La decisione di interrompere “in via precauzionale” la somministrazione del vaccino Astrazeneca in mezza Europa è stata presa “dopo una valutazione dell’istituto tedesco per i vaccini”. È Berlino, quindi, ad aver spinto anche gli altri Paesi – Italia compresa – a fermare il siero della casa anglo-svedese. La conferma arriva direttamente dal ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto all’Online talk Sanità del Corriere della Sera. Dopo l’alert del Paul Ehrlich Institute, spiega, “c’è stato un confronto tra i ministri della Salute: ora i governi attendono il giudizio dell’Ema e siamo fiduciosi che possano emergere tutti gli elementi di rassicurazione per consentirci di riprendere la vaccinazione”. Il verdetto è atteso per giovedì, ma l’Agenzia Ue ha anticipato in conferenza stampa che “per ora non ci sono evidenze sul nesso causa-effetto” tra i casi sospetti e il siero e il rapporto benefici-rischi “resta positivo“. Intanto Speranza rassicura chi ha già ricevuto la prima dose del farmaco: “Non ha ragione di essere preoccupato, questa è una pausa solo precauzionale“. Nel corso del suo intervento il ministro ha aperto anche alla possibilità di introdurre uno scudo legale per i vaccinatori, come chiesto dall’Ordine dei medici, annunciando che il governo si metterà al lavoro già nelle prossime ore: “Credo sia una richiesta giusta e comprensibile e che dobbiamo assumere nel più breve tempo possibile”. L’auspicio, conclude, è che al netto del caso Astrazeneca si riesca ad arrivare presto a una svolta: “I vaccini sono e restano l’arma fondamentale con cui uscire da questi mesi difficili”.
Che cosa abbia spinto l’ente regolatorio e di ricerca tedesco a sollecitare lo stop cautelativo del vaccino lo spiega il presidente dell’Aifa Giorgio Palù in un’intervista al Corriere della Sera: il Paul Ehrlich Institute “ha suggerito al ministro della Salute Jens Spahn di sospendere temporaneamente e in forma cautelativa il preparato di AstraZeneca in seguito al verificarsi di 6 casi di tromboembolia“. Un caso analogo si è verificato “anche in Olanda” e si aggiunge “a quelli riportati precedentemente in Danimarca e Austria”. Tutti episodi su cui però, avverte il virologo di fama mondiale, “l’evidenza scientifica di un nesso causa-effetto” con il vaccino “al momento non c’è”. Si tratta inoltre di numeri molto bassi, ma il responsabile francese per la campagna vaccinale, Alain Fischer, chiarisce dove sta il problema: “I segnali d’allerta” AstraZeneca “sono significativi più per il tipo di manifestazioni cliniche e biologiche che per il numero, che resta debole rispetto al numero di persone vaccinate”. Anche la Francia, insomma, condivide i timori della Germania. “È stata osservata in alcune persone l’insorgenza di trombosi con anomalie della coagulazione, che non siamo abituati a vedere nelle embolie polmonari ‘classiche'”. È per questo che i governi di mezza Europa hanno preferito rimettersi alle valutazioni dell’Ema. E la lista di Paesi che fanno parte del blocco si allunga di ora in ora: dopo Germania, Italia, Francia, Spagna e diversi Stati del nord e dell’Est Europa, ora anche la Svezia e la Lettonia hanno deciso di fermare le iniezioni.
