Ieri sera su Tv8 è andata in onda l’intervista integrale, in lingua italiana, che la conduttrice Oprah Winfrey ha fatto a Meghan Markle e al principe Harry – la versione originale era già stata trasmessa negli Stati Uniti domenica sera e nel Regno Unito il giorno successivo. La corona britannica attendeva con una certa preoccupazione le rivelazioni della coppia e, stando ai commenti della stampa mondiale che circolano da un paio di giorni, la preoccupazione era più che fondata. La bomba sganciata da Meghan Markle in attesa del secondo figlio – anzi figlia – ha riguardato soprattutto le accuse di razzismo lanciate all’entourage della famiglia reale inglese.
L’ex attrice americana ha raccontato di fronte ad un’incredula Oprah Winfrey che, quando era incinta del suo primogenito, un membro della Casa reale aveva mostrato preoccupazione per il colore della pelle che avrebbe avuto il bambino. “Cosaaa?” l’esclamazione attonita accompagnata da un’espressione del volto dell’anchorwoman statunitense che è già passata negli annali della storia della televisione: è stato probabilmente uno dei momenti che ha maggiormente catalizzato l’attenzione dei 17,1 milioni di ascoltatori incollati alla tv la scorsa domenica.
Meghan Markle non ha mai fatto il nome della regina Elisabetta e, anzi, ha dichiarato che con la nonna di suo marito ha sempre avuto un buon rapporto. L’atteggiamento razzista, retrogrado, meschino e soffocante secondo la Markle proveniva dagli alti funzionari che ruotano attorno alla famiglia reale, ne curano l’interesse e intrattengono con la stampa britannica un rapporto di do tu des, nel senso che l’una garantisce la sopravvivenza dell’altra a patto di radicare nell’opinione pubblica l’idea che la monarchia sia intoccabile e chi non ubbidisce ciecamente al protocollo è una pecora nera da additare come elemento disturbatore e corpo estraneo.
Analisi perfettamente condivisa dal principe Harry che, pur ribadendo l’affetto che lo lega alla regina Elisabetta, si spinge oltre dichiarando di essersi reso conto di aver vissuto per lungo tempo intrappolato in un sistema che tiene tuttora in ostaggio suo fratello William e suo padre Charles, l’erede al trono. Un padre che negli ultimi tempi si sarebbe persino negato al telefono, nonostante Harry avesse comunicato per tempo alla nonna l’intenzione sua e della moglie di non voler più essere membri attivi della famiglia reale e di volersi trasferire definitivamente negli Stati Uniti. Ma quello su cui pochi commentatori hanno puntato l’attenzione è, a mio parere, un terremoto ancora più devastante dell’accusa di razzismo rivolta a quella che la coppia chiama “la ditta”, ovvero all’entourage della famiglia reale.
Ad un certo punto dell’intervista esclusiva, la Markle racconta ad Oprah del periodo in cui, durante la prima gravidanza, si sentì isolata, relegata nella sua residenza e nello stesso tempo controllata a vista dagli assistenti di palazzo e sempre sotto la lente spietata dei tabloid al punto da cadere in depressione. “Sono stata così male che avrei potuto compiere un gesto estremo. Io non volevo più vivere, era un pensiero chiaro, concreto, terrificante che non mi lasciava mai. Ricordo come Harry mi cullasse nei momenti peggiori, poi decisi di chiedere aiuto all’Istituzione, dissi che non ero mai stata così male e che avevo bisogno di aiuto, e mi risposero che non sarebbe stato un bene per l’Istituzione. Adesso ho deciso di parlarne con lei perché c’è tanta gente che ha paura di chiedere aiuto”.
Queste parole probabilmente faranno tremare la Corona molto più delle accuse di razzismo, non solo per l’inevitabile accostamento all’intervista che Lady Diana rilasciò alla Bbc nel 1995, confessando di aver sofferto di bulimia e depressione, ma anche perché è davvero difficile non cogliervi un accorato e sincero appello e una richiesta di attenzione negata in nome di ciò che conviene o non conviene alla famiglia reale.
Oprah Winfrey oltre ad essere un’indiscussa protagonista e regina dello show business d’oltreoceano, che mischia sapientemente l’intrattenimento e l’informazione, è notoriamente una figura pubblica impegnata nella sensibilizzazione sulle tematiche connesse con i disturbi mentali, la depressione e il male di vivere che relega chi ne soffre nella solitudine e nell’incomprensione, come se la malattia che non si vede non avesse il diritto di esistere e il “cupio dissolvi” evocato dalla Markle fosse solo il capriccio di persone annoiate e viziate. Se Oprah ha fortemente voluto che questa intervista andasse in onda urbi et orbi è perché è una profonda conoscitrice di argomenti sui quali sa di essere inattaccabile, con buona pace della stampa e della Corona inglese.
Quando la coppia ha parlato dell’atteggiamento ossessivamente ostile dei giornali inglesi, amplificato dai social che almeno non esistevano ancora ai tempi di Lady Diana, Harry ha affermato di aver allontanato sua moglie e suo figlio da quell’ambiente tossico per evitare che la storia si ripetesse. Trovarsi all’improvviso senza scorta e senza protezione per Harry e Meghan è stato un segnale ancora più forte del fatto di non poter più contare sul sostentamento economico della famiglia reale. Harry ha precisato che il suo attuale patrimonio consiste nell’eredità lasciatagli dalla madre Lady Diana e che molto probabilmente le risorse economiche su cui potrà contare la sua nuova famiglia deriveranno dai ricavi della nascente casa di produzione che si chiamerà “Archiewell Production” in onore del primogenito.
Certamente una famigliola consapevole dei propri privilegi e delle risorse su cui può contare, ma che ha raccontato una sofferenza e un disagio che nulla hanno a che vedere con lo status sociale ed economico. Dichiarazioni che hanno indotto i detrattori della coppia a dipingerli come individui senza scrupoli dediti a tramare alle spalle della regina mentre c’è chi, come la sottoscritta, ha colto sincerità e coraggio nelle loro parole.
Chi fra giornalisti, commentatori, opinionisti in queste ore sta dipingendo Meghan Markle come un’avida arrampicatrice, capace di simulare e dissimulare grazie al suo passato di attrice e Harry come un fantoccio manipolato dalla moglie, probabilmente non ha mai avuto a che fare con un esaurimento nervoso o con la depressione. Il mio augurio a queste persone è di continuare ad ignorare cosa sia la terribile sofferenza patita da chi ne soffre o ne ha sofferto e il mio consiglio non richiesto è di astenersi dal giudizio su una cosa che fortunatamente non hanno mai avuto l’occasione di conoscere.