“Ci sono segnali chiari: la terza ondata della pandemia è già iniziata in Germania“. Il capo dell’istituto Robert Koch, Lothar Wieler, confida di essere “molto preoccupato” per l’andamento dei contagi e ai tedeschi dice: “Distanziamento e mascherine sono ancora necessari”. Dopo un lockdown duro cominciato a metà dicembre e prorogato fino al 28 marzo, a fine febbraio la cancelliera Angela Merkel e i Länder si sono accordati per un piano di allentamenti graduali delle restrizioni, cominciato con il ritorno parziale alla scuola in presenza (prima per asili ed elementari) e la riapertura dei parrucchieri. Ora però i contagi sono già tornati a salire: il Koch Institut segnala 14.356 nuovi positivi in un giorno. Sono 2444 casi in più rispetto a giovedì di una settimana fa. Anche l’incidenza settimanale è aumentata a 69,1 casi ogni 100mila abitanti. Senza dimenticare altri 321 decessi in 24 ore.
Per Wieler, che ha parlato ai giornalisti dell’associazione delle Nazioni unite (Acanu) di Ginevra a un anno di distanza dal giorno in cui l’Oms dichiarò la pandemia, ha sottolineato quindi che anche in Germania sarà una primavera di cautela e con le restrizioni. L’obiettivo è arrivare all’autunno con l’80% della popolazione vaccinata: “A quel punto tutte le misure potrebbero essere revocate”, ha spiegato il capo dell’Rki. Misure che in Germania continuano a essere durissime ormai da tre mesi e che però hanno consentito di riabbassare la curva dei contagi, fino ad avere una media di 7mila casi al giorno, raggiunta a metà febbraio. In quei giorni si è cominciato a parlare di riaperture: prima le scuole e i parrucchieri, poi da lunedì 8 marzo i singoli Länder possono consentire la riapertura di musei, gallerie, giardini zoologici e botanici. Se l’incidenza resta sotto 100 casi ogni 100mila abitanti, via libera anche agli sport di squadra all’aperto per i bambini fino a 14 anni.
Proprio da metà febbraio, però, i contagi hanno cominciato lentamente a risalire. L’impennata è arrivata oggi: 14mila nuovi casi in un giorno non venivano registrati in Germania dallo scorso 28 gennaio. La cancelliera Merkel già l’11 febbraio aveva avvertito dei pericoli legati alle nuove varianti e anche per questo poi ha deciso la proroga del lockdown. Allo stesso tempo però ha dovuto cedere alle pressioni dei Länder e predisporre un piano di riaperture in 5 passaggi. Ancora prima, il 22 febbraio, in 10 Stati federali i primi alunni erano tornati in classe per le lezioni in presenza. Ad oggi gli asili e le scuole elementari sono aperti in tutta la Germania, con l’alternanza tra dad e presenza, ma anche molti istituti secondari hanno gradualmente riaperto, seppure in alcuni Länder sia ancora prevista la didattica a distanza integrale.
Dopo le scuole, i parrucchieri e a seguire altre attività. Il piano di riapertura però prevedeva i veri allentamenti a partire dal 22 marzo: da quel giorno, se l’incidenza dei contagi nel frattempo scenderà a 35 nuovi casi ogni 100mila abitanti, sarà possibile tornare a mangiare al ristorante all’aperto (con un test rapido negativo), fare shopping nei negozi e anche andare a teatro, al cinema o in palestra. Una prospettiva che ora però pare utopia: l’impennata di oggi ha fatto risalire l’incidenza a 69,1 e il trend è in aumento. Significa che in Germania è più plausibile lo scenario alternativo: l’accordo Merkel-Länder prevede infatti che con un’incidenza di 100 casi ogni 100mila abitanti si ritorni al lockdown duro, senza eccezioni.