Ogni anno in Italia ci sono circa 65mila casi di trombosi, non c’è nessuna evidenza scientifica in merito ad un loro incremento dopo la somministrazione dei vaccini AstraZeneca. Prendiamo il caso dell’Inghilterra, dove la popolazione è stata quasi interamente immunizzata con questo farmaco: i dati dicono che gli episodi di trombosi nel Regno Unito sono perfettamente in linea con le percentuali degli anni precedenti. Lo stop ai vaccini AstraZeneca “in via precauzionale” è solo un’altra dimostrazione dell’incapacità della politica di prendere decisioni. Una politica che rende l’Europa, gli Stati e le autorità schiavi dei social e di un’informazione che usa i social come fonte. Populismo puro.

Va bene la cautela, ma qui siamo di fronte a un’azione irresponsabile di chi non prevede gli effetti catastrofici di una decisione del genere. Perché una vera autorità per essere tale su questi temi non può rincorrere le schegge impazzite dell’informazione e delle piazze virtuali ma, anzi, le deve indirizzare con l’evidenza scientifica dei dati.

A cosa porterà, ad esempio, la gestione schizofrenica del vaccino Astrazeneca in Germania, la cui somministrazione è stata interrotta, probabilmente per un paio di giorni soli, dopo che il governo tedesco aveva il giorno prima criticato aspramente la Danimarca per aver fatto altrettanto? Servirà solo a creare paura e a far piovere disdette su disdette delle prenotazioni dei vaccini, quando la campagna ripartirà. E in Italia accadrà la stessa cosa.

Governare con la paura e prestando più attenzione ai social che ai dati scientifici è ciò che ha reso la politica incapace di incidere davvero nell’interesse reale dei cittadini. Non vaccinarsi è un rischio più grande rispetto a quello di vaccinarsi. Spostare il problema sul vaccino, dimenticando che è l’unica arma che abbiamo contro il Covid-19, è l’ennesimo esempio di una cattiva politica che non sa più decidere.

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