Joe Biden ce l’ha fatta. Il Senato degli Stati Uniti ha approvato il nuovo maxi piano di aiuti contro il Covid da 1.900 miliardi di dollari. Un programma enorme che dovrebbe ridare respiro alla popolazione e alle imprese devastate da un anno di pandemia. La situazione si è sbloccata nella serata di ieri, quando i rappresentanti democratici hanno raggiunto un accordo per estendere fino al prossimo 6 settembre i sussidi di disoccupazione da 300 dollari a settimana. Così, quando si è arrivati al momento del voto, i ‘sì’ hanno prevalso per 50 voti a 49, visto che un repubblicano era assente. Ora il provvedimento torna alla Camera, dove non dovrebbe trovare alcun ostacolo, per il voto finale e poi finirà allo Studio Ovale per la firma del presidente. Ma Biden ha già un’altra sfida da affrontare: quella dei circa 100mila migranti arrestati alla frontiera con il Messico solo a febbraio, dopo un’enorme ripresa dei flussi migratori dovuti anche alle promesse di politiche meno aggressive rispetto al predecessore Donald Trump. E la proposta di convertire dei centri di detenzione in punti di accesso e controllo per queste persone, in stile Ellis Island, fa già discutere.
Un bazooka da 1.900 miliardi: l’arma di Biden contro la crisi generata dal Covid
Rispetto alla versione del pacchetto già approvata la scorsa settimana alla Camera, come detto l’accordo raggiunto al Senato prevede l’estensione della durata dei sussidi federali di disoccupazione (dal 29 agosto al 6 settembre) e il loro ridimensionamento (da 400 a 300 dollari a settimana). I Dem hanno inoltre raggiunto un’intesa per rendere i primi 10.200 dollari del 2020 non tassabili per le famiglie con redditi inferiori ai 150mila dollari all’anno. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha già fatto sapere che Biden sostiene l’accordo raggiunto dai Dem al Senato, anche se non è stato approvato l’emendamento di Bernie Sanders per l’aumento del salario minimo.
Ed è stato lo stesso Joe Biden, più tardi, a manifestare la propria personale soddisfazione per l’intesa al Senato: “Quando mi sono insediato, promisi che l’aiuto stava arrivando – ha dichiarato – Grazie a Chuck Schumer (leader del partito al Senato, ndr) e ai senatori democratici abbiamo fatto un altro passo da gigante nel mantenere quella promessa”. Questo via libera, ha poi assicurato il presidente in carica, “farà una grande differenza per molte vite nel Paese, ci mette sulla strada di battere il virus e dimezzerà la povertà infantile”, ha aggiunto sostenendo che ci sono “giorni più luminosi davanti”.
I complimenti arrivano anche dall’ex presidente Barack Obama che dopo questo voto ha voluto ricordare che “le elezioni contano e stiamo vedendo perché – ha twittato – Congratulazioni all’amministrazione Biden e al popolo americano per il disegno di legge che migliorerà la vite delle famiglie nel Paese”.
L’altra emergenza: 100mila migranti fermati solo a febbraio, è il numero più alto dal 2006
Nemmeno il tempo di esultare per il successo ottenuto al Senato che alla Casa Bianca ci si deve subito rimettere al lavoro per risolvere un’altra emergenza tornata d’attualità nelle ultime settimane: è infatti crisi al confine col Messico, dove a febbraio sono stati arrestati quasi 100mila immigrati, il numero più alto in questo mese dal 2006 negli Stati Uniti. Gli agenti inoltre hanno fermato oltre 4.500 persone che attraversavano la frontiera nella sola giornata di mercoledì scorso: un segnale che gli ingressi illegali potrebbero continuare ad aumentare anche a marzo. Un’ondata migratoria alimentata probabilmente dalla svolta ‘aperturista’ del presidente, che ha rottamato tutte le politiche restrittive di Trump e ora si trova a gestire un nuovo esodo.
E tra le proposte sul tavolo c’è anche quella di trasformare un paio di centri di detenzione in punti di accesso e ispezione in stile Ellis Island, la storica isola davanti a New York che è stata per decenni la principale porta d’ingresso dei migranti, italiani compresi, negli Stati Uniti. Nessuna detenzione forzata, però: nell’idea del presidente, le famiglie che entreranno in questi centri per svolgere i controlli di rito dovranno restarci per non più di 72 ore. Un cambio radicale rispetto alle amministrazioni Obama e Trump, quando i bambini mostravano sintomi di depressione e traumi dopo aver aver trascorso lunghi periodi di detenzione con i loro genitori. In base al nuovo piano, la polizia per l’immigrazione tratterrà le famiglie solo per il tempo necessario per gli esami medici, compresi i test anti Covid, e per fissare le udienze in tribunale per la richiesta di asilo. Si sta valutando anche la vaccinazione contro il coronavirus per evitare un aumento dei contagi. I centri individuati sono quelli di Dilley e Karnes City in Texas. Un terzo centro in Pennsylvania è già vuoto dopo che le famiglie sono state rilasciate la scorsa settimana. Il governo Biden sta inoltre considerando di usare una base militare in Virginia, Fort Lee, a 2.400 chilometri dal confine, per ospitare i minori non accompagnati: attualmente ce ne sono 7.700 in custodia, il numero più alto dal 2019.