Orlando: “Il governo parlerà dopo l’Ema” – Se però in Francia e altri Paesi sono stati direttamente i capi di Stato o di governo a dare l’annuncio, in Italia tutto è avvenuto con un comunicato stampa dell’Aifa. Non sono mancate polemiche, ma sul punto il ministro del Lavoro Andrea Orlando difende così l’operato dell’esecutivo: “Non si tratta di esprimere opinioni, ma di partire dai fatti. Finché non ci sono fatti è giusto mantenere attenzione all’esito. Appena le agenzie competenti si saranno pronunciate chiariremo la dinamica di queste vicende, sapremo se si tratta di un falso allarme o se ci saranno contromisure che devono essere prese”. Il ministro Federico D’Incà, ospite di “Start” su SkyTg24, aggiunge che non c’è stata alcuna “componente emotiva” nella decisione, semmai “delle valutazioni fatte sui dati“. “Credo che il ministro Speranza e il presidente Draghi abbiano fatto le giuste valutazioni e siamo intervenuti”, aggiunge D’Incà. “Stiamo attendendo le indicazioni dell’Ema che darà risultati nelle prossime 48 ore e da lì in poi avremo tutti gli elementi per poter proseguire le vaccinazioni“.
Le rassicurazioni di Palù e Garattini – Resta però il timore che lo stop ad Astrazeneca – anche se temporaneo – alla fine possa compromettere le adesioni dei cittadini. È per questo che tanti esperti stanno intervenendo su stampa e tv per fornire rassicurazioni. Il presidente Palù ricorre ai numeri per ridurre la portata dell’allarme: “Nei 12 milioni di vaccinati del Regno Unito e nei 5 milioni dell’Unione europea, i casi registrati di questi eventi gravi erano finora prevalenti in persone anziane, età media 70 anni. L’incidenza è dunque nettamente inferiore a quella di un caso su mille circa, tipico di queste manifestazioni. Bisognerà vedere se le donne morte in Germania avevano condizioni predisponenti la trombosi come l’assunzione di pillola anticoncezionale oppure altre alterazioni di base della coagulazione”. Per il virologo, infatti, “è improbabile un nesso causale diretto tra vaccinazione e decessi. Al massimo potrebbe esserci una concausa nel senso che i problemi potrebbero riguardare solo persone predisposte a sviluppare queste patologie”. I vaccini finiscono sotto i riflettori “perché vanno a persone solitamente in piena salute, a scopo preventivo”, ma “nei bugiardini dei medicinali più banali comunemente usati sono elencati una sfilza di effetti indesiderati molto superiori a quelli dei vaccini”.
Anche il fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, Silvio Garattini, insiste nel ridimensionare l’allarme: “Bisogna dire che in Italia ogni giorno muoiono circa 1.800-2.000 persone, e che qualche persona muoia avendo preso il vaccino il giorno prima fa parte della realtà: il vaccino non dà l’immortalità, protegge soltanto dai danni indotti dal Covid”. In questo momento, ha ribadito Garattini, “noi sappiamo che c’è un rapporto di causa-effetto tra il virus e il tromboembolismo, non tra il vaccino e il tromboembolismo. Che poi ci possa essere qualche lotto che dà degli effetti collaterali più intensi nessuno lo può escludere, ma bisogna sempre considerare il rapporto benefici-rischi: se avessimo avuto il vaccino, non avremmo avuto 100mila morti” per Covid.
Galli: “Lo stop farà danni”. Il precedente Fluad – Il problema è che non è facile far passare questo messaggio ai cittadini. Lo sa bene l’infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano Massimo Galli, a cui “vengono i brividi” ripensando a un precedente di qualche anno fa. “A me sembra un po’ di rivivere l’esperienza del 2014, quando fu ritirato un lotto di un vaccino antinfluenzale“, il Fluad. “Il risultato fu che i 3 decessi in qualche modo attribuiti a quel vaccino si rivelarono assolutamente indipendenti dal vaccino” stesso, “però il numero dei vaccinati calò drasticamente, di 6 punti percentuali. Avevamo avuto l’anno prima circa il 54% di vaccinati over 65, che già non era un granché, e l’anno dopo ci fu un 48%, credo il minimo della nostra storia recente, probabilmente con qualche centinaio di morti in più, quelli sì, per le conseguenze dell’influenza”. Ecco perché, “quando mi ricordo questa cosa, mi vengono un po’ i brividi – confessa Galli – Perché va benissimo la prudenza, va benissimo verificare, però provvedimenti di questo tipo mettono la gente in apprensione“.
