Un dibattito molto ampio, che parte dai danni ambientali e sanitari del consumo di carne e arriva all’antibiotico resistenza, fino a mettere in discussione la politica agricola dell’Unione europea. Sono alcuni degli spunti di discussione degli utenti Sostenitori de Ilfattoquotidiano.it (scopri qui come diventarlo) sulla campagna portata avanti da ilfattoquotidiano.it con Lav. Punto di partenza è la ricerca sui ‘Costi nascosti del consumo di carne in Italia’, realizzata per la Lega anti vivisezione da Demetra, società di consulenza specializzata in ricerca scientifica (scarica qui la ricerca). Dopo l’invio del dossier in anteprima ai Sostenitori, che ne hanno potuto discutere nel forum a loro riservato, c’è stato il momento del confronto in diretta (rivedi), con la partecipazione di Giulia Innocenzi. Tantissimi i vostri spunti: domande, dubbi e perplessità, ma anche le vostre conoscenze e, ancora più importanti, le esperienze personali. Anche in questa occasione ci avete fornito idee per nuovi approfondimenti. Ecco una sintesi. L’obiettivo di questa partnership è proprio portare avanti con la nostra community una battaglia in cui crediamo: continuate a partecipare!
DAGLI ANTIBIOTICI AI VIRUS – Monicaval affronta più aspetti. “La carne provoca danni sia a livello metabolico (una volta ogni 10 giorni è più che sufficiente a meno di patologie particolari) – scrive – sia a livello ambientale per gli allevamenti intensivi. Dove si abbonda di antibiotico e non solo per gli animali, aumentando anche la resistenza a questi farmaci”. A riguardo, nell’intervento in cui recentemente il ministro della Transizione ecologia, Roberto Cingolani ha detto che in Italia occorre ridurre il consumo di carne (e Kikkus98 ricorda a tutti il pensiero del professor Umberto Veronesi che, da vegetariano, consigliava di eliminare del tutto il consumo di carne), l’esponente del governo ha anche parlato dell’emergenza dei batteri antibiotico resistenti dovuta al fatto che “certe industrie, dagli allevamenti al pharma, hanno riversato direttamente o indirettamente nell’ambiente una tale quantità di antibiotici che adesso ci troviamo con dei batteri corazzati, che diventano non solo un problema di inquinamento, ma anche di salute pubblica”. Monicaval accenna anche “allo sviluppo di virus potenzialmente pandemici in allevamenti intensivi”. Di fatto, esistono già diversi fattori (come lo stress causato dalle condizioni in cui vengono allevati gli animali o il fatto di essere spesso geneticamente selezionati al solo scopo di essere più produttivi) che possono portare a un indebolimento immunitario degli animali, favorendo la proliferazione di virus e batteri zoonotici che, a loro volta, possono essere causa di epidemie.
LE ALTERNATIVE – “Certamente riversarsi sulla soia con relative colture intensive non è la soluzione ambientale” aggiunge. A riguardo, nel corso della diretta l’ingegnere ambientale Guido Scaccabarozzi, ricercatore di Demetra, ha precisato che “il confronto con le proteine condotto nello studio è la fotografia di quanto accade ora e non la previsione di ciò che accadrebbe se da domani tutti cambiassero regime alimentare” anche perché in un cambiamento così significativo delle abitudini alimentari di un intero Paese, entrerebbero in giochi altri fattori, su cui è necessario condurre ulteriori studi. Riguardo, però, ai rischi legati alle colture intensive il direttore generale di Lav ha risposto con i numeri della Fao: “Su un ettaro di terra è possibile produrre soia con un contenuto proteico di 1848 chili, ma se quello stesso spazio lo destiniamo al foraggio per alimentare i bovini, alla fine ne ricaveremmo appena 66 chili di proteine animali”. L’altra carta è quella della diversificazione. E anche su questo aspetto, offrono un dato in più, le parole del neo ministro Cingolani sul fatto che l’uomo ha scelto di escludere dalla propria alimentazione molte specie di verdure: su circa 270mila specie vegetale, ma il 90% di quello che coltiviamo appartiene ad appena 30 specie perché “abbiamo deciso che ci piacciono quelle”. Diversi utenti Sostenitori si soffermano su questo aspetto: “Il danno provocato dalla pretesa di poter manipolare all’infinito la natura usata come merce con unico scopo il profitto, è perdente – scrive Ipazia21 – prima o poi l’ordine naturale potrebbe decidere di fare a meno di noi”.
