Televisione

Amadeus a FQMagazine: “Primo pensiero sul Festival? Felice che la musica ascoltata sul palco sia quella che vince in radio e streaming. Fiorello è il miracolo dell’amicizia, il più bravo di tutti”

Sul capitolo ascolti al Festival non ha dubbi: "Stiamo vivendo una sorta di guerra, le persone hanno problemi economici e di salute, non c'è lavoro, i ragazzi sono a casa, la gente è arrabbiata. Se io sono felice e mi invita a una festa vengo volentieri, se il mio umore non è dei migliori ci sta che dica di no, magari se questa festa dura più giorni passo più avanti...". Ma in conduttore racconta anche di infanzia, sfide vinte e momenti duri, amicizia, paura. Un ritratto inedito

Amadeus privato, dicono lei sia timido.
“Ero un bambino molto timido, un po’ cicciottello, con gli occhiali. Ho cominciato a 17 anni a fare la radio per combattere la timidezza, davanti a un microfono spariva. Mi trasformavo come Clark Kent in Superman. Ero affascinato dalla tv fin da piccolo, guardavo Sanremo, Rischiatutto, Canzonissima. Timido forse lo sono ancora adesso. Nella vita sono riservato e cerco di frequentare solo le persone che mi fanno sentire a mio agio, sono poco mondano.”

Diploma di Geometra per avere un pezzo di carta, nato a Ravenna ma sempre in giro.
“I miei genitori sono siciliani, sono nato a Ravenna, sono cresciuto tra la Liguria e Verona. Giravo molto perché mio padre era istruttore di equitazione.”

Cosa le hanno insegnato?
“I miei genitori mi hanno insegnato l’educazione e il rispetto, sembra banale ma non lo è. Mi hanno insegnato il concetto di libertà, libero di decidere cosa fare nella mia vita, libero di decidere come vestirmi, chi frequentare, fare quello che volevo ma con la testa sulle spalle.”

Lei che padre è?
“Sono un padre apprensivo, ho una figlia che vive in Spagna, vivo questa distanza con agitazione ma le lascio totale libertà. L’ho sempre detto anche al piccolo, ora ha dodici anni, non seguite il gregge, scegliete con la vostra testa, non preoccupatevi del giudizio degli altri.”

A Sanremo ci andava come inviato per le radio, che ricordi ha di quegli anni?
“Erano gli anni 80 e ovviamente non avevo accesso all’Ariston, aspettavo i cantanti per ore fuori agli alberghi. Ricordo le interviste a I Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, Albano. Ricordo le notti a Sanremo in discoteca, corso Matteotti pieno di gente. Era la settimana più bella dell’anno.”

Il Festival di Sanremo più difficile della storia portato a casa, la richiesta di un tris, il successo dei brani che spopolano nelle classifiche, il record di introiti pubblicitari. Amadeus ha vinto la sfida forse più difficile della sua carriera. Con forza, con coraggio, con professionalità. È domenica pomeriggio, l’Inter ha vinto a Torino, ha un tono sereno. Il tono di chi è abituato a navigare tra le tempeste.

Fimi, Spotify, radio. Sanremo sbanca tutte le classifiche con numeri clamorosi, mai visti prima. Una sua vittoria, una piccola rivoluzione musicale.
“Quando mi è stato chiesto di fare Sanremo due anni fa il mio pensiero è andato alla musica, non ho mai pensato solo allo show e agli ascolti, ho evitato scorciatoie. Volevo far capire che la musica stava cambiando, c’era un panorama musicale reale che non sempre vedevo a Sanremo. Mi capitava di vedere nomi al Festival che duravano dieci giorni. Per me Sanremo deve essere lo specchio di quello che si ascolta, senza dimenticare qualche elemento storico ma solo perché hanno pezzi forti, non perché devono esserci per forza.”

La rivoluzione musicale, iniziata con Baglioni, portata avanti con ancora più coraggio. Quando i nomi erano stati annunciati molti avevano storto il naso.
“Anche lo scorso anno molti avevano storto il naso. Quando ho chiamato Diodato gli ho detto ‘Antonio, ti porto a Sanremo’, mi ha risposto ‘Ma da solo?’. Nessuno lo faceva cantare da solo, lo abbinavano a nomi più popolari. La canzone era sua, era bellissima e doveva cantarla lui. Cerco di non avere mai aspettative, ho scelto una strada che ha funzionato e vedere questi risultati è motivo di orgoglio.”

