Non sono stato me stesso mai
Achille Lauro è come l’arte astratta, non si capisce cosa voglia dire. Ha presentato cinque quadri, per cinque serate: chiariamo subito che non abbiamo afferrato il messaggio di questo viaggio nei generi musicali. Performance articolate, con ospiti (da Monica Guerritore ai coniugi Barra-Santamaria, che si sono addirittura baciati sul palco). Canzoni ma anche un po’ sermoni, accompagnati da parole messianiche: “Sarò un velo di mistero sulla vita, sarò la solitudine nascosta in un costume da palcoscenico. Sarò sessualmente tutto, Genericamente niente. Sarò esagerazione, teatralità, disinibizione. Sarò peccato e peccatore. Porterò un messaggio del mondo all’umanità. E chiederò che Dio ci benedica”. Tanto nudo, tanto sangue (dagli occhi e dal cuore), una trasgressione che non indigna più neanche la Cei (venerdì è uscito con il tricolore, in abito da sposa inscenando un matrimonio gay e ha baciato lo sposo). Dracula e Gesù, David Bowie e Arturo Brachetti. Per stupire ormai dovrebbe vestirsi da impiegato di banca.