Il numero uno di viale dell'Astronomia si dice anche preoccupato per le "statalizzazioni" con particolare riferimento ad Alitalia e Autostrade. Perché, spiega Bonomi, "la gestione pubblica, come tutti sanno, non ha dato grandi risultati". Sui contratti l'auspicio è quello di una "flessibilità" che consenta alle aziende di far fronte al momento eccezionale
Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, intervistato da Il Messaggero avverte: “Basta perdere altro tempo sul lavoro, basta con le proroghe, i rinvii, i tentennamenti, perché con 5,6 milioni di persone in povertà assoluta, un milione in più in un anno, quella dell’occupazione più che un’emergenza è una vera tragedia a cui bisogna fare fronte subito”. Come? “Il blocco dei licenziamenti si sta trasformando anche in un blocco delle assunzioni. Andare avanti a colpi di proroghe non risolve i problemi, semmai li aggrava”. Quindi in sostanza Confindustria chiede prima di rimuovere il blocco perché una volta alleggeriti gli organici si potrà tornare ad assumere. Senza dimenticare di aumentare ancora la flessibilità contrattuale. “Va modificato il contratto a tempo determinato, rivedendo il meccanismo delle causali che non ha funzionato, per dare flessibilità in una fase complessa come quella che viviamo. Chiediamo misure per assumere, non per licenziare”, spiega il numero uno di Confindustria.
Bonomi, “in vista del varo del decreto che si occuperà di ristori e licenziamenti”, chiede anche “un cambio di metodo urgente sul tema lavoro. Il governo deve convocare subito tutte le parti sociali, imprese e sindacati insieme”. Tra le sue proposte, “abbassare da subito il livello del contratto di espansione, ora bloccato alle aziende con 250 dipendenti: ciò favorirebbe le assunzioni, la staffetta generazionale. Inoltre andrebbe rafforzato il bonus per giovani e donne, agganciandolo al contratto di espansione”. Bonomi si dice quindi preoccupato dal tema della “statalizzazione” perché “la gestione pubblica, come tutti sanno, non ha dato grandi risultati”. Sulla vicenda Autostrade “non vanno fatte operazioni fuori dalle regole di mercato”, insomma nessuno sconto allo Stato che compra dai Benetton.