C’era una volta, e c’è ancora, una favola davvero bruttina. Si racconta di un compleanno e in genere un compleanno si festeggia; invece questa volta la festeggiata, la donna, vorrebbe tanto non essere la protagonista. E non perché non abbia i numeri, come si dice, ma perché i numeri che può vantare sono davvero tristi. E vi assicuro, non parliamo degli anni. No, no. Quelli se li porta benissimo, sembra quasi che tutto quello che si racconta su di lei, si dica per la prima volta. Come se fosse nata ieri.

Questa favola brutta brutta si intitola La donna ai tempi del Covid e la festeggiata spegne una candelina fatta da tantissimi numeri. Anzitutto ha perso tanti ma tanti posti di lavoro: pensate, 310mila solo nel 2020. Pazzesco, vero? Soprattutto considerando che li ha persi quasi tutti lei, visto che nel totale ne sono scomparsi 444mila… Ci sarebbe davvero da capire come si fa, adesso. Mica potrà essere tutto uguale a prima se non ci sono più così tante lavoratrici, non credete? Eppure pare che questi numeri non dicano niente a nessuno, anche se in tanti continuano a dire che il paese si fermerà se le donne non ritorneranno a lavorare per bene. Sarà.

Io non so più a chi credere, ma questa piccola favola bruttina voglio comunque continuare a raccontarla. Anche se vi dico la verità, a tratti ho la sensazione che non sia una storia tanto originale. Anzi, a essere sincera secondo me da qualche parte l’ho già sentita. Forse non proprio uguale, ma molto simile. Soprattutto quando dopo quella brutta crisi del 2008, l’Italia è risultata il paese con la crescita minore in Europa. Già allora ci era stato raccontato che le ragazze sono più preparate, istruite e veloci rispetto ai ragazzi, eppure oggi come allora sono state proprio loro a perdere più facilmente il lavoro.

Secondo voi perché? Io non lo so. Quello che so invece, e ve lo dico, è che in questa favola c’è anche uno smarrimento. Non come quello di Cappuccetto che si perde nel bosco, no. C’è lo smarrimento – nel senso che si sono perse – di più di quattromila aziende – e non ci crederete – tutte guidate da donne. Tu guarda che strano… E perché non è strano anche che siano state proprio le lavoratrici donne le più colpite nei luoghi di lavoro da questo terribile contagio? Ma pensa un po’.

Mi viene quasi da fare una battuta: in questa favola brutta e anche triste, l’unica volta che l’ago della bilancia pende dalla parte della festeggiata è per un guaio. Lo ammetto, sto raccontando una storia che annoia un po’ anche me. Ma come in tutte le storie, adesso vi sorprenderò. Vi butto lì un colpo di scena, mi permetto di dire. State a sentire qua, questa sì che è una novità. Avete presente questi soldini che stanno per arrivare? Questo bel bottino da 209 miliardi che se facciamo i bravi e svolgiamo per bene tutti i compiti gli dei dell’Olimpo ci sganceranno dall’alto come un pacchetto di viveri? Ebbene, notizia bomba. Dovrà essere importante, ci dicono quelli che devono sganciare, che anche la donna abbia un ruolo fondamentale nel gestirli. Cioè, mi piego meglio: mica arrivano i soldi e solo gli uomini li amministrano, no, no. Anche le donne, anzi soprattutto le donne. Piena partecipazione, la chiamano perché – dicono – si deve tenere conto della parità di genere.

Non lo so se mi sono ripresa nel finale di questa brutta favola triste e cupa. Lì per lì pensavo di sì. Adesso a rileggerla, credo invece di no. Mi sembra di aver copiato dagli anni precedenti. Sì, vero, non c’era il bottino e non c’era il Covid. Ma per il resto tutto uguale. Per cui scusate, la favola si conclude così: la festeggiata spegne velocemente le candeline perché sa già come andrà a finire la favola bruttina che sente raccontare ogni anno, da tanti e tanti anni a questa parte.

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