Cronaca
Astrazeneca, il ministro Speranza: “Fiducia nell’Ema. Stop deciso dopo i dati di Berlino”. Anche la Svezia ferma le iniezioni
Il titolare della Salute chiarisce che la decisione di fermare la somministrazione del vaccino è stata presa "dopo una valutazione dell'istituto tedesco". Poi rassicura chi ha già ricevuto la prima dose: "Non c'è ragione di essere preoccupati". Palù al Corriere: "Misura cautelativa dopo 6 casi di tromboembolia in Germania. Al momento non c'è l'evidenza scientifica di un nesso causa-effetto". Il timore di Galli sulle ripercussioni nella campagna e il precedente Fluad
La decisione di interrompere “in via precauzionale” la somministrazione del vaccino Astrazeneca in mezza Europa è stata presa “dopo una valutazione dell’istituto tedesco per i vaccini”. È Berlino, quindi, ad aver spinto anche gli altri Paesi – Italia compresa – a fermare il siero della casa anglo-svedese. La conferma arriva direttamente dal ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto all’Online talk Sanità del Corriere della Sera. Dopo l’alert del Paul Ehrlich Institute, spiega, “c’è stato un confronto tra i ministri della Salute: ora i governi attendono il giudizio dell’Ema e siamo fiduciosi che possano emergere tutti gli elementi di rassicurazione per consentirci di riprendere la vaccinazione”. Il verdetto è atteso per giovedì, ma l’Agenzia Ue ha anticipato in conferenza stampa che “per ora non ci sono evidenze sul nesso causa-effetto” tra i casi sospetti e il siero e il rapporto benefici-rischi “resta positivo“. Intanto Speranza rassicura chi ha già ricevuto la prima dose del farmaco: “Non ha ragione di essere preoccupato, questa è una pausa solo precauzionale“. Nel corso del suo intervento il ministro ha aperto anche alla possibilità di introdurre uno scudo legale per i vaccinatori, come chiesto dall’Ordine dei medici, annunciando che il governo si metterà al lavoro già nelle prossime ore: “Credo sia una richiesta giusta e comprensibile e che dobbiamo assumere nel più breve tempo possibile”. L’auspicio, conclude, è che al netto del caso Astrazeneca si riesca ad arrivare presto a una svolta: “I vaccini sono e restano l’arma fondamentale con cui uscire da questi mesi difficili”.
Che cosa abbia spinto l’ente regolatorio e di ricerca tedesco a sollecitare lo stop cautelativo del vaccino lo spiega il presidente dell’Aifa Giorgio Palù in un’intervista al Corriere della Sera: il Paul Ehrlich Institute “ha suggerito al ministro della Salute Jens Spahn di sospendere temporaneamente e in forma cautelativa il preparato di AstraZeneca in seguito al verificarsi di 6 casi di tromboembolia“. Un caso analogo si è verificato “anche in Olanda” e si aggiunge “a quelli riportati precedentemente in Danimarca e Austria”. Tutti episodi su cui però, avverte il virologo di fama mondiale, “l’evidenza scientifica di un nesso causa-effetto” con il vaccino “al momento non c’è”. Si tratta inoltre di numeri molto bassi, ma il responsabile francese per la campagna vaccinale, Alain Fischer, chiarisce dove sta il problema: “I segnali d’allerta” AstraZeneca “sono significativi più per il tipo di manifestazioni cliniche e biologiche che per il numero, che resta debole rispetto al numero di persone vaccinate”. Anche la Francia, insomma, condivide i timori della Germania. “È stata osservata in alcune persone l’insorgenza di trombosi con anomalie della coagulazione, che non siamo abituati a vedere nelle embolie polmonari ‘classiche'”. È per questo che i governi di mezza Europa hanno preferito rimettersi alle valutazioni dell’Ema. E la lista di Paesi che fanno parte del blocco si allunga di ora in ora: dopo Germania, Italia, Francia, Spagna e diversi Stati del nord e dell’Est Europa, ora anche la Svezia e la Lettonia hanno deciso di fermare le iniezioni.
