Economia & Lobby

Presto scopriremo quanto sia dannoso l’attuale sistema economico dominato dal neoliberismo

Il contagio da coronavirus continua nella sua impennata e i dati finora raccolti non promettono nulla di buono. In più è arrivata la cattiva notizia della sospensione precauzionale e temporanea della somministrazione di AstraZeneca, dopo i decessi sospetti avvenuti dopo l’assunzione di questo tipo di vaccino.

Questo evento ha praticamente bloccato il piano di accelerazione delle immunizzazioni vaccinali preparato dal governo Draghi. Ma c’è ancora un altro effetto fortemente negativo: l’incidenza che questo avvenimento ha avuto ed ha sull’immaginario collettivo.

Come ben sanno i giuristi, l’affermazione dell’ordine giuridico funziona più sulla “bona fides”, cioè sulla fiducia, che non sull’applicazione della forza, alla quale, in ultima analisi, il diritto ricorre.

Ora è proprio questo dato essenziale della fiducia che è stata scossa in tutta Europa. E questo dato, per quanto ci riguarda, è aggravato dal fatto che la nostra popolazione già da tempo ha difficoltà nel credere nelle istituzioni, con la conseguenza che anche le rassicurazioni di queste non riescono a tranquillizzare i singoli cittadini.

A mio avviso tutto dipende dall’imperversare del pensiero unico dominante del neoliberismo, il quale ha cancellato dal mondo giuridico la rilevanza primaria del Popolo sovrano, e ha considerato prevalente su ogni cosa il profitto di singoli faccendieri privati o di ciniche multinazionali.

Il fatto grave è che i governi, e da ultimo quello Draghi, immediatamente sostenuto dal nuovo segretario del Pd Enrico Letta, hanno imposto limiti ai cittadini per combattere i contagi, ma non hanno fatto nulla per requisire i brevetti. Si pensi che, come ricorda Maurizio Portaluri in un suo articolo, Cuba, dove tutto è in mano pubblica, ha sviluppato quattro vaccini e la società pubblica BioCubaPharma, si appresta a produrne 100 milioni di dosi che serviranno anche alle esportazioni verso i Paesi più poveri.

La notizia più avvilente, che è stata occultata dalla stampa e dalle televisioni, è che India e Sudafrica hanno presentato, all’organizzazione mondiale del commercio, il 2 ottobre 2020, una richiesta di deroga dei brevetti, ma proprio l’11 marzo scorso – come sempre ricorda Maurizio Portaluri – le nazioni componenti l’OMC non hanno raggiunto l’accordo per l’opposizione dei “Paesi ad alto reddito più il Brasile”.

E a questo proposito è da ricordare che Draghi nel suo discorso programmatico ha fatto appello ad una sorta di darwinismo sociale volto a promuovere un “debito sano”, diretto a premiare soltanto le imprese competitive, mentre Maria Elena Boschi, molto vicina a Matteo Renzi, ha parlato della necessità di valorizzare il rischio delle imprese contro le politiche assistenzialiste, dimenticando ovviamente il problema della socializzazione delle perdite.

Insomma il nostro futuro non promette nulla di buono, se i responsabili della nostra politica perseguono gli accennati obiettivi.

A mio avviso, come più volte ho ripetuto, le fonti di produzione di beni e servizi che servono a soddisfare i bisogni e i diritti fondamentali, e in primo piano la salute e la vita umana, devono essere in mano pubblica come precisamente prescrivono gli articoli 2, 3, 32 e 43 della nostra Costituzione.

La propaganda neoliberista continua invece nella sua politica egoistica e contraria agli inderogabili doveri di solidarietà economica, politica e sociale di cui si parla nei sopra citati articoli.

A conferma di quello che sto dicendo c’è la notizia positiva che Alitalia, per ora ancora in mano pubblica, nell’arco dell’amministrazione straordinaria (maggio 2017- dicembre 2019) ha ricevuto 1,3 miliardi di contributi statali, ma ha guadagnato due miliardi, restituendo al sistema paese, tenendo conto dell’indotto, 630 milioni di profitti.

La nuova compagnia ITA, che dovrebbe sostituire Alitalia, qualora fosse un’azienda pubblica e non una S.p.A., potrebbe essere il primo rompighiaccio per dimostrare con i fatti quanto egoistico, dannoso, predatorio, antipopolare, anticostituzionale e immorale sia l’attuale sistema economico patologico del neoliberismo imperante. Questo, del resto, è quanto impongono gli articoli 1, 3, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana democratica.