L'importo modesto con cui è retribuito l'incarico (25mila euro) si giustifica con compiti per lo più editoriali nella messa a punto delle presentazioni power point da presentare a Bruxelles. "Queste società sanno farlo in maniera più efficace rispetto al personale della pubblica Amminstrazione", ha spiegato il ministro
Nell’audizione parlamentare di questa mattina il ministro dell’Economia Daniele Franco è tornato sulla vicenda dell’incarico attribuito alla società di consulenza McKinsey. Sollecitato sul punto da diversi deputati il ministro ha prima ribadito che nessuna società privata non avrà alcun ruolo decisionale né accesso ad informazioni privilegiate. Franco ha ricordato come sia prassi diffusa tra governi ed istituzioni europee ricorrere ai servizi offerti da queste e società e come anche palazzo Chigi abbia in essere da tempo.
Franco è poi sceso più nel dettaglio su quelli che sono i compiti attribuiti a McKinsey con contratto da 25mila euro + Iva. L’incarico, ha detto il ministro “riguarda aspetti metodologici nella redazione del piano, aspetti più editoriali che di sostanza e senza nessuna intromissione nelle scelte. L’importo è del resto coerente con un lavoro di questo tipo”. Franco ha poi aggiunto: “Questo perché le strutture pubbliche a volte hanno bisogno di input specialistici per affrontare alcuni specifici lavori, tipicamente se uno deve fare delle presentazioni di slides a volte ci sono persone molto più efficaci a farlo di quanto possano esserlo dirigenti o funzionari pubblici che hanno altre competenze e qualità”.
In realtà più che di particolari capacità di elaborazione powerpoint, McKinsey approfitta del fatto che i suoi standard “editoriali” sono condivisi a livello internazionale e quindi più facilmente e immediatamente leggibili da tutti i soggetti implicati nella messa a punto dei piani per l’utilizzo dei fondi europei. Il “bollino” della società di consulenza statunitense è insomma una sorta di “certificato di qualità”, più di grafica che di contenuti, da esibire a Bruxelles.