LA CARNE IN VITRO – My2cents chiede di approfondire “lo stato dell’arte sulla conversione della produzione di carne da allevamento a carne coltivata (niente OGM, niente antibiotici, niente dolore, pochissima acqua, ecc)”. Dunque, sulla carne in vitro si sta investendo molto e in tutto il mondo. Abbiamo chiesto al direttore generale Roberto Bennati la posizione della Lav, anche rispetto ad alcune perplessità legate a possibili impatti ambientali, ad esempio sulla biodiversità o sui piccoli allevatori. Ricordando che ormai questa carne “si produce negli Stati Uniti, in Europa, in Israele” ha spiegato che “da poche cellule di un bovino, con un meccanismo di replicazione cellulare, si ottengono 80mila hamburger con un impatto ambientale sensibilmente inferiore a quello degli allevamenti e senza uccidere e fare soffrire decine di migliaia di animali”. Ad oggi, però, non sono ancora chiari tutti i profili etici, economici e sociali. Di fatto, negli ultimi mesi del 2020, mentre vicino a Tel Aviv, è stato inaugurato un ristorante chiamato The Chicken, dove servono carne di pollo ‘coltivata’ nei laboratori della start-up SuperMeat, a Singapore è stato dato il via libera alla start-up statunitense Eat Just per la vendita di carne, anche in questo di pollo, coltivata in laboratorio.
LA POLITICA AGRICOLA COMUNE – Secondo My2cents, “il ministero della Transizione ecologica deve intervenire sulla produzione dirottando i fondi da allevamenti alle biotech e, in Europa, rivedendo in questo senso la Pac”. E ricorda la spaccatura che, proprio sulla Politica agricola comune, si è consumata a ottobre 2020 all’interno del Movimento 5 Stelle, come raccontato da ilfattoquotidiano.it. Un tema che sta molto a cuore ai nostri utenti Sostenitori. Gioia Mancini, per esempio, pone il problema dei costi (“questa crisi le fasce di popolazione più povere saranno spinte ad acquistare sempre più carne perché é l’alimentazione al dettaglio più economica”). Sono due facce della stessa medaglia. Perché se i prodotti più sani e meno impattanti costano di più è perché le sovvenzioni vengono dirottate su allevamenti intensivi e metodi agricoli poco attenti all’ambiente. La Pac, lo abbiamo ribadito nella diretta con Giulia Innocenzi, è la grande partita da quasi 400 miliardi (per i cittadini europei), un terzo del bilancio. Tra l’altro, proprio in questi giorni è nato il manifesto ‘Un’Altra Pac è Possibile’. Un documento aperto alle sottoscrizioni, che vuole essere un contributo per una discussione pubblica sulla Pac. Di interessi economici in gioco parla Silvia Wienker, che fa un accenno anche alla carne che importiamo dal Sudamerica. Nello studio si parla molto dettagliatamente non solo delle importazioni di carne, ma anche della provenienza estera degli alimenti di cui si cibano gli animali. Come la soia transgenica che, per esempio, viene coltivata in Brasile e che mangiano i polli allevati in Italia. E in Italia, per inciso, si allevano 150 milioni di polli su un totale di 200 milioni di animali all’anno.
