Attraverso donazioni arrivate da tutta Italia e il supporto fondamentale della Fondazione ‘Il Cuore si scioglie Onlus’, è stato avviato il progetto Comì Comè. La pandemia complica l'attività, ma la speranza è di tornare quanto prima. “Dietro tutto questo c’è l’impegno di noi genitori per mostrare quello che si può fare per le persone con disabilità”
“Alla fine della scuola per i ragazzi con disabilità si presenta una difficile prospettiva in termini di occupazione. Spesso non c’è offerta. Anzi, il mondo del lavoro non riserva spazi”. Da qui nasce l’idea di lanciare uno street food tutto speciale, gestito da 7 ragazzi con disabilità, in provincia di Pistoia. Si chiama Comì Comè (da commiss, il termine con cui vengono chiamati gli aiuto camerieri di sala). “Eppure ci dicevano che non eravamo produttivi per il mercato”, raccontano i protagonisti.
Tutto è nato da una raccolta fondi online per acquistare un trailer, una piccola roulotte di 4 metri attrezzata per preparare il cibo di strada, da posizionare di volta in volta nei luoghi dove si svolgono feste, eventi e manifestazioni. Le donazioni sono arrivate da tutta Italia, con la Fondazione ‘Il Cuore si scioglie Onlus’ che ha scelto di sostenere il progetto e raddoppiare la cifra finale. “Ci sono state anche molte iniziative sul territorio con una grande partecipazione di cittadini. Il trailer permetterà ai ragazzi di mettersi in gioco e instaurare un rapporto diretto con gli altri”, racconta Marisa Biancardi, presidente della ‘Fondazione Mai Soli Onlus’ che ha dato vita al progetto. “Dietro tutto questo c’è l’impegno di noi genitori per mostrare quello che si può fare per le persone con disabilità”, continua.
I protagonisti hanno iniziato il loro percorso facendo servizio in sala durante le iniziative organizzate dall’associazione. La maggior parte ha frequentato la scuola alberghiera negli anni passati, altri si sono avvicinati per passione. “Hanno varie tipologie di disabilità, che però non impediscono loro di adattarsi ai compiti che gli vengono assegnati e nei quali riescono meglio. Sono svegli, simpatici, pieni di volontà e a turno si alterneranno nella partecipazione a tutti i nostri impegni”.
Il progetto rappresenta anche una “risposta alla voglia di fare dei ragazzi, alla voglia di stare in mezzo alla gente per dimostrare tutte le proprie capacità”. La ‘Fondazione Mai Soli onlus’, nata nel 2016, raccoglie al suo interno famiglie con figli disabili, che da anni lavorano su progetti sperimentali, promuovendo la formazione, l’autonomia dei ragazzi con disabilità nelle varie fasi della vita, “fino ad arrivare al dopo di noi, al momento in cui non potranno più contare sulla propria famiglia”, continua Marisa.
In questi anni si è creata la consapevolezza che “l’autonomia si raggiunge in maniera graduale, sia da parte della famiglia che dei loro figli”. Diventa importante, così, organizzare attività e laboratori per far emergere le capacità, le potenzialità dei ragazzi, dare loro una identità e un ruolo all’interno della società. “E il campo più naturale per questo inserimento, in una zona, come il nostro territorio, vocata per natura al turismo e ai servizi connessi, era proprio quello della ristorazione”.
Crepes dolci e salate, piadine, tigelle, bibite, caffè e tanta simpatia. C’è chi si occuperà della gestione degli alimenti, rispettando tutte le norme, chi si cimenterà nella realizzazione di piatti semplici e caratteristici del territorio, chi servirà i clienti, chi prenderà gli ordini. “È un’esperienza che ci permette di migliorare”, racconta Barbara, uno dei sette protagonisti dello staff. “Sarà bello andar in giro con il nostro furgoncino per la regione”, sorride Eugenio. A supporto dei ragazzi ci saranno un coordinatore ed un operatore per seguirli ed aiutarli nei vari compiti. Grazie poi alla collaborazione con l’Istituto Alberghiero di Montecatini, altri ragazzi con disabilità potranno svolgere un tirocinio, supportati in un percorso specifico dagli studenti in alternanza scuola lavoro.
Ad ottobre è stato inaugurato il trailer e illustrato il progetto agli invitati e alle autorità intervenute, con tanto di taglio del nastro. “Abbiamo voluto farlo nonostante la pandemia, rispettando tutte le regole. Era giusto dimostrare il risultato ottenuto a chi aveva contribuito”, spiega Marisa. I ragazzi hanno dato prova di sé con la divisa, preparando crepes dolci e salate per gli ospiti.
Certo, fino a quando la pandemia non lascerà riprendere la vita normale, lo street food e i suoi ragazzi non potranno realizzare il loro sogno. Nel frattempo, ogni tanto si ritrovano intorno alla roulotte per sperimentare ricette nuove, mantenere la manualità, ripassare l’organizzazione nei tempi e negli spazi ristretti ai quali si sono già abituati. Sperando di poter tornare a servire piatti fumanti quanto prima. “Un messaggio di speranza anche in un momento complicato come questo. Non aspettiamo le persone – conclude Marisa –. Le andremo a cercare. Per dimostrare di cosa siamo capaci”.