La richiesta è partita dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici, ed è condivisa da tutti gli operatori sul campo, accolta ieri dall'esecutivo che, come ha annunciato il ministro della Salute, sta già lavorando ad una norma in questa direzione. La politica, infatti, si schiera tutta a favore di questa misura. Il magistrato spiega: "L'immunità è inutile, se il medico rispetta i protocolli quelli stabiliti dall’Aifa, dall’Ema e dall’ospedale, non ha nessun tipo di problema"
Uno scudo penale per i medici vaccinatori. Se l’anno scorso a tenere banco era la proposta dell’immunità per i medici che si occupavano dei malati di Covid, oggi il governo ragiona per una tutela dei sanitari impegnati nella campagna vaccinale. Una misura che possa favorirne l’adesione in modo da accelerare con la distribuzione delle dosi. Una richiesta partita dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici, ed abbracciata da tutti gli operatori sul campo, accolta ieri dall’esecutivo che, come ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza, sta già lavorando ad una norma in questa direzione. La richiesta è condivisa dai sindacati dei medici e dalle varie categorie che man mano stanno andando a rafforzare l’esercito dei vaccinatori che verrà schierato sul campo con l’auspicato arrivo, nelle prossime settimane, di massicci quantitativi di vaccini. Dopo i medici di famiglia, oggi protocolli per la partecipazione alla campagna vaccinale sono stati siglati anche dagli odontoiatri, pediatri e medici specialisti ambulatoriali. Tre categorie che contano complessivamente oltre 82mila iscritti alle associazioni di riferimento: tutti potenziali vaccinatori – l’adesione è volontaria – che ribadiscono però la necessità di uno scudo penale. Ed anche l’Inps dà la disponibilità ad utilizzare i propri medici nella campagna vaccinale, annunciando che, qualora il Governo lo ritenesse opportuno, l’ente “come datore di lavoro potrebbe far operare le vaccinazioni al personale con i propri medici”.
La richiesta dei medici, Crisanti contrario: “Come ammettere che vaccino fa male” – A chiarire ulteriormente le ragioni della richiesta di scudo penale è proprio il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli: “Di fronte a un numero così importante di somministrazioni di vaccino, parliamo di milioni di vaccini, è chiaro che gli effetti indesiderati avversi possono comparire. Se i magistrati correttamente ci iscrivono nel registro degli indagati questa situazione comporta una serie di preoccupazioni e di difficoltà. E toglie molta serenità nell’esercizio della professione. Credo che in un momento così straordinario ci possa essere uno sgravio di responsabilità sul piano penale rimandando tutta la questione a una responsabilità di carattere civile che – continua – può essere sempre esercitata nei confronti dell’azienda sanitaria”. Si dice contrario allo scudo penale il virologo Andrea Crisanti che a Sky Tg24 dichiara: “Rimango stupito che ci possa essere un livello di responsabilità dei medici perché la vaccinazione è una misura di sanità pubblica, quindi una decisione politica in capo al ministro”. “Di fatto – ha continuato Crisanti – i medici sono semplici esecutori. Non c’è proprio bisogno di questo scudo. Le persone sono consapevoli degli eventuali effetti collaterali, non c’è per il momento nessuna connessione fra i pochissimi decessi e la vaccinazione. Mi sembra come dover ammettere che il vaccino pericoloso, cosa che non è. Sarebbe una cosa che non genera fiducia”.
La politica a favore – L’istanza trova il favore del ministro Speranza, che definisce la richiesta dei medici “giusta e comprensibile“: “Penso che il governo debba lavorare nelle prossime ore per dare una risposta a questa richiesta. Nelle prossime ore dovremo fare anche un confronto a livello di governo e da parte mia c’è la massima disponibilità”. È favorevole pure Mariastella Gelmini, “Il compito dell’esecutivo è mettere i nostri medici, e tutti coloro che somministreranno le dosi dei vaccini, nelle condizioni di lavorare in totale tranquillità e sicurezza, senza correre il rischio di essere coinvolti in eventuali procedimenti giudiziari”, dice la ministra per gli Affari regionali e le autonomie, definendo come “urgente un provvedimento, da approvare già nelle prossime ore, per garantire lo scudo penale“. Via libera anche dal sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, mentre i renziani tentano di mettere il cappello sull’operazione con Davide Faraone che su facebook scrive: “Abbiamo conosciuto i danni della via giudiziaria al potere, non pensavo si arrivasse alla via giudiziaria al vaccino. Lo dico senza girarci attorno: è una follia indagare i medici, è inconcepibile che donne e uomini impegnati a sconfiggere il Covid passino da eroi ad indagati. O peggio a delinquenti. Ci impegneremo affinché il parlamento trovi una norma che fornisca uno scudo penale per tutti i nostri eroi”.