LE VOSTRE ESPERIENZE – Ma Sara Wienker, che ci scrive dalle Marche, ci parla soprattutto della sua esperienza (e non è la sola). “Noi a casa non mangiamo quasi più la carne (40 euro al mese e quando vengono i figli a trovarci) – ci racconta – ma soprattutto legumi e verdure ed anche quelli solo della nostra regione”. Per Cekko smettere di mangiare carne “non è stata una rinuncia. È stata letteralmente una liberazione. Psicologica, morale, fisica” spiega. Giocaspani è vegano (o vegana) da 17 anni “per motivi etici, per l’ambiente e la salute, la mia, quella del pianeta, degli animali tutti. E anche per la salute della mia Anima, non volendo essere mandante della tragica vita e morte degli animali di allevamento”. Sarailfatto consuma, racconta “una dieta pescetariana”, ossia mangia pesce 2-3 volte a settimana “per il resto – ci scrive – vado di minestrone, edamame, uova, formaggio, verdura, insalata, frutta e un pasticcino artigianale quotidiano quasi sempre”. E c’è chi (Bluekite) ci lascia con un impegno personale: “Anche se consumo poco più di 10 chilogrammi di carne l’anno, mi impegnerò per ridurre questo quantitativo vicino allo zero nell’arco di un paio di anni”. Che si voglia continuare a mangiare carne o ridurla (in entrambi i casi possibilmente riducendone il consumo a quanto consigliato a livello internazionale) per tutti c’è bisogno, Arcobaleno 7 ce lo fa notare, di più informazioni. Che aiutino chi vuole, a fare le sue scelte mantenendo un’alimentazione sana e completa, magari sperimentando un giorno vegetariano a settimana o scoprendo verdure mai assaggiate prima.
Se non sei ancora Sostenitore de Ilfattoquotidiano.it, scopri come diventarlo. Mettici alla prova e proponi la tua campagna: continueremo a occuparci di sostenibilità, ma anche di diritti, corruzione, lobby e poteri occulti. Dando di volta in volta voce alle associazioni che hanno qualcosa da dire e qualcosa da denunciare. Gli utenti Sostenitori sono anima e motore di una community che vogliamo veder crescere sempre di più: sono quelli pronti a mettere la faccia, la firma o l’impegno sulle battaglie in cui credono.
Ambiente & Veleni
Il costo nascosto del consumo di carne – Antibiotici, Pac, alternative: gli spunti dei Sostenitori del Fatto.it sulla campagna con Lav
Le esperienze personali, le idee, i campi di analisi, le critiche: ecco gli interventi dei protagonisti della nostra community che offrono nuovi punti di vista per allargare questa inchiesta
Un dibattito molto ampio, che parte dai danni ambientali e sanitari del consumo di carne e arriva all’antibiotico resistenza, fino a mettere in discussione la politica agricola dell’Unione europea. Sono alcuni degli spunti di discussione degli utenti Sostenitori de Ilfattoquotidiano.it (scopri qui come diventarlo) sulla campagna portata avanti da ilfattoquotidiano.it con Lav. Punto di partenza è la ricerca sui ‘Costi nascosti del consumo di carne in Italia’, realizzata per la Lega anti vivisezione da Demetra, società di consulenza specializzata in ricerca scientifica (scarica qui la ricerca). Dopo l’invio del dossier in anteprima ai Sostenitori, che ne hanno potuto discutere nel forum a loro riservato, c’è stato il momento del confronto in diretta (rivedi), con la partecipazione di Giulia Innocenzi. Tantissimi i vostri spunti: domande, dubbi e perplessità, ma anche le vostre conoscenze e, ancora più importanti, le esperienze personali. Anche in questa occasione ci avete fornito idee per nuovi approfondimenti. Ecco una sintesi. L’obiettivo di questa partnership è proprio portare avanti con la nostra community una battaglia in cui crediamo: continuate a partecipare!
DAGLI ANTIBIOTICI AI VIRUS – Monicaval affronta più aspetti. “La carne provoca danni sia a livello metabolico (una volta ogni 10 giorni è più che sufficiente a meno di patologie particolari) – scrive – sia a livello ambientale per gli allevamenti intensivi. Dove si abbonda di antibiotico e non solo per gli animali, aumentando anche la resistenza a questi farmaci”. A riguardo, nell’intervento in cui recentemente il ministro della Transizione ecologia, Roberto Cingolani ha detto che in Italia occorre ridurre il consumo di carne (e Kikkus98 ricorda a tutti il pensiero del professor Umberto Veronesi che, da vegetariano, consigliava di eliminare del tutto il consumo di carne), l’esponente del governo ha anche parlato dell’emergenza dei batteri antibiotico resistenti dovuta al fatto che “certe industrie, dagli allevamenti al pharma, hanno riversato direttamente o indirettamente nell’ambiente una tale quantità di antibiotici che adesso ci troviamo con dei batteri corazzati, che diventano non solo un problema di inquinamento, ma anche di salute pubblica”. Monicaval accenna anche “allo sviluppo di virus potenzialmente pandemici in allevamenti intensivi”. Di fatto, esistono già diversi fattori (come lo stress causato dalle condizioni in cui vengono allevati gli animali o il fatto di essere spesso geneticamente selezionati al solo scopo di essere più produttivi) che possono portare a un indebolimento immunitario degli animali, favorendo la proliferazione di virus e batteri zoonotici che, a loro volta, possono essere causa di epidemie.
