Sono 7mila i siciliani che oggi hanno rinunciato a fare il vaccino. Dopo la notizia del ritiro da parte dell’Aifa del lotto Abv2856, in seguito alle tre morti sospette a Siracusa, Catania e Trapani, l’assessorato alla sanità siciliano ha comunicato tutte queste defezioni. Un contraccolpo temuto da Ruggero Razza, assessore alla Salute, già nella conferenza stampa di ieri. Ma oggi Razza, vuole guardare al numero di defezioni con ottimismo: “Sono 117 mila quelli che hanno confermato, a riprova che la speranza è più forte del timore”, sottolinea l’assessore mentre si trova a Caltanissetta per l’apertura dell’ennesimo hub per la somministrazione del vaccino anti Covid-19. Il segnale di sfiducia è tuttavia innegabile: “Rispetto a chi ha deciso di evitare il vaccino perché sfiduciato dalle notizie di ieri abbiamo il dovere di rispondere in maniera forte. C’è un controllo a tutto tondo ma guai se passa il principio che la vaccinazione deve essere allontanata o posticipata perché metteremmo in grande difficoltà l’intera campagna vaccinale”.
E ribadisce: “Non c’è alcuna evidenza scientifica che confermi il nesso tra queste morti e Astrazeneca”. Un primo risultato infatti “sembrerebbe escluderlo”: si tratta del primo caso siciliano, quello di Giuseppe Maniscalco, 54 anni, il maresciallo, vice capo della polizia giudiziaria della procura di Trapani. Morto lo scorso 20 ottobre, più di 48 ore dopo aver fatto il vaccino, l’autopsia ha dato dei primi risultati che escludono la correlazione con il lotto ricevuto. Maniscalco è morto d’infarto, si attendono adesso i risultati tossicologici per escludere del tutto e con certezza il nesso causale, ma per quelli si dovrà attendere.
C’è ancora da attendere anche per il secondo caso siciliano, quello di Davide Villa, l’agente dell’Anticrimine di Catania, morto a 50 anni, 12 giorni dopo la somministrazione, lo scorso 6 marzo. Villa aveva sviluppato dei trombi tre giorni dopo avere ricevuto il vaccino, era stato trattato con eparina ma non è bastato, è morto per i trombi diffusi in varie parti del corpo, adesso si attende di capire dalle analisi del sangue e dagli esami istologici sugli organi se avesse fattori che lo predisponevano a sviluppare trombi. Se l’esito fosse positivo, sarebbe necessario un ulteriore passaggio per accertare che nel vaccino siano presenti sostanze che possano innescare fenomeni come quello che ha ucciso il poliziotto. Ma nessuno di questi passaggi ha esiti scontati. È dunque ancora lontana la conferma che i tre uomini, tutti appartenenti a forze di polizia, siano morti per effetto del vaccino: che sia stata questa la causa dei decessi non è ancora stato accertato mentre il ritiro del lotto da parte di Aifa è stato fatto in via del tutto cautelativa.
Anche nel terzo caso, si dovrà accertare che non vi siano stati trombi all’origine della morte: tra in consulenti nominati dalla procura di Siracusa figura infatti anche un esperto di trombi e coaguli. Sono in tutto quattro gli esperti nominati dalla procura aretusea, oltre lo specialista di coaguli anche un medico legale, un infettivologo e un tossicologo. Ai primi due decessi, infatti, si è aggiunto Stefano Paternò, 43 anni, ufficiale della Marina, morto lo scorso 9 marzo. Quattro le persone iscritte nel registro degli indagati: Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneca, un medico e un infermiere dell’ospedale militare dove è stato somministrata la dose, e un medico del 118.
“Questo è il caso in cui la vicinanza temporale è più marcata”, sottolinea l’avvocato Dario Seminara che assieme ai colleghi Lisa Gagliano e Attilio Indelicato ha presentato la denuncia in procura a nome dei familiari di Paternò, morto poche ore dopo la somministrazione: aveva fatto il vaccino al mattino, alle 3 la moglie lo ha ritrovato incosciente e ha chiamato il 118, ma 45 minuti di manovre non sono bastati, per il 43enne era ormai troppo tardi. Ed è slittata di un giorno l’autopsia sul suo cadavere, adesso prevista per domani pomeriggio alle 17.30 all’ospedale Cannizzaro di Catania, perché uno dei consulenti nominati non è riuscito a raggiungere la Sicilia in tempo.
Intanto dalle procure siciliane arrivano rassicurazioni rispetto alla campagna vaccinale, i tre procuratori di Siracusa, Catania e Trapani hanno tutti fatto il vaccino: “Riteniamo come dovere di cittadini che l’impegno a favore della campagna di vaccinazione sia prioritario”, spiega Sabrina Gambino, capo della procura di Siracusa. Che aggiunge: “Io l’ho fatto mercoledì pomeriggio, mentre il mio sostituto, il pm Gaetano Bono, che segue l’inchiesta sul decesso di Paternò, lo ha fatto anche prima di me”.