Cronaca

Vaccini, Von der Leyen: “Da AstraZeneca meno del 10% delle dosi pattuite per i primi 3 mesi. Stop all’export finché non rispetta i patti”

La presidente della Commissione europea chiarisce che la decisione dell'Italia non sarà "una tantum": il blocco alle esportazioni proseguirà fino a quando l'azienda non si sarà messa a pari con le consegne. "Se un’azienda non onora i propri impegni, non possiamo permettere che esporti. Perciò pieno sostegno e allineamento con Roma"

AstraZeneca sta distribuendo meno del 10% delle dosi di vaccino in Ue rispetto a quanto pattuito per il primo trimestre. Per questo, lo stop all’export delle fiale durerà finché l’azienda biofarmaceutica non si sarà rimessa a pari con le consegne in Europa. Dopo che la scorsa settimana l’Italia ha deciso di bloccare le 250mila dosi dirette verso l’Australia, facendo ricorso alle nuove regole introdotte proprio dalla Ue, ora è la stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a chiarire quali sono i contorni della decisione presa da Bruxelles: Se un’azienda non onora i propri impegni, è il ragionamento di von der Leyen, “non possiamo permettere che esporti. Ho sostenuto l’Italia fin dall’inizio perché da quanto vediamo AstraZeneca distribuisce meno del 10%” in Europa “di quanto fosse stato pattuito per il primo trimestre. Perciò pieno sostegno e allineamento con Roma”, ha ribadito.

La presidente della Commissione Ue ha parlato a un gruppo ristretto di media europei, tra cui l’agenzia Ansa, spiegano che, secondo il contratto, “AstraZeneca doveva iniziare a produrre prima di avere l’autorizzazione al mercato” e preparare le scorte “per distribuire le dosi una volta avuto il via libera. Ha funzionato con Biontech-Pfizer e Moderna, non ha funzionato con AstraZeneca. Vogliamo sapere cosa è successo“, ha aggiunto. Quella di bloccare l’export, quindi, “è stata una decisione consensuale“, ha sottolineato von der Leyen.

Per AstraZeneca, quindi, lo stop alle esportazioni resterà in vigore almeno fino a quando le consegne non rispetteranno quanto stabilito nel contratto: “Ci aspettiamo che accresca i suoi sforzi per distribuire di più e mettersi in pari. Questo sarà il riferimento sulla possibilità di esportare anche da altri Stati membri”, ha spiegato von der Leyen, chiarendo quindi che non sarà solo Roma a fermare l’export. La mancata autorizzazione dell’Italia, infatti, “non è una tantum – ha proseguito la presidente della Commissione – dipende dall’azienda” ricreare “la fiducia onorando il contratto. Se lo farà, certamente le porte dell’export saranno aperte”.

Von der Leyen ha anche chiarito che il via libera a eventuali nuovi vaccini contro le varianti arriverà più velocemente da parte dell’Agenzia europea per i medicinali: “L’Ema ha già pubblicato le linee guida per accelerare l’approvazione di vaccini adattati in caso di nuove varianti. Lo adotteremo in collegio l’11 marzo“. Infine, la presidente della Commissione ha respinto le accuse per la lentezza della vaccinazione in Unione europea, dovuta principalmente alla carenza di dosi frutto dei contratti firmati da Bruxelles: “L’Ue non sia il capro espiatorio. La nostra strategia di vaccinazione funziona. Sebbene il numero di infezioni stia aumentando in molti Paesi, il tasso di mortalità sta diminuendo. Ciò dimostra che la nostra strategia di vaccinazione, inclusa la definizione delle priorità delle persone anziane e vulnerabili, è quella giusta”, ha concluso von der Leyen.

Intanto, come annunciato domenica da Roberto Speranza, è arrivato il via libera del ministero della Salute all’utilizzo del vaccino di AstraZeneca anche nei soggetti sopra i 65 anni di età, esclusi però i soggetti “estremamente vulnerabili” per particolari patologie. La circolare firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, sottolinea che in base a ulteriori evidenze scientifiche “la somministrazione del vaccino di AstraZeneca è in grado d’indurre significativa protezione” anche nei soggetti di età superiore ai 65 anni. Per i soggetti “estremamente vulnerabili in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di Covid” si conferma invece l’indicazione a un uso preferenziale dei vaccini a Rna messaggero.

Lunedì sera sono arrivate all’aeroporto di Pratica di Mare, hub nazionale vaccini della Difesa, 684.000 dosi del vaccino. Dopo la suddivisione da parte del personale del ministero della Salute, da martedì inizierà la distribuzione nelle varie Regioni con i mezzi della Difesa nell’ambito dell’”Operazione Eos”. Il piano del ministero della Difesa, guidato da Lorenzo Guerini, è stato predisposto dal Comando Operativo di Vertice Interforze della Difesa in stretta cooperazione con la struttura commissariale per l’emergenza Coronavirus.