LE ALTERNATIVE – “Certamente riversarsi sulla soia con relative colture intensive non è la soluzione ambientale” aggiunge. A riguardo, nel corso della diretta l’ingegnere ambientale Guido Scaccabarozzi, ricercatore di Demetra, ha precisato che “il confronto con le proteine condotto nello studio è la fotografia di quanto accade ora e non la previsione di ciò che accadrebbe se da domani tutti cambiassero regime alimentare” anche perché in un cambiamento così significativo delle abitudini alimentari di un intero Paese, entrerebbero in giochi altri fattori, su cui è necessario condurre ulteriori studi. Riguardo, però, ai rischi legati alle colture intensive il direttore generale di Lav ha risposto con i numeri della Fao: “Su un ettaro di terra è possibile produrre soia con un contenuto proteico di 1848 chili, ma se quello stesso spazio lo destiniamo al foraggio per alimentare i bovini, alla fine ne ricaveremmo appena 66 chili di proteine animali”. L’altra carta è quella della diversificazione. E anche su questo aspetto, offrono un dato in più, le parole del neo ministro Cingolani sul fatto che l’uomo ha scelto di escludere dalla propria alimentazione molte specie di verdure: su circa 270mila specie vegetale, ma il 90% di quello che coltiviamo appartiene ad appena 30 specie perché “abbiamo deciso che ci piacciono quelle”. Diversi utenti Sostenitori si soffermano su questo aspetto: “Il danno provocato dalla pretesa di poter manipolare all’infinito la natura usata come merce con unico scopo il profitto, è perdente – scrive Ipazia21 – prima o poi l’ordine naturale potrebbe decidere di fare a meno di noi”.
LA CARNE IN VITRO – My2cents chiede di approfondire “lo stato dell’arte sulla conversione della produzione di carne da allevamento a carne coltivata (niente OGM, niente antibiotici, niente dolore, pochissima acqua, ecc)”. Dunque, sulla carne in vitro si sta investendo molto e in tutto il mondo. Abbiamo chiesto al direttore generale Roberto Bennati la posizione della Lav, anche rispetto ad alcune perplessità legate a possibili impatti ambientali, ad esempio sulla biodiversità o sui piccoli allevatori. Ricordando che ormai questa carne “si produce negli Stati Uniti, in Europa, in Israele” ha spiegato che “da poche cellule di un bovino, con un meccanismo di replicazione cellulare, si ottengono 80mila hamburger con un impatto ambientale sensibilmente inferiore a quello degli allevamenti e senza uccidere e fare soffrire decine di migliaia di animali”. Ad oggi, però, non sono ancora chiari tutti i profili etici, economici e sociali. Di fatto, negli ultimi mesi del 2020, mentre vicino a Tel Aviv, è stato inaugurato un ristorante chiamato The Chicken, dove servono carne di pollo ‘coltivata’ nei laboratori della start-up SuperMeat, a Singapore è stato dato il via libera alla start-up statunitense Eat Just per la vendita di carne, anche in questo di pollo, coltivata in laboratorio.
