Benno Neumair ha confessato. Stando ai verbali di due interrogatori appena desecretati dalla procura di Bolzano, è stato lui ad aver ucciso i genitori Laura Perselli e Peter Neumair la sera del 4 gennaio scorso, per poi gettarli da un ponte nel fiume Adige. A comunicare gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sono gli stessi magistrati che, contestualmente alla desecretazione degli atti, hanno fatto richiesta di incidente probatorio per accertare le capacità di intendere e di volere del ragazzo. Neumair, attualmente detenuto in carcere a Bolzano, sarà quindi sottoposto a perizia psichiatrica in caso di via libera del gip. La confessione è avvenuta un mese fa, subito dopo il ritrovamento del cadavere di sua madre Laura Perselli nell’Adige. Lo ha detto l’avvocato del giovane bolzanino, Flavio Moccia: “La confessione – ha spiegato – è avvenuta dopo un forte ed intenso crollo psicologico”.

La coppia è scomparsa improvvisamente il 4 gennaio scorso. Tre settimane dopo, il 29 gennaio, il figlio è stato arrestato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. La prima svolta è arrivata il 6 febbraio, quando la salma di Laura Perselli è stata trovata nell’Adige, vicino a Egna. Durante l’interrogatorio di garanzia il 30enne si era avvalso della facoltà di non rispondere, ma poi tramite i suoi difensori ha manifestato la volontà di incontrare gli inquirenti. Quindi si è arrivati alla confessione: Benno Neumair, stando a quanto riporta l’Ansa, ha raccontato agli inquirenti di aver strangolato il padre Peter dopo una breve colluttazione, mentre Laura Perselli è stata uccisa lo stesso giorno in un secondo momento. Il 30enne avrebbe anche dichiarato di aver gettato entrambi i corpi nel fiume. Nel frattempo, fa sapere la procura, riprenderanno le ricerche, sospese nei giorni scorsi, del corpo di Peter Neumair.

La svolta nel caso arriva quindi a più di due mesi dalla scomparsa della coppia e dopo settimane di silenzio. Le ultime prove risalivano infatti a metà febbraio, quando l’autopsia sul corpo di Laura Perselli aveva confermato la morte per strangolamento. I segni sul corpo erano compatibili con l’utilizzo di una corda da arrampicata, come quelle che Benno Neumair aveva in casa. Le indagini però si sono fin da subiti concentrate sul figlio, per via di atteggiamenti sospetti, a partire da quel ritardo di 20 ore tra la “scomparsa” dei genitori e il momento in cui ha dato l’allarme.

Poi ci sono gli elementi raccolti in settimane di indagini: il viaggio da Bolzano a Ora che dura più del normale, il cellulare spento e poi riacceso a poco distanza dal ponte di Vadena dove sono state trovate le macchie di sangue del padre. Ancora le tracce sulla Volvo che Benno Neumair stava per portare a lavare, la ferita al dito e l’acqua ossigenata acquistata in un emporio. Senza dimenticare i sospetti dei parenti, a partire dalla sorella Madè, e gli audio in cui anche la madre si dimostrava preoccupata per alcuni comportamenti del figlio.

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Benno Neumair, il crollo dopo il ritrovamento del corpo di Laura Perselli: “La mia mamma non c’è più”. Così ha deciso di confessare

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