Se qualcuno ancora pensa che gli epidemiologi siano “medici” e chi non lo è (ma è matematico, statistico, economista, sociologo, microbiologo) è un presuntuoso che si rende ridicolo se studia, parla o scrive di Covid; se qualcuno ancora pensa che Conte e Speranza abbiano governato bene (l’epidemia); se qualcuno ancora si domanda perché nel disastro europeo sono coinvolti, oltre a noi puzzoni, anche fior di Paesi nordici, alcuni persino “ariani”; se qualcuno ancora s’illude che “Draghi porterà la competenza al governo” della pandemia (come ho fatto io, per pochi giorni, e me ne scuso); se qualcuno ancora si beve la favoletta che “nessuno poteva prevedere”, e “siamo stati tutti sorpresi”, e “di questo virus non si sapeva nulla”, costui farebbe un gran bene a leggersi l’intervista di oggi del Fatto Quotidiano con Giovanni Sebastiani.

Per la verità, Johan Sebastian non è l’unico che ha studiato la questione e si è agitato inutilmente: perciò poverino non dice niente di nuovo – salvo per qualcuno… Non è il solo kamikaze a sfiorare, già dal febbraio 2020, una denuncia per “procurato allarme”. Non è l’unico scemo a non capire come va il mondo. Se sei democrat metti la mascherina, se sei republican farai sempre il cretino. Dovunque te ne vai, qualunque cosa fai, in base alla fazione penserai. Sarà così, finché vivrai. Per i grillini, piddini, e i ce-lo-di-ce-leu-ro-pa: tutto bene, sempre. Per i celoduristi e i neofascisti: ma non si poteva governare peggio? Nella realtà paranormale, i grilli parlanti come Sebastiani sono esuli in patria.

Ma se qualcuno, riemergendo dalla commendevole lettura, volesse, nella sezione “Commenti”, farsi una domanda e darsi una risposta – non so, magari sulla qualità delle istituzioni occidentali, sui problemi di una globalizzazione non regolata: epidemie? Crisi ambientale? Crisi finanziarie? Rischi nucleari? Googlare alla voce “Global Public Goods” – persino sui nostri valori decadenti non farebbe danno. Ieri invece, quattro amici al bar ridevano e scherzavano senza mascherina né distanza; poco lontano i medici e gli infermieri superstiti dell’ospedale, sfiniti nei loro scafandri, saltavano da un paziente all’altro cercando di farli respirare.

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