LA POLITICA AGRICOLA COMUNE – Secondo My2cents, “il ministero della Transizione ecologica deve intervenire sulla produzione dirottando i fondi da allevamenti alle biotech e, in Europa, rivedendo in questo senso la Pac”. E ricorda la spaccatura che, proprio sulla Politica agricola comune, si è consumata a ottobre 2020 all’interno del Movimento 5 Stelle, come raccontato da ilfattoquotidiano.it. Un tema che sta molto a cuore ai nostri utenti Sostenitori. Gioia Mancini, per esempio, pone il problema dei costi (“questa crisi le fasce di popolazione più povere saranno spinte ad acquistare sempre più carne perché é l’alimentazione al dettaglio più economica”). Sono due facce della stessa medaglia. Perché se i prodotti più sani e meno impattanti costano di più è perché le sovvenzioni vengono dirottate su allevamenti intensivi e metodi agricoli poco attenti all’ambiente. La Pac, lo abbiamo ribadito nella diretta con Giulia Innocenzi, è la grande partita da quasi 400 miliardi (per i cittadini europei), un terzo del bilancio. Tra l’altro, proprio in questi giorni è nato il manifesto ‘Un’Altra Pac è Possibile’. Un documento aperto alle sottoscrizioni, che vuole essere un contributo per una discussione pubblica sulla Pac. Di interessi economici in gioco parla Silvia Wienker, che fa un accenno anche alla carne che importiamo dal Sudamerica. Nello studio si parla molto dettagliatamente non solo delle importazioni di carne, ma anche della provenienza estera degli alimenti di cui si cibano gli animali. Come la soia transgenica che, per esempio, viene coltivata in Brasile e che mangiano i polli allevati in Italia. E in Italia, per inciso, si allevano 150 milioni di polli su un totale di 200 milioni di animali all’anno.
LE VOSTRE ESPERIENZE – Ma Sara Wienker, che ci scrive dalle Marche, ci parla soprattutto della sua esperienza (e non è la sola). “Noi a casa non mangiamo quasi più la carne (40 euro al mese e quando vengono i figli a trovarci) – ci racconta – ma soprattutto legumi e verdure ed anche quelli solo della nostra regione”. Per Cekko smettere di mangiare carne “non è stata una rinuncia. È stata letteralmente una liberazione. Psicologica, morale, fisica” spiega. Giocaspani è vegano (o vegana) da 17 anni “per motivi etici, per l’ambiente e la salute, la mia, quella del pianeta, degli animali tutti. E anche per la salute della mia Anima, non volendo essere mandante della tragica vita e morte degli animali di allevamento”. Sarailfatto consuma, racconta “una dieta pescetariana”, ossia mangia pesce 2-3 volte a settimana “per il resto – ci scrive – vado di minestrone, edamame, uova, formaggio, verdura, insalata, frutta e un pasticcino artigianale quotidiano quasi sempre”. E c’è chi (Bluekite) ci lascia con un impegno personale: “Anche se consumo poco più di 10 chilogrammi di carne l’anno, mi impegnerò per ridurre questo quantitativo vicino allo zero nell’arco di un paio di anni”. Che si voglia continuare a mangiare carne o ridurla (in entrambi i casi possibilmente riducendone il consumo a quanto consigliato a livello internazionale) per tutti c’è bisogno, Arcobaleno 7 ce lo fa notare, di più informazioni. Che aiutino chi vuole, a fare le sue scelte mantenendo un’alimentazione sana e completa, magari sperimentando un giorno vegetariano a settimana o scoprendo verdure mai assaggiate prima.
Se non sei ancora Sostenitore de Ilfattoquotidiano.it, scopri come diventarlo. Mettici alla prova e proponi la tua campagna: continueremo a occuparci di sostenibilità, ma anche di diritti, corruzione, lobby e poteri occulti. Dando di volta in volta voce alle associazioni che hanno qualcosa da dire e qualcosa da denunciare. Gli utenti Sostenitori sono anima e motore di una community che vogliamo veder crescere sempre di più: sono quelli pronti a mettere la faccia, la firma o l’impegno sulle battaglie in cui credono.
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Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Ma nelle mani di chi siamo? Siamo nelle mani di nessuno. Ieri con un atto gravissimo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano ha secretato, oggi lei ministro Nordio viene in aula e spiattella tutto. Ma non vi siete parlati?". Così Davide Faraone al question time alla Camera dopo che il ministro Carlo Nordio ha detto in aula che "nessuna persona è stata mai intercettata dalla polizia penitenziaria" rispondendo alla domanda delle opposizioni a cui il governo ieri aveva spiegato che si poteva rispondere solo nelle "sedi opportune" ovvero il Copasir. "E allora chi aveva in uso Paragon? Quindi sono le procure ministro? Diteci una volta per tutte chi lo ha utilizzato e con quali finalità. Vergogna".