Ventisei big erano troppi, lo ha ammesso anche lei.
“Ho voluto aiutare un settore fermo, ho scelto di rispondere alle richieste di aiuto. Il numero giusto può essere 22 o 24 ma ho pensato di dover dare un segnale. Quanto è cambiato a quei due nomi in più salire sul palco più importante, l’unico palco su cui si poteva salire e cantare? Mi sono fatto guidare solo dal mio istinto e non mi sono posto delle quote iniziali su over, giovani e così via.”

È mancata qualche quota over.
“Per il mio gusto e per la mia visione del Festival le proposte non sono state soddisfacenti. Magari fossero arrivate proposte forti da volti anche più conosciuti. Così non è stato.”

Orietta Berti ha conquistato tutti, anche i giovani.
“Ad agosto l’ho vista in una puntata di Techetechete, ho pensato mancasse da tanti anni a Sanremo, l’ho chiamata e l’ho invitata. Ho sentito quattro pezzi, questo che ha portato al Festival lo trovo bellissimo, l’ho scelto subito. Un classico che racconta una straordinaria storia d’amore, quella con Osvaldo. Lei è una donna ironica, intelligente e talentuosa. Dopo tanti anni è di nuovo in classifica e di questo ne sono felice.”

Ha fatto discutere l’invito della Ferragni al voto per Fedez e Michielin.
“L’ho trovata una polemica pretestuosa, come tante polemiche sanremesi. È sua moglie, non ci trovo nulla di male. Al di là della Ferragni è in classifica, tra le più ascoltate. È piaciuta e il pubblico la sta scegliendo.”

C’è stato un momento in cui si è commosso?

“Mi sono commosso l’ultima sera, Fiore è venuto in camerino prima della finale e ci siamo abbracciati. Alla fine eravamo al ristorante, erano le tre di notte, ci siamo abbracciati di nuovo. Era una sorta di liberazione, ci eravamo resi conto di aver fatto qualcosa di estremamente faticoso e in qualche modo, senza presunzione, di storico.”

È stato faticoso.
“Faticoso perché dovevi tenere tu i tempi, immaginare le reazioni del pubblico, sostenere i cantanti, molti per la prima volta su un palco così importante.”

Fiorello ha fatto due Sanremo per cinque sere, uno travolto dalle polemiche, l’altro in pandemia. L’avessero detto solo cinque anni fa non ci avrebbe creduto nessuno.
“È il miracolo dell’amicizia vera, noi ci vogliamo bene veramente come due fratelli. Io mi fido di lui, lui si fida di me. Abbiamo fatto due cose che resteranno per sempre. Mi ritengo un privilegiato ad aver fatto due Sanremo con il più bravo di tutti.”

Lo accusavano di essere poco coraggioso.
“È una delle persone più coraggiose che ho conosciuto nella mia vita.”

Cosa ha pensato un minuto prima di salire su quel palco?
“Ho fatto un confronto con l’anno scorso, quando ero emozionato ma sbirciavo il pubblico da dietro le quinte. Quest’anno quando ho sbirciato è stato diverso, per fortuna al mio fianco c’era Fiore. Noi non avevamo mai provato con il teatro completamente vuoto, c’erano tecnici, discografici, cinquanta persone circa. Quando ho fatto le scale, ho visto il vuoto e per un attimo ho detto ‘Come facciamo così per cinque sere’.”

C’è stato un momento in cui ha pensato di mollare tutto.
“Quando mi hanno detto che non ci sarebbe stato il pubblico, c’è stato un momento in cui ho pensato solo alle difficoltà. Mi sono fatto domande, sembrava che lo volessi fare solo io, sembrava un mio capriccio. Ne ho parlato con Fiorello, mi ha sostenuto come sempre: ‘Dobbiamo farlo per la musica e per la gente a casa’. Il vero coraggioso è lui. Aveva ragione: ce l’abbiamo fatta. Devo ringraziare tanto anche l’orchestra e Leonardo De Amicis per il sostegno, hanno fatto anche da pubblico. Finivano di provare alle otto, si cambiavano e dopo poco in onda. Sempre con entusiasmo fino alle due di notte, sempre con il sorriso.”

Il discorso pubblico aveva suscitato numerose polemiche, alla fine l’assenza ha pesato più di quanto si pensava. Al di là dei due pesi e due misure, la fa arrabbiare dire ve lo avevo detto?
“No, arrabbiare no. Posso dire però che lo avevo detto che sarebbe stato importante. Così come avevo detto che era un Sanremo strano che andava fatto per la musica, per la gente a casa e non per superare record del 2020.”