Orlando: “Il governo parlerà dopo l’Ema” – Se però in Francia e altri Paesi sono stati direttamente i capi di Stato o di governo a dare l’annuncio, in Italia tutto è avvenuto con un comunicato stampa dell’Aifa. Non sono mancate polemiche, ma sul punto il ministro del Lavoro Andrea Orlando difende così l’operato dell’esecutivo: “Non si tratta di esprimere opinioni, ma di partire dai fatti. Finché non ci sono fatti è giusto mantenere attenzione all’esito. Appena le agenzie competenti si saranno pronunciate chiariremo la dinamica di queste vicende, sapremo se si tratta di un falso allarme o se ci saranno contromisure che devono essere prese”. Il ministro Federico D’Incà, ospite di “Start” su SkyTg24, aggiunge che non c’è stata alcuna “componente emotiva” nella decisione, semmai “delle valutazioni fatte sui dati“. “Credo che il ministro Speranza e il presidente Draghi abbiano fatto le giuste valutazioni e siamo intervenuti”, aggiunge D’Incà. “Stiamo attendendo le indicazioni dell’Ema che darà risultati nelle prossime 48 ore e da lì in poi avremo tutti gli elementi per poter proseguire le vaccinazioni“.
Le rassicurazioni di Palù e Garattini – Resta però il timore che lo stop ad Astrazeneca – anche se temporaneo – alla fine possa compromettere le adesioni dei cittadini. È per questo che tanti esperti stanno intervenendo su stampa e tv per fornire rassicurazioni. Il presidente Palù ricorre ai numeri per ridurre la portata dell’allarme: “Nei 12 milioni di vaccinati del Regno Unito e nei 5 milioni dell’Unione europea, i casi registrati di questi eventi gravi erano finora prevalenti in persone anziane, età media 70 anni. L’incidenza è dunque nettamente inferiore a quella di un caso su mille circa, tipico di queste manifestazioni. Bisognerà vedere se le donne morte in Germania avevano condizioni predisponenti la trombosi come l’assunzione di pillola anticoncezionale oppure altre alterazioni di base della coagulazione”. Per il virologo, infatti, “è improbabile un nesso causale diretto tra vaccinazione e decessi. Al massimo potrebbe esserci una concausa nel senso che i problemi potrebbero riguardare solo persone predisposte a sviluppare queste patologie”. I vaccini finiscono sotto i riflettori “perché vanno a persone solitamente in piena salute, a scopo preventivo”, ma “nei bugiardini dei medicinali più banali comunemente usati sono elencati una sfilza di effetti indesiderati molto superiori a quelli dei vaccini”.
Anche il fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, Silvio Garattini, insiste nel ridimensionare l’allarme: “Bisogna dire che in Italia ogni giorno muoiono circa 1.800-2.000 persone, e che qualche persona muoia avendo preso il vaccino il giorno prima fa parte della realtà: il vaccino non dà l’immortalità, protegge soltanto dai danni indotti dal Covid”. In questo momento, ha ribadito Garattini, “noi sappiamo che c’è un rapporto di causa-effetto tra il virus e il tromboembolismo, non tra il vaccino e il tromboembolismo. Che poi ci possa essere qualche lotto che dà degli effetti collaterali più intensi nessuno lo può escludere, ma bisogna sempre considerare il rapporto benefici-rischi: se avessimo avuto il vaccino, non avremmo avuto 100mila morti” per Covid.
