"Questi frutti sono un target perché hanno un alto valore, non si tratta di crimini di necessità”, spiegano dall'associazione dei coltivatori di avocado. La maggior parte di questi furti agricoli su larga scala è gestita da veri e propri “sindacati del crimine”. E causa perdite da milioni di euro
Circola un detto sarcastico tra gli agricoltori sudafricani: “Durante il turno di notte si raccoglie di più che in quello del giorno”. Vale soprattutto per i produttori di macadamia e avocado, che da qualche anno subiscono raid notturni di organizzazioni criminali che ne depredano le coltivazioni in Sudafrica, causando perdite di milioni di euro.
“I furti avvengono più spesso nel periodo precedente al raccolto, quando non ci sono ancora avocadi sul mercato e se messi in vendita i loro prezzo è più alto”, spiega a ilfattoquotidiano.it Derek Donkin, amministratore delegato dell’associazione dei coltivatori di avocado del Sudafrica. “Rubano i frutti quando non sono ancora maturi e li rivendono attraverso canali informali”.
In risposta alla crescente domanda globale di avocado, a partire dal 2009 il Sudafrica ne ha esteso la piantagioni in modo significativo, diventando il primo produttore dell’Africa australe, con una produzione annuale del valore di circa 90 milioni di euro. Inoltre compete con l’Australia come maggior produttore al mondo di macadamia, superando i €260 milioni di produzione annua.
Secondo Farmer’s Weekly, testata online sudafricana specializzata in agricoltura, nel 2019 i furti di macadamia e avocado sono costati alle rispettive industrie circa 10 milioni e 1,5 milioni di euro, oltre alle perdite indirette per l’indotto del settore primario che sarebbero circa il doppio. “Sembra che questi gruppi del crimine agricolo abbiano un’organizzazione che comincia dal cancello della fattoria e percorre tutta la catena di trasformazione, alimentando un’industria illegale più ampia”, ha dichiarato ai media sudafricani Lizel Pretorious, presidente di Macadamia Sudafrica (Samac).
Un rapporto del 2020 di Global Initiative, ong che studia i trend del crimine organizzato transnazionale, spiega che oltre alle incursioni isolate, la maggior parte di questi furti agricoli su larga scala è gestita da veri e propri “sindacati del crimine”, che hanno legami con acquirenti compiacenti e lavoratori delle piantagioni da derubare e dispongono di appositi luoghi di stoccaggio della merce. I criminali viaggerebbero attraverso le regioni delle coltivazioni per colpire contemporaneamente diverse aziende nella stessa area, per dividere i rischi.
L’enorme tasso di disoccupazione del Sudafrica, che ha superato il 30%, ha un forte impatto nell’aumento dei reati agricoli del paese, ma secondo Donkin “questi frutti sono un target perché hanno un alto valore, non si tratta di crimini di necessità”. La macadamia e l’avocado, infatti, sono tra i prodotti agricoli con i prezzi più alti. Un chilo della noce pregiata si vende anche oltre i 30 euro, mentre un singolo avocado nel mercato sudafricano può costare fino a 1,70 euro, una cifra notevole per il costo della vita locale.
Entrambi sono coltivati soprattutto nelle provincie di Limpopo e Mpumalanga, nel nord-est del paese. Proprio nel Limpopo, nella cittadina di Louis Trichardt, nel 2017 fu emessa una delle prime sentenze di condanna per furto di macadamia, che tuttavia non ha avuto alcun effetto deterrente. Quattro uomini, dipendenti della stessa fattoria derubata, sono stati condannati a 9 mesi di carcere poi convertiti nel pagamento di una multa di circa 300 euro (che corrispondono quasi a uno stipendio mensile).
Mentre la polizia sudafricana fatica a riconoscere i “sindacati del crimine agricolo”, derubricandoli a semplice banditismo, gli agricoltori lamentano la mancanza di vere e proprie indagini e cercano di fare sé. Secondo la Samac, organizzazione che raccoglie i produttori di macadamia, “un investigatore privato ha dimostrato che solo nel distretto di Levubu (nel Limpopo), vengono rubate almeno mille tonnellate di macadamia l’anno e molte di queste sono esportate nello Zimbabwe attraverso la complicità di vari attori”.
Oltre alla perdita dei frutti, gli agricoltori sono costretti a spendere cifre ingenti per proteggerli, installando staccionate elettrificate e assumendo compagnie di sicurezza private che lavorano h24. “Finché il prezzo dell’avocado resta alto, anche se con difficoltà gli agricoltori riescono ad andare avanti nonostante i furti, ma un calo del mercato può compromettere l’esistenza di molte aziende”, conclude Donkin.
L’interesse del crimine per i prodotti come l’avocado è aumentato a livello globale, come in Nuova Zelanda, Spagna e Messico. Secondo alcuni analisti proprio l’avocado potrebbe causare in futuro nuovi conflitti violenti per l’uso delle terre.