Non lesioni da parto ma ustioni, secondo i medici dell’ospedale Santobono di Napoli, le ferite riscontrate su un neonato nato prematuramente (all’ottavo mese di gestazione) quattro giorni fa in un’abitazione di Portici (Napoli). Il piccolo è arrivato in gravi condizioni nella struttura pediatrica del capoluogo campano dopo essere stato soccorso nel primo pomeriggio di ieri dai carabinieri e dal 118. Le ustioni potrebbero essere riconducibili a immersione in acqua troppo calda o, anche, all’uso di detergenti inappropriati.
I militari, dopo le indagini, hanno fermato entrambi i genitori con l’accusa di abbandono di minori e maltrattamenti con lesioni gravissime. L’uomo, 46 anni, è nel carcere di Poggioreale, la donna, 36 e con problemi psichici, piantonata all’Ospedale del Mare. Il provvedimento è stato emesso dal sostituto procuratore di Napoli Francesca De Renzis e dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone ed eseguito dai carabinieri. L’uomo è ora nel carcere di Poggioreale. Il bambino è stato operato ed è in prognosi riservata.
“Una una storia molto triste che impone una profonda riflessione – dice Giorgio Pisano, sacerdote della Chiesa del Sacro Cuore di Portici – “‘La domanda che mi pongo è: come andare incontro a situazioni di povertà? Come la società civile può essere responsabilizzata e partecipe evitando che si volti dall’altra parte? – aggiunge il presule – Come comunità ecclesiale dovremmo chiederci in che modo possiamo entrare nel merito di queste storie, molto spesso silenti e nascoste, e trovare il modo di interfacciarci con le istituzioni. Deve nascere una nuova visione di fronte a queste povertà emergenti. Ancora oggi, ad esempio, le patologie mentali incutono timore e ritrosia e si tende, talvolta, a non affrontarle. Così accade con le povertà emergenti. Occorre invece un cambio di rotta: imparare ad affrontare per risolvere”.