalargli una cerimonia laica irrinunciabile per mantenere compatto lo spirito dell’Italia. Geniale il tormentone di Fiorello rivolto alle poltrone come se fossero animate: “Su i braccioli! Giù i braccioli!”.

ASCOLTO BASSO: Scelta clamorosamente sbagliata far vedere le poltrone vuote: ha acuito l’angoscia del pubblico a casa, che ha specchiato il proprio vuoto interiore con il vuoto dell’Ariston. Dovevano fare una scena senza platea. Pessima idea il tormentone di Fiorello “Su i braccioli! Giù i braccioli!”.

LE CANZONI
ALTO: Finalmente la tivù generalista si è rivolta ai giovani con artisti che, ai giovani, piacciono. Un festival svecchiato nell’occasione giusta, quando tutti i giovani costretti a casa si sono uniti con genitori e nonni nella visione di un evento che finalmente coinvolge tutti.

BASSO: Era ovvio che una scelta così estrema, cioè di formare un cast di cantanti semisconosciuto non avrebbe pagato. Soprattutto perché altrettanto era ovvio che il pubblico degli over 65 di Rai 1 lo avrebbe rifiutato. Oltre a questo, non si capisce perché mantenere la categoria giovani dove c’erano ragazzi più intonati di alcuni inseriti nei big. Forse si potrebbe studiare una sorta di Serie B, dove far retrocedere chi non ha meritato di cantare in Serie A e viceversa. Meno male che c’era Orietta Berti, la vera regina del Festival, adorabile anche con la sua gaffe dove dice che le piacerebbe duettare con i vincitori Naziskin, invece di dire Maneskin. Meraviglioso anche il vestito con le conchiglie disegnate ad altezza seno. Grande simpatia.

I TESTI DI FIORELLO
ALTO: Grande come sempre Rosario Fiorello. Ha intuito che gli italiani avevano voglia di leggerezza, quindi li ha distratti con monologhi allegri e simpatici, come esempio tra tutti, quello sui nomi delle dita dei piedi. È stato bello anche vederlo trascinare Amadeus in una corsa infantile e saltellante tra le eleganti poltrone di velluto dell’Ariston.

BASSO: Grave errore da parte di Fiorello di credere che un uomo di spettacolo come lui, in un momento così grave per l’Italia, potesse pensare che intrattenere con un monologo sui nomi delle dita dei piedi, fosse divertente? “Sai come si chiama il dito dopo l’alluce? Ilice!” Per favore Fiore, tu rimani un genio, ma questa volta hai toppato: gli italiani volevano ascoltare ben altro.

IBRA
ALTO: Zlatan Ibrahimovic è la rivelazione del Festival 2021. Geniale l’idea del Festival che non è di Amadeus, ma di Zlatan. Il suo personaggio di burbero benefico ha conquistato il pubblico che ha goduto delle sue pause, come in passato ha goduto di quelle di Adriano Celentano, che Ibra ha praticamente sostituito. Ottima l’idea di scritturarlo per tutte le sere.

BASSO: Inspiegabile la scelta di scritturare il calciatore Zlatan Ibrahimovic per l’intera edizione 2021 del Festival. Il tormentone “questo è il Festival di Zlatan” alla terza volta che lo sentiamo già ci ha stufato. Le sue pause sono così lunghe che tanti spettatori ne hanno approfittato per andare in bagno. Non è piacevole sentire un calciatore strapagato e da tanti anni in Italia dire “Io venuto Festival”. Un po’ di DAD sarebbe servita anche a lui.

LO SPIRITO DEL TEMPO
ALTO: questo Sanremo ha colto con grande intuito lo spirito del tempo che stiamo vivendo dopo un anno di pandemia. La gente aveva voglia, finalmente, di un po’ di leggerezza e gioventù, per uscire per una settimana dal tunnel dell’angoscia di questo ultimo anno. Grazie a tutti.

BASSO: Era chiaro che lo spirito del tempo di questo periodo non avrebbe mai accettato di dimenticare quello che gli italiani stanno soffrendo. Nessuno, in Italia, dopo un anno di pandemia ha voglia di distrarsi con la musica leggera. La leggerezza non può essere imposta, ma nasce naturalmente. Dalla felicità e dalla speranza nel futuro. Questa speranza al momento non è percepita. Per questo, forse, era opportuno che questo Sanremo 2021 non fosse neanche concepito.

Questi erano gli appunti che avevo preparato. Mi sembra giusto renderli pubblici, perché sia chiaro quanto è inattendibile il mio parere sul Festival di Sanremo del 2021.

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