Galli: “Lo stop farà danni”. Il precedente Fluad – Il problema è che non è facile far passare questo messaggio ai cittadini. Lo sa bene l’infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano Massimo Galli, a cui “vengono i brividi” ripensando a un precedente di qualche anno fa. “A me sembra un po’ di rivivere l’esperienza del 2014, quando fu ritirato un lotto di un vaccino antinfluenzale“, il Fluad. “Il risultato fu che i 3 decessi in qualche modo attribuiti a quel vaccino si rivelarono assolutamente indipendenti dal vaccino” stesso, “però il numero dei vaccinati calò drasticamente, di 6 punti percentuali. Avevamo avuto l’anno prima circa il 54% di vaccinati over 65, che già non era un granché, e l’anno dopo ci fu un 48%, credo il minimo della nostra storia recente, probabilmente con qualche centinaio di morti in più, quelli sì, per le conseguenze dell’influenza”. Ecco perché, “quando mi ricordo questa cosa, mi vengono un po’ i brividi – confessa Galli – Perché va benissimo la prudenza, va benissimo verificare, però provvedimenti di questo tipo mettono la gente in apprensione“.
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Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - Il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Palermo presieduto dal prefetto Massimo Mariani ha disposto oggi di assegnare una scorta all'inviato di Repubblica Salvo Palazzolo, oggetto di minacce per le sue inchieste sui boss scarcerati. Nei giorni scorsi al giornalista era stato comunicato dalla Squadra mobile di essere oggetto di "gravi ostilita'" emerse nel corso di alcune indagini.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Meloni si dice coerente su tutto, ma è la campionessa mondiale di incoerenza". Lo dice Matteo Renzi in diretta su Instagram.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "L'atteggiamento di Giorgia Meloni in questi giorni è insopportabile. A dicembre 2024 Meloni va ad Atreju e dice che i centri migranti funzioneranno, perchè bisogna sconfiggere la mafia dei trafficanti di migranti. E cosa accade ora? Accade che la scorsa settimana uno di quei criminali, che la Corte Penale Internazionale definisce trafficante e torturatore, viene arrestato dai poliziotti e la Meloni lo libera, con un volo di Stato, a spese nostre". Così Matteo Renzi in una diretta su Instagram.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Se il governo abbassa le tasse, io sono contento. Ma quando hai un livello di ipocrisia come quello che abbiamo visto, mi arrabbio e lo dico. C'è un governo indecente con un sottosegretario alla Giustizia condannato, un ministro dei Trasporti che va benino sulle dirette di Tik Tok, ma non nella gestione dei trasporti". Lo dice Matteo Renzi in diretta su Instagram. "Se vogliono cacciare la Santanchè perchè rinviata a giudizio, allora devono mandare a casa anche Delmastro che è rinviato a giudizio. Meloni ha due pesi e due misure".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - Uniti si vince. Anzi, no. Divisi si vince. Dario Franceschini dal suo nuovo ufficio ex-officina, spariglia. "I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà". E allora meglio andare "al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale" e sul terzo dei seggi assegnati con l'uninomiale "è sufficiente stringere un accordo", la proposta di Franceschini. Che si rivolge pure a Forza Italia: "Ha il biglietto della lotteria in tasca, ma non lo sa", con il proporzionale "sarebbe arbitra dei governi per i prossimi vent’anni".
"Volpone...", commenta Matteo Renzi. Carlo Calenda condivide l'analisi sul marciare divisi, Angelo Bonelli la boccia mentre dal Movimento 5 Stelle si fa sapere che l'intervista all'ex-ministro del Conte II è stata letta "con attenzione", vista come "prospettiva compatibile con le richieste della nostra comunità", quindi un’opzione su cui "è possibile un confronto". Nel Pd ha infiammato le chat ma la reazione ai attesta tra lo stupore e il silenzio, al momento. A partire dalla segretaria. Plasticamente impegnata in quanto di più lontano da riflessioni di alchimia politica, posta sui social le foto dell'incontro oggi a Porto Marghera con i lavoratori del petrolchimico, settore in allarme. "Eni sta dismettendo la chimica di base in Italia con l’assenso del governo Meloni, che resta a guardare. Grazie a questi lavoratori per l’incontro, il Pd è al loro fianco", scrive Schlein su Instagram.
