La Procura di Terni ha emesso un decreto di citazione a giudizio. L'accusa è propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica. Il parlamentare, espulso qualche settimana fa dal M5s, aveva condiviso un articolo che faceva riferimento alle tesi del falso storico inventato dalla polizia zarista per diffondere l'odio contro gli ebrei. Dopo le polemiche, si era scusato rifiutando l'accusa di antisemitismo
Il senatore Elio Lannutti sarà processato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica. Il parlamentare – espulso da poche settimane dai Cinquestelle per non aver votato la fiducia al governo Draghi – dovrà rispondere davanti a un giudice di quanto pubblicato sui suoi profili social il 20 gennaio 2019. Su Twitter e Facebook il giornalista e saggista, presidente onorario di Adusbef (associazione di tutela dei consumatori specializzata nel settore bancario), condivise un articolo pubblicato sul sito Saper-link-news.com dal titolo Le 13 famiglie che comandano il mondo.
Per quel post e quella frase Lannutti era già stato denunciato da Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, e risulta ora indagato dalla procura di Roma per diffamazione aggravata dall’odio razziale
A denunciarlo in questo caso è stato invece lo storico Carlo Greppi che nel predisporre la querela si è fatto assistere dall’avvocato Fabio Anselmo. Ed è proprio il legale a darne notizia sulla sua pagina Facebook, ricordando come “numerosi esponenti della cultura e della politica auspicarono ed annunciarono il proposito di querelare il senatore per le sue gravi affermazioni. Alcuni di essi si rivolsero al mio studio. Il mio staff, avvocato Bernardo Gentile in testa, si dedicò con entusiasmo alla redazione della querela. Anima e corpo per i temi in gioco”.
Lannutti si era poi scusato, sempre attraverso attraverso i social, dicendo di aver pubblicato solo un link sui banchieri Rothschild, senza commenti. “Mai una frase, un pensiero, un’azione contro gli ebrei perseguitati e trucidati dai nazisti – si giustificò – Mai affermato di essere antisemita. Grazie a tutti quelli che conoscono la mia storia e le mie lotte, che non si prestano a dubbi”.
Vale la pena ricordare che i Protocolli dei Savi di Sion sono un falso storico, fabbricato all’inizio del Novecento dalla polizia segreta zarista con lo scopo (abietto) di diffondere l’odio verso gli ebrei. Il documento, totalmente inventato e frutto di copia e rimaneggiamenti di vecchi lavori satirici e romanzeschi (che non riguardavano gli ebrei), veniva diffuso come il programma segreto per una cospirazione ebraica e massonica. Obiettivo: impadronirsi del mondo. Un’opera che fu smontata quasi subito dai giornali, compreso il Times di Londra. Nonostante questo ha attraversato il secolo scorso, soprattutto – evidentemente – in ambienti antisemiti.