“Ho fatto appena in tempo. Ma ora sono un po’ preoccupata per la seconda dose”. Angela, 74 anni, è disorientata. Pochissimi minuti dopo aver ricevuto l’iniezione del farmaco anti Covid di Astrazeneca, il personale impiegato presso il centro vaccinale della Stazione Termini ha chiuso i battenti, rispedendo tutti a casa fino “a data da destinarsi”. Sono 7.000 le persone cui la Regione Lazio sta comunicando, via sms, che il tanto atteso appuntamento con il vaccino è da rinviare. A data da destinarsi. “Invitiamo coloro che erano prenotati a non recarsi presso il punto vaccinale. Tutti saranno ricontattati”, recita il messaggino di testo che i pazienti stanno ricevendo in queste ore.
Uno stop improvviso. Proprio qui, a Roma e dintorni, dove le operazioni filavano veloci – meglio che altrove – e si era arrivati a vaccinare ben 700.000 persone (il contatore di SaluteLazio.it a fine serata si è fermato a 704.983), il 12% degli abitanti di tutta la regione. A fare da spartiacque fra il certo e l’incerto, il comunicato emanato poco dopo le 16 – l’agenzia Ansa è delle 16.18 – con cui l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha sospeso “in via precauzionale” la somministrazione del siero di Oxford. “Sono fiducioso, speriamo che la questione si sbrogli già nelle prossime ore”, dice Marco, insegnante, cui gli addetti della Asl Roma 1 hanno praticamente chiuso le porte in faccia mentre si avvicinava il suo turno per l’iniezione.
La nota dell’Aifa ha coinciso con la “ritirata” improvvisa dai centri di somministrazione. Fiumicino Aeroporto, Stazione Termini, Auditorium Parco della Musica e La Nuvola Eur, luoghi iconici della macchina vaccinale romana, si sono improvvisamente svuotati. Lucchetti che non riapriranno finché l’Ema (Agenzia europea per i medicinali) non si pronuncerà sul da farsi. Presso l’unità di crisi della Regione Lazio le riunioni si sono susseguite fino a notte. “Ema si riunisca subito per chiarire definitivamente questa situazione”, ha tuonato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, cui Nicola Zingaretti ha dato ormai da un anno carta bianca nella gestione dell’emergenza Covid. “Aspettare giorni – ha detto – potrebbe rappresentare il fallimento dell’Europa in questa campagna vaccinale”. E ancora: “La sospensione di Astrazeneca è un danno enorme”, in quanto “si bloccano a Roma e nel Lazio 35 hub vaccinali e oltre 2mila medici di medicina generale”. Da giorni D’Amato non risparmia stilettate alla multinazionale anglo svedese, in forte ritardo con le consegne. Tanto che domenica ha dovuto negare ai medici di famiglia la consegna delle dosi per le vaccinazioni presso gli studi medici.
L’incertezza maggiore riguarda le seconde dosi. “Non sappiamo cosa fare, nessuno sa consigliarci. C’è una profilassi ben precisa che viene disattesa. Siamo ancora protetti? Devono rifarci il vaccino da capo? Qualcuno ci spieghi…”, denuncia Antonio, che si trova nel gruppo di coloro che devono fare il richiamo ma per i quali la seconda iniezione è sospesa. “Attendiamo anche noi risposte dall’Aifa, ci confronteremo con i nostri esperti, perché è un tema non irrilevante”, rispondono, allargando le braccia dalla Regione Lazio. Dove, tuttavia, vige un certo ottimismo.
Ma quando si potrà tornare a vaccinare? “Per le vie brevi ci hanno detto che già domani (martedì, ndr) in mattinata dovrebbero arrivare indicazioni tecniche dall’Ema. Ci auguriamo che lo stop duri solo 24 ore. In realtà, proprio negli stessi minuti arrivava la notizia che in Spagna la sospensione durerà “almeno 15 giorni”. “Speriamo di no, altrimenti butteremo via tutto il lavoro fatto fin qui”. Oltre al panico generato dalla comunicazione Aifa, a Roma in queste ore sono impegnati anche a combattere le fake-news. Da ore girano su whatsapp notizie non vere e allarmanti anche sugli altri vaccini. Sui social della Regione Lazio, per evitare fraintendimenti, è stata pubblicata un’infografica in cui si ribadisce che “la vaccinazione per gli over 80 e le categorie degli estremamente vulnerabili e i disabili gravi non subirà alcuna interruzione”. Si tratta coloro cui verranno somministrati i vaccini Pfizer e Moderna. In generale, tutti coloro che non riceveranno comunicazioni di sorta, sono invitati a presentarsi agli appuntamenti.
Il susseguirsi di comunicazioni contrastanti ha generato un po’ di caos anche sul fronte del settore Difesa. L’Ispettorato generale della sanità militare, infatti, ha diffuso lo stop alle operazioni di vaccinazione – in corso all’ospedale del Celio e presso la Cecchignola – alle ore 17.31, a quasi un’ora e mezza di distanza dalla nota emanata dall’Agenzia del Farmaco. Solo tre ore prima, alle 14.25, era stato diffuso un telegramma con cui si affermava che “tutte le attività relative alla campagna vaccinale in oggetto dovranno proseguire senza alcuna variazione”. C’e’ voluta qualche ora per fare chiarezza e adeguarsi alle disposizioni nazionali.