Un “bar-edicola a conduzione familiare”, che esercita regolarmente “non solo in prossimità dell’ospedale, ma anche al suo interno, con consegne di alimenti e riviste presso i reparti di degenza”, e merita quindi “un pochino più di attenzione”, sotto forma di una dose di vaccino anti-Covid per i propri dipendenti, come “accortezza per poter contrastare la diffusione dell’epidemia tutelando la clientela e i lavoratori stessi”. Firmato Stefano Anzalone, anzi “Cav. Stefano Anzalone”, consigliere regionale ligure della lista Cambiamo con Toti, che lunedì 8 marzo inviava una lettera – in carta intestata del gruppo consiliare – al direttore generale del policlinico San Martino di Genova, Salvatore Giuffrida, chiedendo uno speciale “strappo alla regola” per vaccinare il personale del bar Wanda. Trattasi – per chi ne fosse all’oscuro – di un locale di viale Benedetto XV, a pochi passi dal San Martino, che come centinaia di altri esercizi in Italia serve una fetta di clientela ospedaliera. Abbastanza, secondo il Cav. Anzalone, per inserire i suoi addetti (e solo loro) tra le categorie da immunizzare con priorità: “Le chiedo di voler considerare la possibilità di vaccinare il personale del bar-edicola Wanda s.a.s.”, scrive al dg Giuffrida.
Il quale, con cortesia ma fermezza, gli replica che no, non si può proprio fare: “Ovviamente l’ospedale non ha voce in capitolo sulle categorie da vaccinare, che sono individuate da disposizioni ministeriali e regionali”, spiega al fattoquotidiano.it. “Peraltro, a seguire il ragionamento del consigliere bisognerebbe includere anche i rider, i corrieri e tutti coloro che occasionalmente consegnano all’interno del Policlinico. Tutti abbiamo i nostri ordini di priorità, ma non sempre coincidono con l’interesse generale: si tratta di scelte sanitarie, non politiche, e questo è ben chiaro anche al presidente Toti”. Pare infatti che il governatore non abbia apprezzato l’iniziativa di Anzalone, accompagnata per di più dal suo nome a grandi caratteri sul simbolo della lista, in cima alla carta intestata. E da fonti di Cambiamo! si apprende che il consigliere – già iscritto alla Margherita, poi consigliere comunale per l’Italia dei Valori, infine folgorato sulla via del totismo – ha subito una pesante ramanzina dal capogruppo, Angelo Vaccarezza.
Lui però non ci sta e in un comunicato se la prende con Genovaquotidiana.com, il sito d’informazione locale che per primo ha pubblicato la notizia: “Non posso accettare che esista un giornalismo subdolo, mendace e mistificatorio nei miei confronti che riporti in un articolo una falsa narrazione che evidenzia un mio presunto tentativo di creare favoritismi sui calendari vaccinali in corso”, scrive. “In modalità istituzionale e formale (e non quindi attraverso vie poco chiare) ho invitato il Direttore Generale dell’Ospedale San Martino a riconoscere anche ai lavoratori del Bar/Edicola Wanda in quanto operanti all’interno del complesso Ospedaliero San Martino e quindi in evidente situazione di potenziale contagio (sic, ndr). Riprendo la congiunzione “anche” perché ad oggi, da comunicazioni avute, sembrerebbe che i dipendenti di altre Società che svolgono attività all’interno dell’Ospedale San Martino sono stati giustamente e debitamente vaccinati, come anche parrebbe siano stati vaccinati gli studenti di scienze infermieristiche”.
“Se si dovessero vaccinare tutti gli amici di Anzalone ci vorrebbe qualche anno, visti i suoi vari cambi di casacca”, attacca il consigliere Ferruccio Sansa, già candidato governatore della coalizione giallorosa. “Più in generale, penso che dovremmo smetterla con questa corsa a sponsorizzare ognuno la propria categoria, altrimenti assisteremo sempre più spesso a queste degenerazioni. La priorità deve andare agli insegnanti e a chi è in condizioni di salute fragili”. “Provo profonda vergogna per questa vicenda, e se lui ne provasse anche solo la metà dovrebbe immediatamente rassegnare le sue dimissioni. Già la campagna di vaccinazione in Liguria non sta andando bene, se poi ci si aggiungono queste meschinità la situazione non fa altro che peggiorare inesorabilmente”, commenta invece il capogruppo del Partito democratico, Luca Garibaldi.