Detiene già il record assoluto al mondo per essere il Paese che ha vaccinato la percentuale più alta della popolazione, riducendo casi gravi e contagi e ricominciando gradualmente un significativo ritorno alla normalità. Ma da oggi Israele si distingue anche per un altro primato: il suo esercito è infatti il primo a raggiungere l’immunità di gregge per il covid. “Dopo 10 settimane – ha detto il generale Itzik Turgeman, direttore di logistica e tecnologia – posso affermare che l’Idf è il primo al mondo a raggiungere l’immunità di gregge” con l’81% dei militari immunizzato o guarito dall’infezione. Nella prossima settimana la percentuale salirà oltre l’85%. Il capo medico dell’Idf, il generale Alon Glasberg, ha detto che l’immunità di gregge consentirà ai soldati un ritorno alla routine, anche se sarà loro chiesto ancora di indossare mascherine, osservare il distanziamento sociale e altre regole.
Intanto i dati delle ultime 24 diffusi dal ministero della sanità confermano il calo dei casi e dei relativi indici. Le nuove infezioni sono state 2.802 su circa 100mila tamponi con un percentuale del 2,9 e un fattore R all’0.85. In calo anche i casi gravi che assommano a 645 e le vittime che, ieri sono state, 15 per un totale – da inizio pandemia – di 5.955. La vaccinazione di massa prosegue a ritmo serrato in tutto il Paese: gli immunizzati con una dose sono oltre 5 milioni (su una popolazione complessiva di 9,3 milioni) e quasi 4 milioni quelli con la seconda dose. Ieri, tra prima e seconda dose, sono state immunizzate circa 100mila persone.
E a Tel Aviv è stata adottata una decisione che non ha precedenti in Israele: il Comune ha infatti stabilito che da domenica prossima il personale educativo (insegnanti compresi) di asili e scuole per accedere ai locali dovrà presentare o un Green Pass – ovvero il documento che attesta l’avvenuta vaccinazione – o un certificato di guarigione dal Covid o in alternativa un tampone negativo di 72 ore prima. Sarà lo stesso Comune, che ha dichiarato “userà ogni mezzo a sua disposizione” per preservare la salute dello staff e degli studenti, ad esaminare caso per caso le richieste di accesso presentate da chi rifiuta il test o il vaccino. Una legge di simile tenore rispetto a quella introdotta da Tel Aviv è stata presentata dal governo alla Knesset, ma è stata fermata dopo una serie di ostacoli giudiziari e una minaccia di sciopero generale da parte del Sindacato nazionale degli insegnanti.