di Lorenzo Giannotti
Enrico Letta, persona perbene e molto preparata, qualora sciolga positivamente la riserva sulla guida del Pd dovrà risolvere anzitutto una questione: il parossismo della democraticità interna al partito, autoreferenziale e scollegata dalla realtà. Un profluvio di correnti interne che si prefigge di discutere di idee, ma che alla fine, puntualmente, indebolisce il segretario di turno. Discussioni che vorrebbero mettere al centro punti di vista alternativi (e già questo è curioso), ma finiscono sempre con lotte per la spartizione di pezzetti di potere più o meno ampi, come dimostra il “mi vergogno” di zingarettiana matrice.
In secondo luogo, sarà necessario un rinnovamento della classe dirigente di cui il professor Massimo Cacciari dà una definizione plastica: “i capi corrente e i gruppi dirigenti del Pd che non contano nulla, non prendono i voti manco in famiglia”. Gente come Andrea Marcucci, capogruppo al Senato (che “conosco” per motivi di residenza), al netto di essere una persona sicuramente pulita, corrisponde all’identikit di Cacciari: in più, essendo un ricco imprenditore di estrazione liberale, non vedo cosa possa rappresentare in un partito di centrosinistra.
E infine, decidere da che parte vuole stare il Pd, chi vuole rappresentare. Riportare (anzi, portare) il partito almeno a una parvenza di sinistra, e interrompere la rincorsa di un centro che non esiste in natura. Perché un elettore oggi dovrebbe votare il Pd? Con tutta l’onestà e la buona volontà che posso metterci, francamente non saprei rispondere, e gli ultimi sondaggi – con Conte a capo dei Conquestelle – lo certificano: il Movimento intercetta anche quella fetta di elettorato di sinistra più moderato e più impaurito dalla novità grillina cruda e urlatrice, grazie alla sicurezza che rappresenta l’ex presidente del Consiglio.
È possibile che il Pd (sedicente partito di centrosinistra) si sia fatto scippare l’opportunità di istituire il reddito di cittadinanza dal M5S, bollandolo come assistenzialismo e definendo i percettori dei vacanzieri? Cosa ne pensa il Pd della prescrizione? Non si sa perché ci sono mille distinguo e sfumature diverse, intervallate da supercazzole che bucano lo schermo per addormentare il telespettatore/elettore.
Riportare il Pd delle stanze buie del Nazareno a dialogare con chiarezza e senza ambiguità con le persone normali, questo sarà il compito più difficile di Enrico Letta. E questa è l’ultima opportunità, dopodiché potrebbe seriamente sparire come una bolla di sapone che incontra la punta di un ago. Auguri Enrico, e non stare sereno!