Tuttavia, si riferisce, che stamattina ci sarebbero state interlocuzioni con Franceschini sull'intervista. E l'ex-ministro avrebbe rassicurato sulle sue buone intenzioni. Quel "marciare divisi" non andrebbe letto come una sconfessione della "testardamente unitaria" Schlein. Il senso dell'operazione sarebbe quello di dare un fermo, uno stop al dibattito che si sta alimentando nelle ultime settimane - giudicato inutile e maliziosamente dannoso - sul federatore, sulla coalizione e anche su un ipotetico partito dei cattolici. Una forza moderata sarebbe utile ma, sottolinea Franceschini, "noi cattolici democratici, non possiamo che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli". E quindi un assist alla segretaria, si assicura.
Detto questo, non a pochi nel Pd, la proposta del "marciare divisi" è apparsa quanto meno eccentrica di fronte a una coalizione di centrodestra guidata da una leader, almeno al momento, molto forte. "Lei parla con Trump e noi ci presentiamo al voto divisi, a darci addosso l'un l'altro?". E comunque ancor più prosaicamente c'è chi fa notare come "senza alleanze, con questa legge elettorale, hai automaticamente perso". E' la matematica e il voto del 2022 docet. Riflessioni che restano riservate. "Nessuno vuol ribattere a un dirigente storico del Pd".
Anche il passaggio su Forza Italia sembra un po' fuori sincrono. Certo, osserva Matteo Renzi, "se Forza Italia accettasse di avere il sistema proporzionale governerebbe per anni perché si entrerebbe in un sistema in cui si creerebbero le maggioranze in Parlamento". Ma che gli azzurri si sfilino dal centrodestra, non sembra alle viste. Franceschini "prova a sedurre con una danza del ventre evocando il proporzionale puro", dice Alessandro Sorte, ma "Forza Italia è" già "l'unico vero centro e oggi ha un ruolo fondamentale".
Per Bonelli la proposta dell'ex-ministro non convince: "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perché lo stesso schema non deve valere per le politiche?". Nel Pd a parlare in chiaro, in Tv, è Debora Serracchiani secondo cui l'ipotesi di Franceschini è "da valutare" e "credo abbia detto una cosa saggia: rafforzare il Pd, pensare alle cose concrete. La segretaria su questo sta dando veramente una linea importante. Invece di costruire a tavolino delle alleanze, cerchiamo di metterci insieme sui temi che ci tengono uniti".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - Uniti si vince. Anzi, no. Divisi si vince. Dario Franceschini dal suo nuovo ufficio ex-officina, spariglia. "I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà". E allora meglio andare "al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale" e sul terzo dei seggi assegnati con l'uninomiale "è sufficiente stringere un accordo", la proposta di Franceschini. Che si rivolge pure a Forza Italia: "Ha il biglietto della lotteria in tasca, ma non lo sa", con il proporzionale "sarebbe arbitra dei governi per i prossimi vent’anni".
"Volpone...", commenta Matteo Renzi. Carlo Calenda condivide l'analisi sul marciare divisi, Angelo Bonelli la boccia mentre dal Movimento 5 Stelle si fa sapere che l'intervista all'ex-ministro del Conte II è stata letta "con attenzione". Nel Pd ha infiammato le chat ma la reazione ai attesta tra lo stupore e il silenzio, al momento. A partire dalla segretaria. Plasticamente impegnata in quanto di più lontano da riflessioni di alchimia politica, posta sui social le foto dell'incontro oggi a Porto Marghera con i lavoratori del petrolchimico, settore in allarme. "Eni sta dismettendo la chimica di base in Italia con l’assenso del governo Meloni, che resta a guardare. Grazie a questi lavoratori per l’incontro, il Pd è al loro fianco", scrive Schlein su Instagram.
