Mentre in Sicilia i soggetti fragili non hanno idea su quando verranno vaccinati, dodici persone, inserite in una lista di un Centro comunale operativo, hanno ricevuto la prima dose del vaccino senza averne alcun diritto. Il caso, come rivelato dal quotidiano online Live Sicilia, è scoppiato a Motta Sant’Anastasia, comune in provincia di Catania e feudo del sindaco leghista e vice segretario regionale del Carroccio Anastasio Carrà. Tutto è cominciato il 3 marzo, giorno in cui il primo cittadino sostiene di avere ricevuto un messaggio in una chat in cui vengono gestite le emergenze. Nel testo ci sarebbe stato l’invito – non è chiaro da parte di chi – per i componenti del Centro comunale operativo, che è una struttura di supporto alla Protezione civile per l’emergenza, di recarsi all’hub per le vaccinazioni.
Il 6 marzo, tre giorni dopo il messaggio in chat, all’hub regionale di Catania, si presentano effettivamente in 12 e ricevono il siero AstraZeneca. “Mi hanno riferito che avevano una delibera comunale – spiega al fattoquotidiano.it il commissario regionale Covid Pino Liberti – con la quale hanno ritenuto di potersi sottoporre a vaccino”. Di certo c’è che proprio il 3 marzo il sindaco aveva firmato un’ordinanza, reperibile nell’albo pretorio online del comune, con cui venivano aggiornati i nomi dei componenti del Coc. Venticinque persone in tutto: oltre allo stesso Carrà e al vicesindaco, ci sono impiegati, la segretaria comunale, dirigenti, l’assessore alla Protezione civile Piero Lipera, il referente per l’assistenza alla popolazione e quello addetto a circolazione e viabilità.
“Mentre si stava procedendo alla vaccinazione del secondo gruppo – a quanto pare l’8 marzo – ho ricevuto una chiamata in cui mi si chiedevano chiarimenti – continua Liberti – e a quel punto ho fatto presente che quei nominativi non appartenevano agli elenchi della Protezione civile”. Così il pasticcio si consuma soltanto a metà e lo stesso secondo gruppo viene rimandato a casa. Tra i vaccinati, secondo quanto riportato da Live Sicilia, non c’è il sindaco. “Non conosco questa chat e non mi risulta di questa possibilità per i componenti dei Coc”, aggiunge Liberti. Sulla questione prova a dare qualche chiarimento anche Salvo Cocina, dirigente generale del dipartimento regionale di Protezione civile. “In un primo momento c’era l’orientamento di fare vaccinare tutti i componenti dei Coc – spiega al fattoquotidiano.it – ma ci siamo accorti che poteva esserci qualche furbetto con l’inserimento di politici e assessori. I sindaci, pur essendo al vertice dei Coc, per esempio, non possono vaccinarsi perché sono titolari di carica politica. Si è deciso quindi che ad avere diritto fosse solo il responsabile di Protezione civile di ogni Comune”. A Motta Sant’Anastasia, però, è andata diversamente. “Il Coc inoltre – aggiunge Cocina – dovrebbe avere massimo nove componenti e non 25. Mi sembrano numeri un po’ eccessivi. Se ogni Comune indicasse tutte queste persone, si traviserebbe il senso dell’operazione. L’obiettivo è vaccinare solo chi è effettivamente impegnato in Protezione civile”.