È il drammatico allarme lanciato da Jaclyn Lopez, il direttore del Florida Center for Biological Diversity, che in un'intervista al Guardian ha acceso i riflettori sulla strage di lamantini che sta avvenendo in Florida, negli Stati Uniti
“Un lamantino sceglierà di morire di fame piuttosto che di freddo“. È il drammatico allarme lanciato da Jaclyn Lopez, il direttore del Florida Center for Biological Diversity, che in un’intervista al Guardian ha acceso i riflettori sulla strage di lamantini che sta avvenendo in Florida, negli Stati Uniti. A causarla è proprio questa combinazione di clima freddo e minor disponibilità di flora acquatica a causa dell’inquinamento dei fiumi. Dal 2019, i dati segnalano un aumento esponenziale delle morti di questo animale con cifre mai viste nell’ultimo decennio: si parla di 607 lamantini morti nel 2019, 637 nel 2020 e 432 solo tra il 1 gennaio e il 5 marzo di quest’anno, una cifra che è quasi il triplo della media quinquennale dello stesso periodo.
“La combinazione di freddo e scarsa qualità dell’acqua a causa dell’inquinamento e delle attività umane hanno ridotto i luoghi in cui possono andare i lamantini e una diminuzione della fauna marina di cui si nutrono”, ha spiegato Jaclyn Lopez, precisando che il maggior numero di morti è nella contea di Brevard, con 179 lamantini deceduti nel 2021. In sostanza, i lamantini nuotano per mangiare l’erba marina, che è la loro principale fonte di cibo, ma a causa dell’inquinamento ne trovano sempre meno, così si spingono fino ad acque più fredde. Essendo però molto sensibili, appena percepiscono un abbassamento delle temperature, tornano nelle acque calde, a costo di morire di fame.