“Il colosso di Seattle deve prendere atto, suo malgrado che il sindacato fa parte della storia e del percorso costituente del nostro paese e con questo deve confrontarsi, in Italia”. Così Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Assoespressi hanno annunciato che il 22 marzo si terrà in Italia il primo sciopero di tutto il personale della filiera di Amazon, quindi addetti degli hub e alle consegne (i driver). La trattativa sulla piattaforma per la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon, hanno riferito le tre sigle sindacali, “si è interrotta bruscamente a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare positivamente le tematiche poste dal sindacato”. Molti i punti rivendicati da Filt, Fit e Uilt, che vanno dalla verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti nella filiera, al corretto inquadramento professionale del personale, dalla riduzione dell’orario di lavoro dei driver all’indennità Covid per operatività in costanza di pandemia.
Lo sciopero riguarda tutto il personale dipendente di Amazon Logistica Italia cui è applicato il contratto nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, Amazon Transport Italia e di tutte le società di fornitura di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci che operano per Amazon Logistica ed Amazon Transport.
Oltre all’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare positivamente le tematiche poste dal sindacato, i sindacati denunciano anche “la latitanza di Amazon sul tavolo del delivery e l’assenza di risposte della multinazionale americana in relazione alla prosecuzione del confronto, avviato a gennaio, relativamente al personale dipendente ed a quello che opera negli appalti dei servizi di logistica. Amazon manifesta – affermano – col suo comportamento inaccettabile, l’indisponibilità cronica ad un confronto con le rappresentanze dei lavoratori in spregio alle regole previste dal CCNL e ad un sistema di corrette relazioni sindacali”.
“Non è vero quanto dichiarato dal sindacato in merito al mancato confronto, tanto è vero che si sono svolti due incontri nel mese di gennaio. Riguardo all’incontro svoltosi ieri con Assoespressi, ci teniamo a sottolineare che per le consegne ai clienti, Amazon Logistics si avvale di fornitori terzi. Perciò riteniamo che i corretti interlocutori siano i fornitori di servizi di consegna, nonché le Associazioni di Categoria che li rappresentano”. Così Amazon in una nota in riferimento alle critiche dei sindacati.
Nel frattempo in Alabama continuano le operazioni di voto nello stabilimento di Bessemer che potrebbe essere il primo di Amazon negli Stati Uniti a dotarsi di una rappresentanza sindacale. L’azienda è stata fortemente criticata per aver adottato diversi espedienti per sabotare la consultazione. Lo scorso primo marzo persino il presidente Joe Biden si è schierato a fianco dei lavoratori Amazon.