Un giudice federale di Washington ha vietato al Dipartimento della Difesa di limitare gli investimenti statunitensi nei confronti del produttore cinese di smartphone Xiaomi: a poco più di un mese dunque dal momento in cui era stata aggiunta alla blacklist e in attesa che il presidente Biden rivedesse comunque le posizioni del governo USA, il colosso cinese non è più ufficialmente colpito da embargo.

Come forse ricorderete infatti durante gli ultimi giorni della propria amministrazione, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Dipartimento della Difesa avevano inserito Xiaomi in una lista di società presumibilmente legate all’esercito cinese, cosa che avrebbe portato a restrizioni finanziarie di qui a breve. Qualche giorno fa però, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Rudolph Contreras ha dato ragione a Xiaomi, affermando che il provvedimento aveva privato la società del suo diritto a un giusto processo.

Il giudice ha così deciso di emettere un ordine iniziale per evitare che “danni irreparabili” vengano inflitti alla società. Xiaomi ha comunque già fatto sapere di avere intenzione di continuare a chiedere che il tribunale riconosca l’assenza di qualsiasi rapporto tra società ed esercito cinese.

A novembre scorso, l’ex presidente Donald Trump aveva firmato un decreto che vietava gli investimenti statunitensi in aziende cinesi di proprietà o controllate dai militari, nel tentativo di fare pressione su Pechino, imponendo inoltre divieti anche a popolari app cinesi come WeChat e TikTok, in nome di presunte minacce alla sicurezza nazionale. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Rudolph Contreras ha commentato: ” La corte è piuttosto scettica sul fatto che siano effettivamente coinvolti seri interessi di sicurezza nazionale”.

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