Non, non è il “Recovery plan targato Draghi” come ha scritto qualcuno. Non entra “molto più in profondità nei singoli filoni di spesa”, come ha sostenuto Il Sole 24 Ore. E anche “la proroga del superbonus edilizio al 2023″ è semplicemente una delle ipotesi vagliate dal governo precedente. Perché il documento con le schede tecniche sui progetti del Recovery plan inviato al Parlamento la scorsa settimana è quello scritto dal Conte 2 prima della crisi, come ha spiegato Il Fatto Quotidiano. E come, del resto, aveva chiarito il ministro dell’Economia Daniele Franco, annunciando l’invio alle Camere delle note tecniche “che noi ministri abbiamo ricevuto nel passaggio di consegne”.

Il frutto degli sforzi della nuova cabina di regia del Mef guidata da Carmine Di Nuzzo non si è ancora visto, dunque, e di sicuro non è contenuto in quelle pagine si cui pure molti hanno dato conto come si trattasse di una riscrittura in cui “per la prima volta ci sono obiettivi, tempi, costi e una serie di dettagliatissime tabelle”(Libero Economia)

A fare chiarezza ci ha pensato il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, che martedì in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera ha dovuto non solo ripetere il concetto – “Il Parlamento ha ricevuto la bozza del Pnrr preparata dal precedente Governo e il ministro Franco ha fatto pervenire al Parlamento le schede tecniche” – ma anche precisare che “quelle schede erano anche antecedenti alla selezione che il precedente governo ha fatto in sede di bozza di Pnrr approvata e trasmessa al Parlamento. E’ importante questa sottolineatura perché avrete visto in quella lista delle opere che in realtà il precedente governo aveva già escluso“. Nota quanto mai necessaria visto che Il Tempo tre giorni fa ha titolato: Funivia Casalotti Boccea, Mario Draghi mette le ali a Virginia Raggi: il progetto pagato dal Governo. Ma quella di finanziare con il Recovery la funivia cara alla sindaca M5s era solo una delle centinaia di richieste planate sulle scrivanie dei ministri durante il Conte 2 e non recepite nella versione del piano approvata in cdm a gennaio.

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