di Giandomenico Cifani
Sembrerebbe che la transizione ecologica riguardi esclusivamente l’energia rinnovabile nelle sue varie forme. Per un paese con l’Italia questo assunto non è così scontato. E’ ben noto che la vera ricchezza dell’Italia sono i beni culturali in senso lato, cultura, paesaggio e patrimonio storico e artistico: e non è un caso che la Costituzione gli dedichi uno specifico articolo. Questo articolo, ancorché mai attuato compiutamente, sembra caduto nel dimenticatoio se è vero, come è vero, che:
1. Le pale eoliche stanno devastando il paesaggio in tutta Italia specie nel Mezzogiorno, un’attività troppo spesso contigua alle organizzazioni criminali. Senza contare i danni all’avifauna;
2. Le centrali a biomasse, attività non rinnovabile al di là di quello che ne dicano i fautori, cominciano ad aggredire sistematicamente il patrimonio boschivo grazie anche al pessimo Tuf – Testo Unico Forestale voluto da Renzi – insieme allo smantellamento del Corpo Forestale dello Stato e quindi al consolidato sistema di controlli sul territorio;
3. Gli impianti a terra di pannelli solari sottraggono terreni produttivi all’agricoltura per non parlare del danno paesaggistico;
4. Con la scusa delle “semplificazioni” rischiamo di ritrovarci i tetti a specchio nei centri storici e di approvare le peggio nefandezze, senza contare il peggioramento della qualità dei progetti come affermato dagli stessi funzionari istruttori e senza controlli in corso d’opera (vedi la condizione delle autostrade).
Se questa è la transizione ecologica che si prospetta, o che ci prospettano, ne facciamo volentieri a meno.