Capitolo ascolti, se realmente paragonabili visto il mese diverso e la pandemia, hanno segnato un calo.
“Per il servizio pubblico la vittoria era farlo e farlo in sicurezza regalando agli spettatori cinque serate di divertimento. Io pensavo peggio perché ero consapevole. Ho 58 anni e questo lavoro lo faccio da molti anni, sono pragmatico.”

Ha inciso la pandemia in tutto.
“Stiamo vivendo una sorta di guerra, le persone hanno problemi economici e di salute, non c’è lavoro, i ragazzi sono a casa, la gente è arrabbiata. Se io sono felice e mi invita a una festa vengo volentieri, se il mio umore non è dei migliori ci sta che dica di no, magari se questa festa dura più giorni passo più avanti. Sanremo 2021 ha rappresentato per gli spettatori probabilmente, nuovamente, l’ultimo momento di leggerezza prima del lockdown. Quando siamo cresciuti e abbiamo chiuso al 53,5% non me lo aspettavo. Le persone per strada mi dicono grazie per le cinque serate divertenti, questo mi ha fatto veramente piacere.”

Introiti pubblicitari record, 38 milioni di euro. Mai così alti.
“Avevamo pensato a un palco esterno ancora più importante, si era parlato della nave, quando questo è mancato ero convinto che gli introiti pubblicitari sarebbero calati. Sono cresciuti, 38 milioni, uno in più dello scorso anno. È stata bravissima Rai Pubblicità, gli sponsor si sono uniti, una bella sinergia.”

Ha mostrato carattere, non è stato democristiano.
“Non sono democristiano, io sono buono ma non fesso. Difendo il mio lavoro con le unghie e con i denti, se ci credo tiro dritto.”

Molti ospiti sono saltati, si aspettava un sostegno maggiore dal mondo dello spettacolo?
“Forse sì, nella mia ingenuità mi sarei aspettato la coda alla porta essendo un Sanremo storico, non c’è stata ma io comprendo sempre. Ho rispetto dei no perché so quanto la pandemia fa paura.”

Il protocollo sanitario ha funzionato, tra tagli generali e sicurezza si è parlato di un milione di euro di budget in meno.
“Sì, è corretto. Un milione di euro in meno rispetto allo scorso anno.”

Zlatan Ibrahimovic e Achille Lauro hanno diviso la critica.
“Io mi aspettavo proprio questo, critiche positive e critiche negative. Mi piace dividere, mi piace che qualcosa sia argomento di discussione. Sanremo fa discutere, fa parlare.”

Lady Gaga impossibile per questioni economiche. È vero che lo scorso anno ce l’aveva quasi fatta con Madonna?
“Quasi fatta no ma c’era una trattativa. Il problema degli ospiti internazionali è che cadono facilmente, anche dopo aver aspettato qualche mese ed aver avuto una prima disponibilità. Pensi di aver chiuso e salta.”

L’Ad Salini dopo ascolti in crescita e con record pubblicitario vi ha offerto il triplete, le piacerebbe farlo in un ritorno alla normalità?
“Ringrazio l’amministratore delegato ma che non lo avrei rifatto l’ho detto prima dell’ultima sera e lo avevo deciso già prima del Festival, anche parlandone con Fiore. Una decisione ragionata. Sanremo non è una routine, se la Rai ripensasse a me tra qualche anno mi piacerebbe rifarlo con Fiorello in una totale normalità.”

Accenno tre polemiche: i fiori, il segno della croce, la definizione direttore d’orchestra.
“Sanremo è sinonimo di polemiche, spesso sono forzate. Sanremo è un grande faro che illumina chiunque lo attraversi, c’è gente che ha bisogno di quella luce almeno una volta l’anno.”

Ci sarà un Sanremo Estate per aiutare ancora di più la città dopo il Festival?
“Mi piacerebbe, l’ho detto e l’ho promesso. Magari ai primi di luglio, piacerebbe anche a chi ha partecipato al Festival. Una o due serate di festa all’aperto. Ovviamente dipenderà dal momento che vivremo e da quello che sarà possibile fare.”