Tuttavia, si riferisce, che stamattina ci sarebbero state interlocuzioni con Franceschini sull'intervista. E l'ex-ministro avrebbe rassicurato sulle sue buone intenzioni. Quel "marciare divisi" non andrebbe letto come una sconfessione della "testardamente unitaria" Schlein. Il senso dell'operazione sarebbe quello di dare un fermo, uno stop al dibattito che si sta alimentando nelle ultime settimane - giudicato inutile e maliziosamente dannoso - sul federatore, sulla coalizione e anche su un ipotetico partito dei cattolici. Una forza moderata sarebbe utile ma, sottolinea Franceschini, "noi cattolici democratici, non possiamo che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli". E quindi un assist alla segretaria, si assicura.
Detto questo, non a pochi nel Pd, la proposta del "marciare divisi" è apparsa quanto meno eccentrica di fronte a una coalizione di centrodestra guidata da una leader, almeno al momento, molto forte. "Lei parla con Trump e noi ci presentiamo al voto divisi, a darci addosso l'un l'altro?". E comunque ancor più prosaicamente c'è chi fa notare come "senza alleanze, con questa legge elettorale, hai automaticamente perso". E' la matematica e il voto del 2022 docet. Riflessioni che restano riservate. "Nessuno vuol ribattere a un dirigente storico del Pd".
Anche il passaggio su Forza Italia sembra un po' fuori sincrono. Certo, osserva Matteo Renzi, "se Forza Italia accettasse di avere il sistema proporzionale governerebbe per anni perché si entrerebbe in un sistema in cui si creerebbero le maggioranze in Parlamento". Ma che gli azzurri si sfilino dal centrodestra, non sembra alle viste. Franceschini "prova a sedurre con una danza del ventre evocando il proporzionale puro", dice Alessandro Sorte, ma "Forza Italia è" già "l'unico vero centro e oggi ha un ruolo fondamentale".
Per Bonelli la proposta dell'ex-ministro non convince: "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perché lo stesso schema non deve valere per le politiche?". Nel Pd a parlare in chiaro, in Tv, è Debora Serracchiani secondo cui l'ipotesi di Franceschini è "da valutare" e "credo abbia detto una cosa saggia: rafforzare il Pd, pensare alle cose concrete. La segretaria su questo sta dando veramente una linea importante. Invece di costruire a tavolino delle alleanze, cerchiamo di metterci insieme sui temi che ci tengono uniti".
(Adnkronos) - Per il pm De Tommasi le indagate avrebbero 'imbeccato' l'imputata - anche usando protocolli con "punteggi già inseriti" - affinché ottenesse una perizia psichiatrica in grado di accertarle un deficit, un'attività difensiva non lecita e che non è andata a buon fine. Le psicologhe sarebbero andate oltre il loro compito, somministrando test "incompatibili con le caratteristiche psichiche effettive della detenuta" e con colloqui "falsamente annotati nel diario clinico", mentre lo psichiatra Garbarini, consulente di parte, l'avrebbe "eterodiretta" nelle risposte da fornire, sostiene l'accusa.
Nell'avviso di conclusione indagini, infine, il pubblico ministero - che ha sentito la compagna di cella Tiziana Morandi, meglio conosciuta come 'la Mantide della Brianza' - sottolinea come l'avvocata Pontenani "invitava Pifferi a simulare in carcere comportamenti e atteggiamenti idonei a far apparire, contrariamente al vero, come una 'fuori di testa' e come una 'mongoloide', al fine di indurre in errore il perito e la Corte che avrebbero dovuto valutarla e giudicarla ed essere ritenuta quantomeno parzialmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto".
La chiusura delle indagini arriva a cinque giorni dal processo d'appello, dopo che il primo grado - la perizia disposta dai giudici ha certificato la piena capacità di intendere e volere della 39enne - ha sentenziato l'ergastolo per l'accusa di omicidio della piccola Diana di soli 2 anni.