Ex atleta, donna, già parlamentare: la poltrona di sottosegretario allo sport è - salvo sorprese - della campionessa olimpica, che piace a tutti i partiti, ma che nella sua carriera ha attirato su di sé molte critiche (soprattutto dalle sue colleghe)
Famosa per la gag con Berlusconi, parlamentare con Monti, quasi ministra con Renzi, adesso al governo con Mario Draghi. Valentina Vezzali va bene per tutte le stagioni: ex atleta, olimpionica, donna ma che non piaceva alle donne (qualche anno fa ci fu addirittura una petizione lanciata da alcune colleghe contro un suo possibile incarico). Insomma, il profilo perfetto per fare la sottosegretaria allo Sport in questo esecutivo: mancava solo questa delega, e il governo Draghi non si fa mancare nulla. Dopo settimane di attesa con la nomina di oggi in Consiglio dei ministri il mondo dello sport ha finalmente un titolare di cattedra. I partiti erano riusciti a mettersi d’accordo sui massimi sistemi ma non su questa materia apparentemente marginale eppure così divisiva. Troppe pressioni dal Coni di Giovanni Malagò, troppi veti incrociati nella maggioranza. Meglio rinviare. Ora la situazione si sblocca, probabilmente perché intanto è stato approvato il decreto salva-Coni (solite pressioni, niente modifiche, c’è voluta la fiducia), una rogna da evitare al nuovo sottosegretario.
Per sbloccare l’impasse ci voleva il profilo giusto. Una persona di sport (dopo le polemiche sulla scarsa competenze di Spadafora), meglio ancora se un’ex atleta di fama mondiale. Valentina Vezzali, che ha vinto 6 ori olimpici e 16 mondiali, è stata portabandiera alle Olimpiadi di Londra 2012, ed ha fatto pure esperienza in parlamento e da dirigente (in FederScherma) è ciò che cercavano a Palazzo Chigi: una tecnica, per non minare il faticoso equilibrio raggiunto fra i partiti nella spartizione delle poltrone, ma anche un po’ politica, che conosce il mondo di cui dovrà occuparsi. Dopo la polemica sulle quote rosa nel governo e nel Pd, la scelta di una donna probabilmente non è casuale. Anche se la Vezzali nel corso della sua carriera, sportiva e politica, non si è proprio distinta per il suo impegno sulla parità di genere. La sua stoccata più famosa fuori dalla pedana resta la battuta hot a Berlusconi, in un “Porta a porta” del 2008, quando ancora era atleta ma già strizzava l’occhio alla politica: “Presidente, io da lei mi farei veramente toccare”. Un’uscita infelice che le è stata a lungo rinfacciata, anche dalle sue stesse colleghe (“La deputata Vezzali si è distinta sicuramente per meriti sportivi, ma anche per discutibili dichiarazioni”, disse di lei la capitana della nazionale di calcio azzurra, Patrizia Panico, quando Matteo Renzi ci fece un pensierino come ministra). Agli inizi della sua avventura in parlamento fu bollata come assenteista, salvo poi recuperare a fine legislatura, macinando presenze su presenze per rispondere alle critiche. È sempre stata super competitiva e forse anche per questo non si è fatta molti amici nel suo mondo.
Negli ultimi anni però si era abbastanza defilata dalla politica e anche per questo oggi su di lei si è trovata la convergenza. C’è chi dice che a fare il suo nome sia stato il leghista Giorgetti, che l’aveva conosciuta (e apprezzata) nel corso della sua esperienza da sottosegretario allo Sport. Vezzali però è anche una dipendente dello Stato, arruolata come tanti atleti nel Corpo della Polizia, stimata dall’ex capo Franco Gabrielli che intanto è diventato sottosegretario di Draghi con delega ai Servizi. A sinistra nulla da obiettare, ma sembra più affine a quell’area che va da Forza Italia a Italia Viva e che in Parlamento difende strenuamente gli interessi del Coni di Malagò. Ecco, se parliamo di schermitrici il Coni in realtà ne avrebbe preferito un’altra, Diana Bianchedi, “delfina” di Malagò, proposta nelle trattative delle ultime settimane (ma davvero troppo vicina al Comitato per spuntarla, un po’ come era troppo legata ai rivali di Sport e Salute un’altra ex atleta ed ex parlamentare, Manuela Di Centa). Come tutti i grandi campioni, anche la Vezzali è di casa al Coni (a proposito, pare sia stata avvistata di recente al Foro Italico), era in prima fila a sostenere le Olimpiadi di Roma 2024 (contro Virginia Raggi), conosce ovviamente Malagò, che saprà chi chiamare quando avrà un problema, anche se non è una delle sue “pupille” (e già questa è una notizia).
Oggi è in programma il Consiglio dei ministri e sarà nominata. Da Palazzo Chigi assicurano che sarà circondata da uno staff di livello. Le servirà perché sul suo nuovo tavolo di sottosegreteria troverà tanti problemi: non solo lo scontro fra Coni e Sport e salute per la governance del movimento, ma soprattutto le difficoltà della base devastata da un anno di pandemia, i bonus e i ristori da rinnovare per lavoratori e società, e poi le continue richieste del pallone chepretende aiuti fiscali e favori sugli stadi, la grande occasione del Recovery Plan che per ora per lo sport prevede solo qualche intervento sugli impianti.