Trapani, Siracusa, Catania indagano sulle morti di un carabiniere, un militare della Marina e di un poliziotto. La prima autopsia eseguita avrebbe escluso un nesso con la dose inoculata. Il lotto "incriminato" sospeso e sequestrato
Un lotto di vaccino e tre decessi. Questo è successo in Sicilia dopo la somministrazione dell’Astrazeneca con numero di lotto Abv2856. Il composto, sviluppato dall’Università di Oxford e approvato dall’Agenzia europea del farmaco, è stato ricevuto da tutti e tre gli uomini deceduti dal 20 febbraio fino al 9 marzo. E sono tre le inchieste aperte dalle procure di Catania, Siracusa e Trapani. Il primo caso è proprio quello di Trapani, dove la procura ha aperto un fascicolo dopo la morte del vice responsabile dei carabinieri, Giuseppe Maniscalco, di 54 anni, lo scorso 20 febbraio. Il militare è morto tre giorni dopo la somministrazione del vaccino di Astrazeneca. Un nesso temporale che ha spinto i familiari a sporgere denuncia. La procura ha quindi aperto un’inchiesta ed è stata eseguita un’autopsia sul cadavere di cui si conosce già l’esito. Un primo risultato che non ha dato conferme sul nesso di causalità tra il vaccino e il decesso: “L’unico esito da un’autopsia finora nei tre casi sembrerebbe evidenziare che il nesso non c’è”, ha sottolineato Ruggero Razza, assessore siciliano alla Salute che ha convocato una conferenza stampa d’urgenza nel pomeriggio di oggi, dopo la sospensione da parte dell’Aifa del lotto Abv2856. Maniscalco aveva avuto la somministrazione del lotto incriminato. “Soltanto le attività in corso dell’autorità giudiziaria potranno stabilire se le morti sono avvenute in seguito alla somministrazione del vaccino”, ha continuato l’assessore siciliano.
Dopo Maniscalco, infatti, sono altri due i casi. L’ultima morte solo tre giorni fa: si tratta di Stefano Paternò, 43enne in servizio alla Marina militare di Augusta, “allora in ottima salute come periodicamente accertato dall’Arma di appartenenza” hanno specificato i legali dei familiari, dello Studio Seminara di Catania, nell’esposto presentato in procura. L’8 marzo Paternò ha dunque fatto il vaccino, una dose di Abv2856, tornato nella sua casa di Misterbianco (a Catania), già “accusava in serata uno stato di malessere generale, caratterizzato in particolare da rialzo febbrile”. Paternò prende a questo punto una tachipirina 1000 ma nella notte la situazione si aggrava, alle 3 del mattino la moglie Caterina lo ritrova in stato di incoscienza e chiama il 118. I sanitari impiegano 45 minuti per tentare di rianimarlo ma non c’è stato niente da fare. “C’è una relazione cronologica evidente”, sottolinea l’avvocato Dario Seminara.
Dopo l’esposto la procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta indagando dieci persone, tra cui i vertici di Astrazeneca: “Al momento abbiamo solo un nesso temporale. Abbiamo iscritto dieci persone nel registro degli indagati come mero atto dovuto per procedere agli accertamenti risalendo tutta la filiera, dalla produzione alla somministrazione”, ha spiegato il capo della procura, Sabrina Gambino, al Fattoquotidiano.it. Il 6 marzo è invece morto Davide Villa, 50 anni, agente dell’anticrimine, anche lui aveva ricevuto il lotto incriminato del vaccino di Astrazeneca. In questo caso il decesso è sopravvenuto 12 giorni dopo avere fatto il vaccino ma dopo pochi giorni aveva avuto una trombosi, curata con eparina e sfociata in emorragia cerebrale, come rivelato da Live Sicilia. Anche la procura di Catania ha aperto un’inchiesta, mentre l’Asp prima ancora che arrivasse la sospensione dell’Aifa, si era mossa per capire quante dosi restavano da somministrare: “A Catania non ci sono più dosi. Se ci fossero state le avremmo bloccate. Il dato è ancora troppo incerto e aleatorio, ma c’è un dato certo che è la sospensione del lotto da parte dell’Aifa”, ha sottolineato Pino Liberti, commissario Covid a Catania.
“Il lotto incriminato è stato diffuso non solo in Sicilia, ma anche in altre regioni, come per esempio in Molise ed è stato sequestrato anche a Modena – ha chiarito Razza -. Da parte nostra c’è la massima attenzione per la prosecuzione della campagna di vaccinazione. Il nostro auspicio, per evitare contraccolpo, è che da parte di Aifa ed Ema vi siano al più presto delle parole ancora più chiare, perché abbiamo bisogno di infondere il massimo della sicurezza”.