Dopo le polemiche dei giorni scorsi il ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato sul suo sito la“determina a contrarre” con la società di consulenza statunitense McKinsey. Datato 19 febbraio 2021 il contratto stima il pagamento in 30mila euro più Iva. La nota del ministero diffusa il 6 marzo specifica che il pagamento poi concordato è stato di 25mila euro più Iva. Il documento contiene anche l’elenco dei compiti affidata al consulente che vengono suddivisi in 3 capitoli. Il primo è l’elaborazione di uno studio comparativo tra i piani elaborati dai vari paesi UE per l’utilizzo dei fondi del recovery fund.

Il secondo è un’attività finalizzata ad assicurare il rispetto delle scadenze delle consegne dei piani da parte delle varie amministrazioni pubbliche. Il terzo è indicato come “Accesso su richiesta dell’Amministrazione a documentazione, dati o contatti con esperti di settore nell’ambito del network internazionale McKinsey per la finalizzazione dei progetti di investimento e riforma predisposti dalle Amministrazioni nel Recovery Plan”. Nella sua audizione alla Camera il ministro dell’Economia Daniele Franco ha fatto riferimento a compiti per lo più di natura editoriale citando “la messa a punto di slides” in linea con i desiderata della Commissione Ue. Compito che si è scelto di affidare a consulenti esterni poiché funzionari e dirigenti della P.A. “hanno altre competenze e qualità”.

La durata dell’incarico è di 10 settimane e prevede l’assegnazione di un “Supporto specialistico al dipartimento da parte di un team di lavoro composto da almeno tre risorse a tempo parziale, incluso un senior partner e un partner McKinsey, per la finalizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano (il cd. “Recovery Plan”) e dei relativi progetti di riforma e investimento, nelle modalità e nei tempi richiesti dalla Commissione europea”

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