Il mancato ricordo di Stefano D’Orazio ha fatto discutere.
“Mi è dispiaciuto, è uno degli errori imperdonabili perché l’avevamo pensata con Fiore giorni prima. Ci sono stati dei problemi, mi sono scusato in privato con sua moglie Tiziana. Mi dispiace davvero. Pensi che grazie a Stefano, che conoscevo bene, ho firmato il mio primo autografo, dopo averlo intervistato all’Arena di Verona le ragazzine all’uscita che erano pazze di lui, chiesero autografo a me solo per averlo intervistato.”

Ad agosto scade il suo contratto con la Rai, cosa ci sarà nel suo futuro?
“Non lo so, spero di rimanere in Rai perché è casa mia. Mi trovo a mio agio, lavoro bene con i tecnici e con tutti. E il pubblico mi identifica come volto Rai.”

Il passaggio a Mediaset poco fortunato e il periodo buio. Ha avuto paura che la sua carriera potesse chiudersi davvero in quel momento?
“L’ho vissuta con rabbia nei miei confronti, era stata una mia decisione. Molti mi avevano detto di non farlo, ho sbagliato. Rabbia ma anche determinazione tripla, con cazzimma per dirla alla napoletana. Non le nascondo che quando ero solo mi chiedevo se ce l’avrei fatta, il nostro mondo è un po’ come una giostra. Quando scendi da quella giostra non è affatto facile risalirci. Sono ripartito da zero, Michele Guardì mi ha aiutato con Mezzogiorno in famiglia.”

Negli anni ha lasciato programmi al culmine del successo come Reazione a Catena e Stasera tutto è possibile, dopo un po’ le piace cambiare?
“Io devo essere il primo a divertirmi, so quanto posso rendere se sono in forma, per dirla con un termine calcistico. Ho sempre bisogno di cercare cose nuove per divertirmi e far divertire. Sono state esperienze molto belle che mi hanno dato tanto.”

Nel 2002 ha scoperto L’Eredità e poi ideato la ghigliottina. Sono passati quasi vent’anni.
“Con grande orgoglio ho portato L’Eredità su Rai1, Del Noce mi disse di cercare un preserale. Questo programma mi colpì subito, il primo mese perdevamo tutte le sere contro Passaparola, pian piano carburò e da vent’anni è un grande successo. Dopo due anni con Santucci nacque la ghigliottina, un gioco per tutti che funziona alla grande.”

I Soliti Ignoti continua ad ottenere ottimi ascolti, leader della sua fascia, ormai senza una vera sfida con il competitor.
“Anche lì abbiamo sentito l’assenza del pubblico. Il gioco funziona, il clima è amichevole, si è creata una piacevole abitudine. Lo spazio dedicato al parente misterioso doveva durare tre minuti, siamo arrivati a dieci. Sono molto contento del successo e non ho intenzione di lasciarlo (ride, ndr).”

È vero che Radio 2 ha proposto a lei e Fiorello un programma insieme?
“Sì, è vero. Loro sono molto bravi, ho fatto tanta radio ma non ho mai lavorato a Radio Rai. Ci penseremo, potrebbe essere un’idea.”

Sua moglie Giovanna non se la filava.
“Ho usato un bigliettino per chiederle di bere un caffè. Vede la timidezza, non ho fatto mica il fenomeno con l’invito a una festa con lo champagne. Direi che è andata bene, meglio non poteva andare.”

Costanzo su Chi ha difeso sua moglie dalle critiche al PrimaFestival parlando sostanzialmente di polemiche eccessive.
“Intanto ringrazio Maurizio, penso la stessa cosa anch’io. L’ho vissuta bene, nel senso che le polemiche fanno parte del mio lavoro. Non vengo scalfito, cerco di leggere poco per non farmi influenzare. Le è stato proposto, voluta da Rai Pubblicità e dallo sponsor, non l’ho scelta io, come lo scorso anno non avevo scelto io Ema e Gigi e Ross. Secondo me è stata molto brava.”

Di cosa ha paura?
“Ho paura della malattia, ho paura di perdere le persone care. Più della malattia che della morte, ho paura di non poter fare quello che mi piace fare.”

Il pubblico la conosce bene.
“Io mi mostro per come sono, mi piace sorprendere. Non parlo molto della mia vita privata, non amo molto parlare di me. Sono già molto presente in video.”

Amadeus, lei è felice?
“Sono molto felice, sono veramente un ragazzo fortunato perché mi hanno regalato un sogno. Ho fatto due Festival di Sanremo, ho una bella famiglia, lamentarsi sarebbe come bestemmiare. Provo a far star bene chi mi guarda regalando leggerezza, questo mi rende felice.”