“Lo scudo è una pura formalità. Inutile” – L’area politica vicina a Italia viva però si spacca con l’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane che dice: “Lo scudo penale per i medici? Non serve. Non c’è bisogno quando non si fa altro che inoculare la dose: se si sbaglia non è giusto avere alcuno scudo penale, perché il proprio lavoro deve esser fatto bene; se è il farmaco che causa dei danni, cosa c’entra chi lo ha somministrato? Se AstraZeneca è veleno, chi lo ha inoculato non c’entra e lo scudo non serve. E’ una richiesta che purtroppo dà la dimensione della preoccupazione che abbiamo – continua ancora Caiazza – è una richiesta che nasce dal fatto che per fare le indagini sul vaccino si iscrivono i medici nel registro degli indagati. Una pura formalità, come spiegano poi le stesse Procure, che tuttavia per i vaccinatori costituiscono sempre e comunque un timore, come può essere un’iscrizione nel registro degli indagati, per omicidio colposo. Queste forzature determinano reazioni o richieste protettive che non possono essere declinate nei termini in cui vengono fatte. I pm dovrebbero evitare di iscrivere per mera esigenza investigativa gente che dall’inizio è chiaro che non c’entra nulla”. Il presidente dell’Unione Camere Penali Italiane è d’accordo con Alfonso Sabella, ex pm antimafia e oggi giudice del Tribunale del Riesame di Napoli: “Penso – dice – che non sia assolutamente necessario uno scudo penale per i medici, perché già la legislazione attuale costituisce uno scudo assolutamente solido. Se il medico rispetta i protocolli quelli stabiliti dall’Aifa, dall’Ema e dall’ospedale, non ha nessun tipo di problema. Scudo penale o meno, la magistratura le indagini le deve fare in ogni caso. Lo scudo penale, a mio avviso, è inutile“. Sabella continua: “Nessuno scudo penale che possa riguardare i vaccini può impedire al pm di svolgere le indagini – aggiunge Sabella -, perché se una persona che si è fatta il vaccino muore, anche se c’è lo scudo penale il pm le indagini le deve comunque avviare, perché, ad esempio, bisogna verificare se in quel vaccino è stato messo del veleno, se il medico che l’ha inoculato ha violato i protocolli, se la siringa era infetta e nessuno l’ha sterilizzata. Ci possono essere duemila ragioni per avviare l’indagine, ecco perché penso che ci troviamo di fronte a una tempesta in un bicchier d’acqua, si ciurla nel manico, è una questione priva di qualsiasi fondamento”. Il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, non commenta ma dice che “si tratta di una scelta eminentemente politica, su cui non mi pare opportuno un commento preventivo di un procuratore. Ciò che è importante è la rapidità degli accertamenti, che consenta quindi agli eventuali indagati di vedere chiarita al più presto la loro posizione, che spesso deriva dalla doverosità dell’iscrizione fatta anche a tutela dello stesso medico”.
Pediatri e medici ambuatoriali chiedono lo scudo – Intanto, ai vaccinatori si aggiungono gli specialisti ambulatoriali (circa 13mila) e gli odontoiatri (63.600). Il presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale, Raffaele Iandolo, esprime soddisfazione sottolineando che il protocollo consentirà “somministrazioni sicure e, in presenza di un numero cospicuo di dosi, un rapido avanzamento della campagna vaccinale”. Assicura collaborazione anche il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Paolo Biasci (oltre 6mila iscritti): “Grazie all’accordo, potremo vaccinare genitori e caregiver dei bambini pazienti fragili, e quando sarà disponibile la profilassi per gli under 16, ci occuperemo anche di questo”. Ribadita però la richiesta di scudo penale: “Il pericolo è infatti che, dopo la recente apertura di inchieste su eventi gravi dopo la vaccinazione, molti medici si tirino indietro per non rischiare procedimenti giudiziari a causa di eventi non dipendenti dalla loro volontà e competenza. Vogliamo fare la nostra parte, ma – conclude Biasci – dobbiamo essere messi in grado di farlo con serenità”.