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Vaccini, Decaro (Anci): “Priorità ai sindaci? No grazie, aspetteremo nostro turno. Proteggere lavoratori esposti e fragili”

Il sindaco di Bari e presidente dell'Anci Antonio Decaro ha rispedito al mittente la proposta di alcuni politici, che avevano chiesto di dare priorità agli amministratori locali (e a senatori e deputati) nella somministrazione dei vaccini anti Covid

Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro ha rispedito al mittente la proposta di alcuni politici, che avevano chiesto di dare priorità agli amministratori locali (e a senatori e deputati) nella somministrazione dei vaccini anti Covid. “Alcuni parlamentari, con un ordine del giorno approvato alla Camera, chiedono di inserire i sindaci tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione in qualità di autorità sanitarie locali – ha scritto Decaro in una nota – Li ringraziamo, ma ci sono tante categorie di lavoratori esposti e fragili, che dovrebbero essere vaccinati prima di noi. Noi sindaci aspetteremo il nostro turno”. La presa di posizione del sindaco del capoluogo pugliese, come detto, è arrivata dopo l’ordine del giorno approvato oggi alla Camera dei deputati che “impegna il Governo a valutare l’opportunità di inserire i sindaci, in qualità di autorità sanitarie locali, tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione anti Sars-CoV-2/Covid-19 dal nuovo Piano vaccinale”.

Per quanto riguarda la priorità della vaccinazione ai parlamentari, invece, il fronte non è compatto come quello dei sindaci. “Io aspetto il mio turno, non ho fretta” ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. Diverso il parere di Maria Teresa Baldini, deputata di Forza Italia: “L’ipotesi di vaccinare i parlamentari pone una questione anche di immagine nei confronti del Paese, noi dobbiamo dare il buon esempio” ha detto, intervenendo nell’Aula di Montecitorio durante l’esame del dl Covid. “Vaccinare i parlamentari è una questione di sicurezza, ma anche di rispetto verso chi è tenuto al distanziamento sociale ma vede noi in Aula ravvicinati. Nelle aule di Camera e Senato – ha continuato – si riuniscono persone provenienti da tutta Italia a prescindere dal colore delle regioni. Parliamo di un numero di dosi veramente esiguo e non è comprensibile questa ipocrisia che sembra non tener conto neanche del fatto che tra noi ci sono stati diversi casi, molti colleghi si sono ammalati di Covid. Nonostante ciò – ha concluso – i lavori parlamentari non si sono mai fermati, siamo in Aula a nostro rischio e pericolo”.