Il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sancirà la stretta per molte Regioni: quasi certo il passaggio nella fascia più dura per il Piemonte, così come dell'Emilia-Romagna. La Lombardia è al limite con un Rt intorno a 1,3. Rischia anche il Veneto. Zaia: "Siamo sul filo". Il Lazio invece questa volta potrebbe finire in arancione
I dati sulla diffusione del coronavirus raccontano anche questa settimana un quadro generale “in peggioramento” in tutto il Paese: al di là delle decisioni del governo su una nuova stretta, attese per venerdì, il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sancirà il passaggio in zona rossa di diverse Regioni, oltre a Basilicata, Campania e Molise. Tra queste quasi sicuramente ci sarà il Piemonte, che ha un indice di contagio (Rt) salito all’1,41. Stessa sorte prevista per l’Emilia-Romagna. È al limite anche la Lombardia: il Corriere della Sera segnala un’incidenza di 312 casi ogni 100mila abitanti. L’Rt lombardo però sembrerebbe assestarsi intorno a 1,3, leggermente sopra l’1,25, ovvero la soglia che fa scattare il passaggio in fascia rossa. Valore dell’indice di contagio intorno a 1,3 anche in Friuli-Venezia Giulia. In bilico tra arancione e rosso si trova anche il Veneto. Infine il Lazio, fino ad oggi una delle 6 Regioni a rimanere in zona gialla, dovrebbe passare (almeno) in arancione. L’Unità di Crisi della Regione comunica uno scenario “previsto in netto peggioramento“.
È stato lo stesso governatore del Piemonte, Alberto Cirio, a comunicare che in Regione l’Rt si assesta a 1,41: l’Iss ha anticipato il dato. Il valore dell’Rt, insieme agli altri indicatori, sembra dunque portare il Piemonte in zona rossa. L’incidenza è di 279 casi ogni 100 mila abitanti. Aumentano i focolai e la percentuale di tamponi positivi. Oltre soglia, riporta l’Ansa, anche l’occupazione di posti letto sia di terapia intensiva (36% in crescita rispetto al 29% della settimana precedente e oltre la soglia limite del 30%) sia di posti letto ordinari (42% in crescita rispetto al 37% della settimana precedente e oltre la soglia limite del 40%).
La Lombardia invece ha un Rt leggermente più basso e invece un’incidenza superiore. Giovedì i nuovi casi sono saliti a 4.422, con un tasso di positività al 7,9%. Oltre ai 1.191 contagi accertati a Milano e provincia, restano preoccupanti i numeri nel Bresciano, con 1.080 casi giornalieri. Dagli Spedali Civili denunciano da giorni di essere vicini alla saturazione delle terapie intensive: a livello regionale la Lombardia ha superato la soglia critica del 30% di posti letto di T.I. occupati da pazienti Covid e ora è al 43%. Secondo il governatore Attilio Fontana, però, non è ancora certo che diventi zona rossa: “Domani abbiamo una riunione con il governo ma noi stiamo aspettando dalla cabina di regia i nostri dati per capire in che condizione ci troveremo. Lo dico chiaramente: ora noi stiamo soffrendo e c’è una tensione ospedaliera importante, con una diffusione più rapida rispetto alle altre ondate”, ha spiegato su Telelombardia.
“Coi dati che stanno emergendo” che passi tutta la regione in zona rossa “è nelle cose”, ha spiegato l’assessore regionale alla Salute in Emilia-Romagna Raffaele Donini, a Timeline su Skytg24, ricordando i provvedimenti regionali che hanno già aumentato le restrizioni per Modena, Bologna e la Romagna, mentre il resto delle province è ancora arancione, a parte Reggio Emilia che è arancione scuro. “L’incidenza dei casi è sopra 250 per 100mila abitanti per settimana e nei reparti abbiamo una saturazione al 45% in terapia intensiva e 49% nei reparti covid”.”In questi giorni speriamo tutti di essere in condizione di avere il picco – aggiunge Donini – ma stiamo registrando ancora tanti casi, alcuni dal punto di vista clinico molto problematici”. Meno tragica ma comunque grave la situazione in Veneto: “Per quanto riguarda la classificazione siamo sul filo del rasoio tra arancione e rosso, come molte altre regioni, risetto ai numeri”, ha detto Luca Zaia, ricordando che la zona rossa scatta con un Rt a 1.25.
Il Lazio settimana scorsa ha evitato per pochissimo la zona arancione, con un Rt a 0,98 (a 1 probabilmente sarebbe scattata la stretta). Ora invece il cambio di colore è certo: negli ultimi 7 giorni i nuovi casi sono cresciuti di più del 15% rispetto alla settimana precedente e continua ad aumentare la presenza di varianti. “I dati del contagio sono in aumento e raggiungono i livelli di due mesi fa, con un trend di crescita rispetto alle due settimane precedenti. Lo scenario è previsto in netto peggioramento, bisogna mantenere altissimo il livello di guardia”, comunica l’Unità di Crisi. che poi aggiunge: “Non è possibile concedersi nessuna distrazione, il virus con le sue varianti sta riprendendo vigore, la priorità è quella di interrompere ora la catena di trasmissione“.