“Pink is the new black. Ovvero la delicatezza e la timidezza possono essere anche forti e potenti”. Quando Tecla Insolia ha partecipato prima a Sanremo Young ’19 poi tra le Nuove Proposte ’20, arrivando seconda, aveva appena 16 anni. Radici sicule, nascita a Varese, poi infanzia e adolescenza a Piombino, Tecla ha bruciato le tappe del canto, modello Lucio Dalla, già a 5 anni a solfeggiare e a 10 a registrare le prime partecipazioni a concorsi nazionali. Un viso dolce, senza troppi fronzoli di trucco, tra le performance de L’amore si odia, Vorrei incontrarti tra cent’anni e il suo brano 8 marzo a Sanremo Young nel 2019 e poi tra le Nuove Proposte all’Ariston nel 2020 la Insolia ha fatto ascoltare doti canore interessanti, una voce pulita a suo agio nel parlato come nell’accendere all’improvviso gli acuti, insomma un prospetto mica male vista l’età e la possibilità di trovare una propria poetica a livello di testi. In molti hanno subito paragonato l’esordio anticipato ad altre cantanti giovanissime/i sul palco di Sanremo. Gigliola Cinquetti quando vinse nel ’64 con Non ho l’età aveva 17 anni. La Pausini de La Solitudine ne aveva 19. Anche se forse l’unico paragone possibile è con due uomini: Ron che, quando esordì a Sanremo nel 1970, aveva 16 anni come la Insolia, settimana più settimana meno; e Luis Miguel che a Sanremo cantò da 15enne. Ad ogni modo la ragazzina toscana si è presa il suo tempo. 8 marzo, il brano che l’ha fatta arrivare seconda tra le Nuove Proposte nel 2020, dietro Leo Gassman, ha un testo che voleva combattere i pregiudizi sulle donne e far “risvegliare la coscienza nelle ragazze per non farsi umiliare”. La scuola procede, anche se tra i terribili alti e bassi della disgraziata DaD, in un istituto tecnico con indirizzo da grafica pubblicitaria. Poi ecco la nuova chiamata di Sanremo. Amadeus che la vuole sul palco della serata finale. Una bella soddisfazione. In attesa che arrivi il primo album tutto suo.