Politica

Varoufakis attacca le scelte di Draghi. Accosta la società di consulenza McKinsey alla mafia e scatena il putiferio su twitter

Un tweet dell'ex ministro delle finanze greco scatena reazioni indignate sul social. Alla luce delle precisazioni del ministero delle Finanze il contenuto del messaggio è sbagliato. Ma tra l'economista e l'ex presidente della Banca centrale europea non corre buon sangue dal 2015, quando si scontrarono per il piano di salvataggio di Atene, come raccontato dallo stesso Varoufakis in un'intervista sul numero di Millenium in edicola dal 13 marzo

Il siluro arriva di primo mattino. Alle 9.21 di ieri l’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis twitta un messaggio destinato a sollevare un polverone. “Così prevedibile e così triste: Mario Draghi incarica McKinsey di organizzare la distribuzione dei soldi del Recovery fund. Quale la prossima mossa? Affidare alla mafia la riorganizzazione del ministero di Giustizia”

Come immaginabile l’esternazione dell’economista greco ha sollevato un’ondata di repliche indignate. “La prossima cosa da fare sarà quella di assumere Varoufakis come esperto di diritto fallimentare”, osserva Salvo Cozzolino. “Ci dispiace molto che voi non abbiate avuto una persona come Mario Draghi nel 2011 in Grecia”, commenta un altro utente. “Altro che Mafia. Dopo aver sperimentato Varoufakis &Co. al governo, i greci preferito avere come Primo ministro un ex dirigente di McKinsey come Kyriakos Mitsotakis“, replica il giornalista Luciano Capone. Risponde anche Luca Bizzarri, citando il tweet: “Ha aspettato pure, prima di scrivere la minchiata”. “Uno noto e disinformato bugiardo in azione” commenta l’economista Mario Seminerio.

Il contenuto del tweet è sbagliato, soprattutto dopo le precisazioni del ministero dell’Economia diffuse nel pomeriggio di sabato scorso. La società di consulenza statunitense infatti non si occuperà della distribuzione dei fondi ma avrà un ruolo di natura “editoriale”, in sostanza aiuterà a mettere a punto le slides da presentare alla Commissione Ue, in cambio di un compenso di 25mila euro. Ieri il ministro Daniele Franco ha ribadito che McKinsey non avrà nessun ruolo decisionale né avrà accesso ad alcuna informazione privilegiata. Il successivo riferimento alla mafia non è un esempio di buon gusto. E’ però improprio accusare Varoufakis di aver affermato che gli italiani sono mafiosi come gli rinfaccia qualche critico.

Non è un mistero che l’ex ministro greco, protagonista nel 2015 di difficili trattative con la troika (Fmi, Commissione Ue e Bce), abbia il dente avvelenato con l’ex presidente della Banca centrale europea. Degli scontri con l’allora banchiere centrale, ricostruiti anche nel libro “Adulti nella stanza”, Varoufakis ha parlato in un’intervista con il Fatto Quotidiano, anticipata lo scorso 27 febbraio e che uscirà in versione integrale sul prossimo numero di Millenium in edicola dal prossimo 13 marzo.

Varoufakis ha ricordato, in particolare, come Draghi abbia sabotato i tentativi della Grecia di recuperare la fiducia dei mercati e abbia accettato di avvallare le politiche di austerità di Angela Merkel nei confronti di Atene, ottenendo in cambio il via libera all’acquisto di titoli di Stato italiani. L’ex ministro greco guida il movimento Diem25 che è presente anche in Italia e si propone principalmente di riformare le istituzioni europee.

Va anche detto che McKinsey non si sta distinguendo per essere una società caratterizzata da un’ etica specchiata. Recentemente è stata coinvolta nello scandalo della vendita del farmaco oppioide Oxycontin che, solo negli Stati Uniti, ha causato la morte di almeno 230mila persone che avevano sviluppato dipendenza: “Hanno anteposto il profitto alla vita delle persone” ha commentato il procuratore generale del Colorado. E’ stata implicata in vicende di corruzione in Sud Africa e un’inchiesta del New York Times sulle drammatiche condizioni dei centri accoglienza, ha portato alla revoca dell’incarico assegnato dal governo Usa per la consulenza nella gestione dei migranti.