I governi occidentali hanno messo le loro popolazioni nelle mani di cinici adoratori del denaro, che si apprestano a “cogliere l’opportunità” della pandemia in corso per realizzare profitti senza precedenti e anzi magari sperano che essa assuma carattere endemico, per continuare a mungere i loro committenti.

La rivelazione di quanto in realtà si sa già da tempo giunge da un giornalista di “The Intercept”, meritoria agenzia stampa che, al pari di Julian Assange ed altri, scopre da tempo i peggiori altarini di governi e aziende, avendo fra l’altro avuto il merito di scoperchiare i putridi retroscena della persecuzione organizzata dall’ex giudice brasiliano e altri ai danni di Lula.

Stavolta Lee Fang ha pubblicato i verbali della Barclays Global Healthcare Conference in cui sono intervenuti alcuni dirigenti della multinazionale farmaceutica Pfizer, produttrice di molti dei vaccini oggi impiegati negli Stati Uniti e in Europa. Si tratta per la precisione di Charles E. Triano, vicepresidente senior e capo del Dipartimento relazioni investitori, e di Frank D’Amelio, vicepresidente esecutivo e capo ufficio finanziario.

La Conferenza appare volta a fornire ai potenziali investitori dati sulle attività in corso da parte di Pfizer e i profitti che esse generano. Tutto bene, da questo punto di vista. Una performance “davvero solida” nelle parole di D’Amelio, che fa riferimento a 15 miliardi di dollari in sole entrate relative al Covid che determinano un incremento pari al 41% dei ricavi complessivi. E la conversazione prosegue piacevolmente, sulle prospettive di sviluppo del vaccino e i miglioramenti tecnologici in corso che ne permettono una più comoda somministrazione, nonché la sua asserita capacità di venire a capo anche delle maledette “varianti”.

Un passaggio chiave è quando D’Amelio, stimolato dall’esponente della Barclays, fa riferimento al probabile passaggio della malattia a una fase endemica, con conseguente obbligo di vaccinazione annuale e possibile aumento di prezzo, il che, commenta, “costituisce per noi un’opportunità”. Anche la comune influenza, del resto, rappresenta un’opportunità di questo genere, aggiunge. Grazie a queste meravigliose opportunità si prevedono ricavi aggiuntivi pari a 8 miliardi di dollari nel quinquennio 2020-2025.

Nulla di scandaloso, ovviamente. Almeno non per coloro la cui capacità di provare scandalo e indignazione è drammaticamente scemata al punto di indurli ad accettare la normalità di un mercato capitalistico che vede malattie e morte altrui sotto forma di opportunità di guadagni e stimolo a cospicui investimenti finanziari. Proprio perché i vaccini sono invece uno strumento indispensabile per combattere e sconfiggere la pandemia in corso, sarebbe invece opportuno, anzi indispensabile, non dipendere da organizzazioni e persone che si muovono in quest’ottica.

Il gioco attuato da Pfizer e dagli altri produttori privati di vaccino sui prezzi e sulle consegne, approfittando della concorrenza fra gli Stati messi alle strette, ha del resto già provocato ritardi e danni enormi alla campagna vaccinale, anche grazie all’atteggiamento servile e subalterno dei governi nazionali e della Commissione europea. Atteggiamento che si riproduce in modo davvero inquietante anche per quanto riguarda le questioni relative alla sicurezza, dato che solo dopo che la Germania aveva sospeso Astrazeneca il nostro governo ha deciso di fare altrettanto.

Intanto, le balle sui contributi promessi ai Paesi più poveri si rivelano fuffa della peggiore specie: basti pensare che contro 39 milioni di dosi distribuite nei Paesi a più alto reddito sono davvero insignificanti le quantità di cui possono disporre quelli a reddito più basso, uno dei quali ha ottenuto ben 25 dosi di vaccino.

E’ sempre più evidente come la guerra contro il virus non possa essere vinta dal sistema capitalistico che peraltro aveva da tempo smantellato in vari Paesi, anche nel nostro, i presidi sanitari, privatizzando la salute e l’assistenza. Ci avviamo sempre più verso un mondo disumano in cui la sopravvivenza o una vita minimamente dignitosa saranno garantite solo alle persone adeguatamente solvibili, seguendo l’esempio luminoso degli Stati Uniti d’America.

L’unica alternativa è attuare una cooperazione internazionale a 360 gradi con tutti, compresi ovviamente Paesi come Cuba, la Cina e la Russia che sono oggi all’avanguardia della produzione vaccinale, e riprendere in mano pubblica la produzione dei vaccini, attuando se necessario indispensabili misure di nazionalizzazione ed esproprio delle industrie monopolistiche private.

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