L’Agenzia italiana del farmaco ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema attesi per giovedì, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca , che dovrebbe fornire 40,16 milioni di dosi nei primi tre trimestri dell’anno. La decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei e, spiegano fonti del ministero della Salute, dopo un colloquio tra Roberto Speranza il presidente del Consiglio Mario Draghi. Lo stop, rimarcano da Palazzo Chigi, è “temporaneo e cautelativo” in attesa dell’Ema e arriva dopo le interlocuzioni di Speranza anche con i ministri della Salute di Germania, Francia e Spagna.
Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso”, annuncia l’Aifa specificando che “renderà nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale” per coloro che hanno già ricevuto la prima dose. In “coordinamento” con Ema e gli altri Paesi europei, l’Agenzia italiana del farmaco “valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione”. Nelle scorse ore, la Germania era stata il primo grande Paese europeo a fermare le somministrazioni, mentre la Francia è intervenuta con uno stop, annunciato dal presidente Emmanuel Macron, subito dopo la decisione italiana. “Le scelte compiute e condivise oggi dai principali Paesi europei su Astrazeneca sono state assunte esclusivamente in via precauzionale in attesa della prossima decisiva riunione di Ema – spiega Speranza – Abbiamo fiducia che già nelle prossime ore l’Agenzia europea possa chiarire definitivamente la questione”.
In Italia finora quasi 1,1 milioni di persone hanno ricevuto la prima iniezione di Astrazeneca, che prevede un richiamo molto più distanziato degli altri vaccini, a tre mesi. Il problema della seconda dose non si pone quindi immediatamente, essendo iniziato l’uso l’11 febbraio, quindi con seconda dose a maggio. “Confidiamo che riceveranno il richiamo nei tempi previsti”, ha dichiarato il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. In seguito alla morte di alcune persone nei giorni successivi alla vaccinazione con il farmaco prodotto dall’azienda anglo-svedese, l’Aifa aveva già sospeso un lotto in via precauzionale per approfondimenti da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e in attesa che le autopsie escludano del tutto un nesso di causalità tra la somministrazione e i decessi. Nelle scorse ore, inoltre, i Nas dei carabinieri, su ordine della procura di Biella, avevano sequestrato – sempre in via cautelativa – quasi 400mila dosi di un altro lotto. Al momento non è stato stabilito alcuna correlazione tra la somministrazione del vaccino e gli effetti avversi.
“C’è stata una sospensione perché diversi paesi europei, tra cui Germania e Francia, hanno preferito sospendere in presenza di alcuni recentissimi e pochissimi casi di eventi avversi in donne e giovani, e ciò ha suggerito uno stop di verifiche prima di ripartire – ha spiegato a Radio Capital il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini – A giorni attendiamo Ema e poi vedremo meglio i numeri che saranno analizzati nei prossimi giorni”. Quindi, ha aggiunto, “chi ha già fatto il vaccino può e deve restare sicuro”.
Come sottolineato da Guido Rasi, ex direttore dell’Agenzia europea del farmaco, su 3 milioni di dosi somministrate in Europa si sono registrati 30 casi di trombosi, un numero che corrisponde all’incidenza attesa sulla popolazione generale. Vale a dire che i dati non mostrano un aumento delle trombosi tra chi ha ricevuto il preparato anti Covid. La decisione dell’Aifa, frutto evidentemente di un coordinamento europeo, arriva a 24 ore dalle precisazioni del suo presidente Giorgio Palù a Mezz’ora in più su Rai3 dopo lo stop del Piemonte: “I benefici sorpassano di gran lunga i rischi finora riscontrati”, aveva detto invitando “tutti a basarsi sui dati della scienza” e sottolineando che “c’è molta emotività rispetto ai vaccini, già ai tempi del vaccino anti-influenzale, ma non c’è nessuna correlazione se non temporale, non un nesso causale”.