Tamara Lunger si ferma a un passo dalla vetta del K2: “Sono morti 5 compagni, un incubo brutale”

“A cavalcioni sul tetto del mondo“. O quasi. Perché il K2 è la seconda vetta più alta della terra: 8611 metri. Quando chiesero a George Mallory perché volesse scalare l’Everest (1924) rispose con la celebre frase “perché è lì“. A questa sua profonda e forse per tanti incomprensibile motivazione, se ne aggiungono altre, come quella di Tamara Luger. La 34enne alpinista altoatesina si è fermata poco prima di raggiungere la vetta del Karakorum 2. Sarebbe stata la prima volta per una donna, in invernale. Per lei che in quella montagna c’è già stata. Poco tempo fa, a cercare di soccorrere Sergi Mingote. Alpinista con 11 Ottomila all’attivo, il K2 se preso Mingote nel giorno della vittoria nepalese: il 16 gennaio 2021 alle 17 ora locale, l’ultimo 8000 inviolato in inverno è stato infatti conquistato. A mettere piede sui 8611 metri della cima 10 alpinisti nepalesi. Tamara era nella squadra di soccorso che quel giorno doveva cercare Mingote: “Era a 40 metri ma ero terrorizzata dalla prospettiva di vederlo martoriato. Non ho potuto fare altro che parlargli per circa un’ora, accompagnarlo nella maniera più dolce possibile alla sua fine“, ha raccontato in una intervista a L’Avvenire. E Tamara, su quel K2 che è Ottomila secondo per altezza ma primo per difficoltà, è arrivata vicina ad assaltare la vetta: “Il K2 ci ha mostrato il suo volto più feroce e ha fatto di tutto per impedirci di salire”, ha scritto sui social. Cinque compagni del campo base sono morti. “Mi ha convinto – spiega Tamara – Juan Pablo Mohr, un cileno che fino al giorno prima era compagno di cordata di Sergi”. E Mohr è uno dei dispersi di questa ascensione impossibile: “Questa spedizione per me è stata la più brutale che ho vissuto. Un’esperienza che ho cominciato come un sogno e che è finita in un incubo che mi rincorrerà per tanto tempo… Guarderò avanti, penserò che nulla nasce per caso e che la vita è una vetta da raggiungere”.